domenica 18 agosto 2013

I Familiari dei fratelli irlandesi che erano rimasti intrappolati nella moschea egiziana assediata hanno 'paura per la loro sicurezza'

I Familiari dei fratelli irlandesi che erano rimasti intrappolati nella moschea egiziana assediata hanno 'paura per la loro sicurezza'
[Nella foto da sinistra a destra]: Ibrihim con sorelle Fatima, Omaima e Somaia.


Omaima Halawa, 21 anni, le sue sorelle Somaia, 27, e Fatima, 23, così come il loro fratello minore Ibrihim, 17, sono stati tra i centinaia di manifestanti costretti a lasciare la Moschea Al Fateh al Cairo dalle forze di sicurezza egiziane.

Sono i figli di Hussein Halawa - l'imam della più grande moschea d'Irlanda a Dublino.

Due dei fratelli Omaima e Fatima, sono stati arrestati dalle autorità egiziane, ma non si sa dove sono stati portati. Non è ancora noto se Somaia e Ibrihim sono fuggiti o sono stati arrestati nella moschea.

Una quarta sorella, Nasaybi Halawa, ha detto che la famiglia stava cercando di farsi forza, ma era estremamente preoccupata.
[Nella foto Hussein Halawa con la più giovane delle sue figlie, Omaima ]
Parlando dalla casa della famiglia in Firhouse, Dublino,  Halawa ha detto: "L'ultima volta che ho parlato con mia sorella erano circa le 13:00 di Sabato pomeriggio.

"Avevano preso il suo cellulare, ma lei è riuscita  a prenderne in prestito uno. Per tutto il tempo della nostra chiamata  (le forze di sicurezza) sono stati a molestarla e lei stava urlando e piangendo.

"Stiamo cercando di affrontare la situazione. Stiamo cercando di essere forti in modo che possiamo fare qualcosa per loro. Abbiamo una speranza che tutto andrà bene."

Prima che la moschea fosse sgomberata dai militari si sono sentiti degli spari seguiti al lancio di sas lacrimogeni.

Halawa ha aggiunto: "Non sappiamo niente di loro Non sappiamo dove sono state prese Non sappiamo se si trovano in una delle stazioni di polizia del Cairo o da qualche altra parte noi non sappiamo nemmeno da dove... iniziare a cercare. "

I quattro fratelli erano in Egitto in vacanza. Erano andati dalla loro madre, due settimane fa, mentre loro padre è ancora a Dublino.

La famiglia, che si è trasferita a Dublino 18 anni fa, e torna  in Egitto ogni anno per visitare parenti e amici.

 Halawa ha detto che la madre e gli zii sono  in contatto con un avvocato al Cairo e stanno iniziando una ricerca  nelle stazioni di polizia della città.

Sua sorella aveva descritto le condizioni all'interno della moschea come  traumatiche.

Ha detto: " si trovavano dentro da 18 ore senza cibo e acqua Dovevano bere da una fontana che non era destinata per bere. Mio fratello era nello stesso luogo, come cadaveri..."

"Hanno sparato dentro la moschea, che è un luogo sacro che dovrebbe essere rispettato. E 'questo non è un  crimine?"

I fratelli si sono rifugiati nella moschea  Venerdì a seguito dei violenti scontri tra i sostenitori del presidente deposto Mohammed Morsi e forze di sicurezza, a seguito dei quali sono state uccise circa 80 persone nella capitale egiziana.

In precedenza, Omaima Halawa, uno studente dell'ultimo anno a Blanchardstown Institute of Technology, aveva descritto la scena in città come spaventosa.

"Siamo circondati nella moschea dentro e fuori", ha detto il ragazzo irlandese a RTE emittente nazionale dal Cairo.

"Le forze di sicurezza hanno fatto irruzione e hanno lanciato gas lacrimogeni contro di noi."

Ha detto che sono stati avvertiti che potevano essere fucilati se  cercavano di lasciare la moschea e hanno chiesto una scorta dell'ambasciata irlandese al Cairo.

"Vogliamo un passaggio sicuro per noi quattro. Non mi fido (delle forze di sicurezza), o dei teppisti.

"Sono stato personalmente minacciato di venire massacrato quando mi vedono."

Un portavoce del Ministero degli affari esteri ha detto che stavano continuando a mantenere i contatti con le autorità in Egitto.

Decine di persone hanno partecipato a una protesta di solidarietà davanti all'ambasciata egiziana a Dublino.

La manifestazione, organizzata dal movimento contro la guerra irlandese, è stato fatta per fare pressione sul governo irlandese affinchè condanni apertamente il massacro di civili al Cairo.

Ad aggravare lo stato d'ansia della famiglia Halawa e dell'Associazione per "le famiglie dei prigionieri e dei martiri e dei feriti", in Egitto, è giunta la notizia della morte di 38 detenuti uccisi per mano dell'esercito, che ha giustificato il gesto dichiarando che avevano provato ad evadere. L'associazione ha organizzato una giornata di protesta per domani alle ore 12:00, davanti all'ufficio del procuratore generale, per condannare l'uccisione dei detenuti.

La Tirannia storica si ripete: massacrati  perchè: cercavano di fuggire!
1 -
Massacro dei prigionieri di Tora | 1957/01/06 | Nasser uccise 21 martiri
2 - il massacro dei prigionieri incarcerati | 18/8/2013 | Sisi uccise circa 38 martiri

Nessun commento:

Posta un commento