Spinta diplomatica per porre fine alla crisi in Egitto
05/08/2013
Gli
inviati degli Stati Uniti e dell'Unione europea si sono incontrati con i
funzionari del governo ed i sostenitori del deposto presidente Mohammed
Morsi . Stanno cercando di trovare una soluzione pacifica per porre fine alla crisi politica.
I colloqui si sono svolti tra crescenti tensioni sui piani per rompere
due grandi sit-in creati dai sostenitori di Morsi nella capitale, Il Cairo.
Più di 500 sostenitori di Morsi sono stati uccisi negli scontri da quando il governo è stato rovesciato dai militari il 3 luglio.
Poche ore dopo l'incontro con i membri della Fratellanza Musulmana a sostegno del ritorno di Morsi e del suo partito politico, il vice segretario di Stato
americano, William Burns, si è seduto per dare inizio ai colloqui con il ministro degli
Esteri egiziano, Nabil Fahmy, raggiunti anche dall'inviato dell'Unione europea, Bernardino Leon.
Pochi i dettagli ufficiali rilasciati.
Washington e Bruxelles hanno espresso preoccupazione questa settimana,
dopo che il nuovo governo provvisorio egiziano, ha ordinato alla polizia di
cancellare due sit-in di protesta dove migliaia di sostenitori del
presidente deposto hanno chiesto la sua reintegrazione.
Ulteriori colloqui si sono svolti durante la notte tra il capo
dell'esercito Gen. Abdul Fattah al-Sisi e un gruppo di spicco del clero
islamico, tuttavia, i clerici sono stati pesantemente criticati dai sostenitori di Morsi per aver preso parte alla riunione, poichè l'unico modo per spegnere la protesta è la reintegrazione del sig Morsi senza compromessi.
Sabato scorso, il ministero degli interni ha rinnovato il suo invito a porre fine ai sit-in, dichiarando che solo questo
avrebbe permesso alla Fratellanza Musulmana di poter tornare ad avere un ruolo nel
processo politico democratico.
Migliaia di sostenitori di Morsi e le loro famiglie sono rimasti accampati per settimane, chiedendo la sua reintegrazione.
Lo Staff
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