mercoledì 14 agosto 2013

Egitto, assalto ai sit-in pro-Morsi.

L'esercito blocca l'accesso alle aree dei sit-in sgomberate (foto da Twitter)
Egitto, assalto ai sit-in pro-Morsi. Un massacro di massa si parla di oltre 600 vittime ed elevatissimo il numero dei feriti, a seguito dei lanci di lacrimogeni, e del passaggio delle ruspe sulle tende.

Preceduta dal lancio dei lacrimogeni, la polizia egiziana ha fatto irruzione all'alba nelle tendopoli di piazza al-Nahda, nel quartiere orientale di New Cairo, e di piazza Rabaa al-Adawiyah, nel sobborgo settentrionale di Nasser City dove vi sarebbero state la maggior parte delle vittime. Ma gli scontri non si sono fermati con lo sgombero, e sono andati avanti anche dopo, con le forze di sicurezza che hanno aperto il fuoco contro la folla.

Colpi di armi automatiche prendono di mira i manifestanti pro-Morsi a Rabaa, apparentemente sparati da cecchini nascosti nei palazzi residenziali attorno alla piazza. Lo ha constatato l'Afp sul posto.

Londra condanna l'uso della forza per disperdere i manifestanti. Lo ha affermato in una nota il capo della diplomazia britannica, William Hague, che si dice "profondamente turbato dal montare della violenza in
 Egitto"

Il Qatar, principale sostenitore dei Fratelli Musulmani, ha denunciato con forza l'intervento della polizia egiziana e i "metodi utilizzati contro manifestanti pacifici, costati la vita a tanti innocenti disarmati", ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri qatariota

Turchia: "Inaccettabile". Secondo il presidente turco Abdullah Gul, l'intervento armato dell'esercito egiziano contro i civili è "inaccettabile". Il premier Erdogan ha fatto appello al Consiglio di sicurezza Onu e alla Lega Araba perché agiscano e mettano fine al "massacro" egiziano




Tra le vittime anche la figlia 17enne leader dei Fratelli Musulmani
La figlia di  Khairat el-Shater che è stata uccisa al Cairo, dove dall'alba le forze della sicurezza egiziane sono impegnate nello sgombero dei sit-in a sostegno del deposto presidente Mohammed Morsi. E' quanto ha dichiarato una fonte della Confraternita all'emittente al-Arabiya, spiegando che la figlia di el-Shater è stata uccisa insieme a suo marito.

Habiba Ahmed Abd Elaziz la giornalista egiziana uccisa al Cairo nel corso dei violenti scontri tra i sostenitori di Morsi e le forze di sicurezza egiziana. Lo rende noto il giornale degli Emirati Arabi 'Xpress' sul suo account su Twitter, dove scrive che la sua reporter è stata "uccisa al Cairo". Habiba lavorava anche per 'Gulf News', come si legge sulla sua pagina Facebook. Il padre è un esponente dei Fratelli Musulmani ed ex consigliere per l'informazione del deposto presidente Morsi.


Habiba Ahmed Abd Elaziz

I giornalisti sul posto parlano intimidazioni da parte dell'esercito, che costringono i fotografi a cancellare le foto scattate come condizione per il rilascio. I Fratelli Musulmani hanno chiesto alla popolazione di scendere in piazza "contro il massacro" e manifestanti si stanno organizzando a Suez, ad Alessandria, a Minya e ad Assiut. L'esercito ha bloccato i treni in arrivo e in partenza dal Cairo per evitare nuovi assembramenti. In alcune zone del Paese alcuni teppisti  stanno attaccando  negozi, case e chiese dei copti cristiani: in fiamme la chiesa di San Giorgio a Sohag.

Ricordiamo che già in passato i manifestanti pro-Morsi durante le loro marce si ponevano a difesa delle chiese al loro passaggio, proprio per evitare l'assalto di questi teppisti che la stampa locale vuol far passare come sostenitori di Morsi.

Il mese scorso durante la marcia da Giza verso Piazza Rinascimento i manifestanti  hanno formato un cordone umano a protezione della chiesa di Giza Street, durante il loro passaggio per proteggerli, dall'attacco dei teppisti, che hanno creato disordini durante la manifestazione.



Gli stessi teppisti che poi hanno attaccato la moschea Ibrahim sostenuti dalla polizia criminale egiziana, costringendo i fedeli che si trovavano all'interno a barricarsi dentro.
 

 

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