sabato 10 agosto 2013

Bossi: "Nord, un giorno serviranno le armi" E poi offende il ministro Kyenge

Bossi: "Nord, un giorno serviranno le armi"  E poi offende il ministro Kyenge

10/08/2013


Bossi, in qualità di  presidente della Lega, in occasione di una festa di partito, Ha fatto nuovamente riferimento alle armi quando si è parlato dei tentativi del governo di cancellare le Province. Certamente se un discorso del genere l'avesse fatto un musulmano, le forze dell'ordine avrebbero fatto fuori un intera comunità islamica, ma questo non accade se a farlo è il presidentete di un partito portilico che sta al parlamento.

 "Al Nord, un giorno serviranno le armi" ha detto Bossi, e poi ha continuato offendendo il ministro Kyenge

"Meno male che, qui in Valtrompia, ci sono ancora le armi. Un giorno serviranno... Umberto Bossi ha rispolverato i 'fucili' padani in un comizio, a Ponte Zanano di Seregno, nel Bresciano. Stando a quanto riferisce la stampa locale, il presidente federale del Carroccio è arrivato in ritardo alla festa della Lega e ha tenuto il comizio in un tendone sotto la pioggia, davanti a poche centinaia di militanti. Con lui, il presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora, e l'ex parlamentare padovana espulsa dal Carroccio, Paola Goisis, famosa per la sua frase su facebook contro la ministra dell'Integrazion Kyenge, che le è costato, in un processo per direttissima il 1 Luglio, una condanna per istigazione all'odio razziale.


Ed è stato proprio quando Molgora ha criticato i tentativi di cancellare le Province che Bossi ha parlato della necessità di riprendere in mano "le armi". Durante il suo intervento, Bossi ha attaccato anche il governo che non riescono  a risolvere i problemi del Paese: "Dovremo stare attenti a settembre", ha detto.




Sicuramente tutto ciò appare abbastanza inquietante, considerando che le agenzie di stampa  e gli ordini di sicurezza, concentrano le loro attenzioni sui musulmani integralisti e poi sorvolano su delle chiare ed esplicite minaccie rilasciate pubblicamente che giungono da un presidente di partito che fa parte del parlamento.  

In serata, un Bossi non meno polemico ad Arcore ha continuato dicendo: "Dicono che è la solita Lega razzista, ma è tutto il Paese che ne ha pieni i co...  del ministro Kyenge". "Il Paese ne ha piene le scatole del ministro Kyenge", ha proseguito il Presidente federale del Carroccio, "io sono contrarissimo agli insulti", si può ragionare, ma bisogna anche dire la verità".

 "Alfano mi ha detto che non toccherà la Bossi-Fini"

"Ho chiesto in Aula al ministro Alfano se era vero che il Governo vuole cambiare la Bossi-Fini. E lui mi ha detto 'Sono io il ministro dell'Interno, Cecile Kyenge può dire quello che vuole ma io non ho alcuna
intenzione di toccare la legge Bossi-Fini".

Ricordiamo che la Bossi-Fini  è il modo in cui comunemente viene indicata la legge n. 189 del 2002 varata dal Parlamento Italiano, in merito alle disposizioni  concernenti la disciplina dell'immigrazione e le norme sulla condizione dello straniero, che venne considerata da molti come una legge assolutamente razzista, e sono state diverse le associazioni per i diritti umani che si sono opposte a questa legge organizzando diverse manifestazioni.

Durante la lunghissima campagna elettorale del 1999-2001 il centrodestra articolò una serie di proposte:

1) Più severità nel combattere l'immigrazione clandestina e la criminalità che sostenevano esservi collegata: più espulsioni certe con accompagnamento alla frontiera,senza più inutili intimazioni ad allontanarsi volontariamente dal territorio nazionale,introduzione del reato di permanenza clandestina sul territorio,controllo più rigido delle fontiere,uso delle armi contro gli scafisti,maggiore durezza nei confronti dei paesi di provenienza che non collaboravano sufficientemente,con taglio agli aiuti nella cooperazione allo sviluppo e pugno duro.

2) Riduzione dei flussi in entrata di lavoratori immigrati,affrontando le richieste di manodopera degli imprenditori del nord con una sorta di politica di preferenza nazionale:incentivando la mobilità verso il Nord dei disoccupati meridionali o quella delle imprese del nord verso le regioni del Sud,privilegiando l'immigrazione di ritorno dei discendenti degli emigrati italiani,attribuendo alle regioni la facoltà di fissare le quote per collegarle alla capacità di assorbimento locale.

