martedì 13 agosto 2013

I sostenitori di Morsi in Egitto " morire piuttosto che sciogliere la protesta"


I sostenitori di Morsi in Egitto " morire piuttosto che sciogliere la protesta"


13/08/2013

Il Richiamo ufficiale di rimozione forzata da parte dell'esercito sovrasta i sit-in al Cairo. Tutto è ora trincerato dietro  muri e sacchi di sabbia

I manifestanti accampati fuori la moschea a al-Rabaa Adawiya del Cairo,  hanno vissuto con la paura di un imminente dispersione violenta per più di due settimane.

"Non ci importa della morte", ha detto Galal nel pomeriggio di Lunedi, durante un intervista nella quale appare felice con il viso incorniciato dal suo hijab,  sotto un ombrello color arcobaleno, mentre suo figlio Saif, gioca tirandola per i vestiti. . "Noi crediamo in una cosa, che quando arriva il tuo momento per morire, morirai; Come un martire coraggioso, e non come codardo. Questo è il punto!. Vogliamo morire come martiri"

Dalla fine del mese di giugno, decine di migliaia  di sostenitori del deposto presidente egiziano Mohamed Morsi sono accampati in due sedi differenti con i loro sit-in nella capitale egiziana, uno nei pressi dell'università della città, a ovest del Nilo, e l'altro dall'altra parte della città a Rabaa. In un primo momento, i manifestanti sono stati per lo più dalla parte della fratellanza Musulmana di Morsi, ma poi la situazione è cambiata dastricamente e a loro, si sono uniti in massa anche il resto della popolazione egiziana, per chiedere la  reintegrazione di Morsi.

Col passare delle settimane, non vi è stato nessun segnale di un possibile rilascio di Morsi dalla detenzione,  e i manifestanti si sentono  sempre più in pericolo. I funzionari statali hanno promesso di disperdere con la forza i campi dei sit-in, suscitando timori di un terzo massacro di massa dei sostenitori di Morsi, in un mese.

NONOSTANTE la costante minaccia di un attacco, i campi  sono diventati sempre più radicati - prendendo l'aspetto sempre più di vere e proprie  tendopoli.

Il campo di Rabaa si erge dietro parecchi muri di fortuna - alcuni costruiti con cemento, altri con sacchi di sabbia e ancora di più con basoli strappati dalla strada. Venditori ambulanti vendono pistole ad acqua, occhiali da sole, generi alimentari e frutta. Una tenda espone una mostra di disegni e foto delle proteste e dei martiri rimasti uccisi dall'inizio delle proteste. Al centro del crocevia, gli imam parlano alla gente e conducono le 5 preghiere dall'alba al tramonto. All'ingresso sud, un ampio tendone costruito per le celebrazioni dell' Eid della scorsa settimana contiene un mini luna park.

Nonostante la minaccia reale di further spargimento di sangue, i manifestanti non stanno andando da nessuna parte. "Quando ho sentito che il sit-in poteva essere attaccato, abbiamo rimesso in funzione il luna park", ha detto Ahmed Moaz, un insegnante . "Non mi importa se muoio o no."


Ahmed è  disarmato, porta on se solo con un casco blu e una tuta da protezione. I residenti  e gli attivisti dei diritti umani dicono che ci possono essere delle armi letali  all'interno del campo. Le accuse parlano di  corpi recanti segni di tortura, che sono stati visti nella zona del campo, alimentando le accuse che i manifestanti ospitano celle di tortura. Hanno replicato dal  campo i rappresentanti, dicendo che le uniche persone ferite a Rabaa sono stati i ladri e gli  infiltrati della sicurezza dello Stato entrati per causare disordini. "Se c'è un ladro, Riuscirà a ottenere un equo pestaggio", ha detto Gehad al-Haddad, portavoce della Fratellanza. "Ma noi lo riporteremo fuori dal sit-in e [Successivamente] lo lasceremo andare."

I critici hanno detto che questa gente cerca semplicemente  il martirio piuttosto che le soluzioni, e che  dovrebbero accordarsi con  il nuovo governo sostenuto dai militari che garantirebbero la loro sicurezza.

"Se lasciamo la piazza, sarà peggio degli anni '90", ha detto Suzanne Abdel Qadir, riferendosi allera di repressione di Hosni Mubarak,. "Siamo di nuovo ai giorni di oppressione sotto Mubarak. Se andiamo a casa, allora la lotta è finita."

"Sono pronto a rimanere qui per sempre, fino a quando, il nostro presidente non ritorna", ha detto Galal Aza. "Abbiamo votato tutti per la democrazia. E poi  alcune persone in piazza Tahrir, hanno messo i nostri voti nei cassonetti della spazzatura."

La Fratellanza rifiuta di negoziare con i militari, anche se circolano notizie false e infondate che dicono che in realtà stia trattando per il rilascio dei detenuti musulmani.

"Una gran parte dei manifestanti Rabaa, anche quelli appartenenti ai Fratelli Musulmani, non avrebbero mai accettato nessuna trattativa, che sarebbe risultata come un tradimento della causa", ha detto il giornalista  Mostafa Sharky. "Se questo dovesse accadere, i rapporti all'interno dei sit-in diventerebbero tesi e si creebbero divisioni  massicce non solo all'interno di Rabaa ma anche nella stessa Fratellanza."

I manifestanti insieme alla leadership della fratellanza a Rabaa, hanno rifiutato di accettare qualsiasi compromesso   "No, no, no", ha detto Aza Gala. "Nessuno dei Fratelli Musulmani sarebbe d'accordo su questo. Delle persone sono morte per questa causa."


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