3) Puntare sull'immigrazione extracomunitaria temporanea per non aumentare in maniera permanente la popolazione straniera in Italia,rallentando l'integrazione,in particolare per quella di origine musulmana in cui si metteva in dubbio l'integrabilità,ispirandosi al cardinale Biffi: allontanamento degli immigrati al momento della perdita del lavoro,limitazione dei ricongiungimenti familiari,polemiche contro gli insediamenti di moschee,allungamento dei tempi di attesa per la carta di soggiorno e per la cittadinanza.


L'approvazione della legge 189 del luglio 2002,meglio conosciuta come legge Bossi-Fini, irrigidì tutte le misure di espulsione,che furono inutilmente incattivite e rese inapplicabili.

Il coordinamento e il monitoraggio della legge sull'immigrazione fu affidato a un comitato di ministri,inserendo nella legge ciò che già esisteva in maniera formale,ma il coordinamento fu spostato dalla presidenza del Consiglio al ministero dell'Interno,con tutti i rischi di schiacciamento delle problematiche dell'immigrazione sull'aspetto della sicurezza. Il comitato è stato costituito solo a fine novembre del 2005 e nel frattempo per oltre quattro anni non sono state consultati nè il Parlamento ,nè le regioni e gli enti locali,nè le parti sociali e le associazioni attive nel settore dell'immigrazione,pur essendo la loro partecipazione prevista dalla legge.

Le dimensioni della popolazione che sarebbe stato necessario espellere con l'uso della forza pubblica secondo la legge Bossi-Fini,oltre a essere di una brutalità inumana (sarebbero state deportate le badanti straniere che accudivano gli anziani,le colf che sostenevano la possibilità di lavoro esterno delle italiane e tutti quei lavoratori che sostenevano l'economia produttiva) era incompatibile con le condizioni finanziarie italiane.

Tra espulsioni-aerei-scorte-passaggi nei Centri di permanenza temporanei (Cpt) e costruzioni di nuovi Cpt,espellere tutti i 700.000 clandestini e irregolari che hanno presentato domanda di regolarizzazione nel 2002 sarebbe costato tra 0,9 e 1,2 miliardi di euro, ovvero dalle 6 alle 9 volte il bilancio totale stanziato dalla Cdl nel 2003 per le politiche di sicurezza in materia di immigrazione.

La burocratizzazione del meccanismo di emanazione dei decreti di programmazione dei flussi di lavoratori immigrati ha spinto lo stesso governo a non rispettarne le regole fino al 2005 a poi a impantanarsi nella nuova procedura una volta entrato in vigore il regolamento di attuazione (con quasi tre anni di ritardo).


Nel corso degli anni il tema della minaccia terroristica internazionale è stato sfruttato intensamente dal governo Berlusconi a scopo propagandistico.Più volte il ministro dell'interno ha denunciato l'infiltrazione di terroristi tra gli immigrati clandestini.Il numero di arresti per terrorismno è aumentato da 33 nel 2001 a 64 nel 2002 e a 71 nel 2003.Ad agosto 2005 il governo ha annunciato di aver raggiunto quota 203 arresti. Usando la stessa logica del governo questo significa però che nel biennio precedente.Ma il vero problema è che finora solo tre stranieri sono stati condannati per terrorismo e ciò non è avvenuto solo per le lentezze dei trinunali italiani.La stragrande maggioranza degli arresti sono stati rilasciati durante le indagini preliminari o prosciolti già dal tribunale di primo grado perchè erano stati incriminati sulla base di qualche parola avventata,di semplice sospetti e di leggerezze investigative. Promettendo maggiore sicurezza,la legge Bossi-Fini ha introdotto continui controlli di polizia,accorciando la durata dei permessi di soggiorno.Cosi facendo gli uffici stranieri delle questure sono stati trasformati in uffici burocratici dediti esclusivamente a controlli cartacei,dove i poliziotti sono costretti a rinnovare continuamente e inutilmente dei permessi amministrativi.

La macchina amministrativa si è intasata e ci vogliono ormai molti mesi per rinnovare i permessi,fino a un anno di tempo, è capitato in alcuni posti che il rinnovo arrivasse talvolta dopo la propria scadenza. Inoltre,le forze dell'ordine,prese da attività burocratiche hanno meno tempo e meno risorse finanziarie per effettuare le attività di controllo reale del territorio,come pure le espulsioni.

La Corte costituzionale ha inoltre bocciato parti del dispositivo repressivo della Bossi-Fini,in particolare l'arresto dei clandestini e la convalida del trattamento in attesa di espulsione senza valutazione di merito da parte di un magistrato. I Cpt,destinati al trattenimento degli stranieri da espellere privi di documenti e non collaborativi,erano nati con precise garanzie.La loro funzione era quella di permettere l'identificazione,l'acquisizione dell'accordo del paese di origine o di ultimo transito alla riammissione,la predisposizione dei documenti di viaggio e dei mezzi di trasporto,evitando nel frattempo la fuga dello straniero.Durante questa legislatura sono diventati dei luoghi di negazione dei diritti umani,chiusi a controlli esterni e dunque soggetti ad abusi di potere e al mancato rispetto dei diritti umani e del diritto d'asilo. Il centrodestra aveva promesso una radicale discontinuità rispetto alle politiche dell'Ulivo in materia di accordi bilaterali,tuonando che andavano usati mezzi coercitivi (cannonate contro gli scafisti,ritorsioni contro i paesi che non collaboravano,tramite il taglio dei fondi per la cooperazione allo sviluppo e alla riduzione delle quote migratorie a favore di quei paesi), decisamente un clima differente rispetto a quando Berlusconi invitava i tunisini a venire in Italia, offrendo casa e lavoro per tutti.

Tutta l'Europa ha concentrato ormai da anni l'attenzione sulle politiche di integrazione degli immigrati e dei loro figli,per permettere loro di realizzare pienamente il proprio potenziale,senza discriminazioni e per evitare le reazioni negative in caso di emarginazione.Gran parte dei paesi incontrano delle difficoltà su questa strada,affrontando talvolta improvvisi scoppi di violenza dei giovani che si sentono segregati,esclusi e discriminati (dai Riots al terrorismo di alcuni figli di immigrati in Gran Bretagna,alle Banlieues in rivolta in Francia ).Ciononostante nessun paese si tira indietro e rifiuta di affrontare la questione ,perchè questa ha un posto centrale nel futuro della società europea,dove gli immigrati e minoranze etniche rappresentarno raramente meno dell'8% della popolazione.

In Italia invece il governo ha scelto dal 2001 in poi di ignorare la questione,se non sulla base di qualche occasionale proclama di intolleranza (Berlusconi ha sostenuto la superiorità della civilta cristiana su quella musulmana nel 2001,Pera si è espresso contro la minaccia rappresentata dal meticciato nel 2005,Oriana Fallaci ha predicato indiscriminatamente contro tutti i musulmani).

Per la scuola sono state fatte solo polemiche identitarie (discussioni sulla presenza dei crocefissi nelle aule,sull'introduzione di elementi multiculturali,sul ecc). Il fondo per l'integrazione degli immigrati è stato prima tagliato (da 56,8 milioni di euro nel 2001 a 7 milioni nel 2003) e poi fatto scomparire all'interno del fondo indistinto per le politiche sociali. I fondi per l'integrazione sono stati dirottati inutilmente verso la sicurezza che ormai assorbe l'80% della spesa relativa all'immigrazione.Nelle scuole,a fronte di un aumento del numero di studenti stranieri da 181.000 nel 2000-01 a 420.000 nel 2005-2006 ,sono diminuiti agli insegnanti di sostegno e mediatori culturali,indispensabili per colmare il divario linguistico-culturale di bambini arrivati da poco in Italia o che non possono godere in famiglia dello stesso sostegno all'apprendimento dell'italiano e delle discipline scolastiche italiane.


Ad oggi la  Bossi-Fini rende la vita di molti immigrati estremamente precaria, legando il permesso di soggiorno a delle condizioni lavorative difficilmente presenti nella realtà odierna. “Se perdiamo il lavoro corriamo il rischio di perdere il permesso, di essere rinchiusi nei Cie o espulsi. Già migliaia di migranti dopo aver costruito la propria vita qui hanno dovuto lasciare il paese perdendo anni di contributi versati”, ha spiegato un membro del Coordinamento Migranti di Bologna. "Inoltre, a causa dell’attuale situazione normativa, per chi non ha il permesso di soggiorno è impossibile ottenerlo, e il sistema delle sanatorie – spesso accompagnate da frequenti truffe ai danni dei migranti"... decisamente non è un buon modello di integrazione!

Lo Staff


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