giovedì 29 agosto 2013

Germania, stella di David su un maiale - Comunità ebraica contro Roger Waters

Germania, stella di David su un maiale -  Comunità ebraica contro Roger Waters

29/08/2013

Germania, stella di David su un maiale Comunità ebraica contro Roger Waters Il co-fondatore dei Pink Floyd nel suo ultimo concerto usa simboli che ricordano la propaganda nazista. Lui si difende: "E' un messaggio pacifista". Il leader della comunità di Duesseldorf: "Non può avere spazio nella nostra città"

BERLINO – Guerra aperta tra la comunità ebraica tedesca e Roger Waters, cofondatore della mitica rock band Pink Floyd. Già, proprio quella che con ‘The Wall’ fece epoca a Berlino divisa auspicando a ritmo di musica la caduta dei Muri. Nella sua ultima opera - spettacolo musicale Roger Waters, già noto per posizioni violentemente anti - israeliane, mette in scena simboli chiaramente di fatto tratti dalla propaganda nazista ideata da Goebbels. Sul palcoscenico c’è un maiale gonfiabile di gomma, su cui un proiettore proietta una Stella di David. E’ inaccettabile, la nostra città non può accoglierlo, ha subito protestato l’autorevole, influente comunità ebraica della prospera e civile Duesseldorf, capitale del Nordreno-Westfalia (lo Stato più popoloso della Bundesrepublik), centro industriale, della moda, del design e città tra i maggiori esempi dopo Berlino della nuova democrazia multietnica tedesca.

Quel concerto va boicottato, dice la comunità ebraica. Prese di posizione di solidarietà con lei sono attese nelle prossime ore da partiti e media democratici, nel clima acceso della campagna elettorale. Anche in Belgio, per essere salito sul palco con quella stessa oscenità del maiale con la Stella di David, Roger Waters era stato duramente criticato e contestato. Nel copione di Roger Waters, insieme al maiale che apparentemente simboleggia in modo oltraggioso e razzista Israele e il popolo ebraico, c’è in scena un protagonista che indossa un mantello nero simile a quello delle SS, una fascia rossa sul braccio che evoca la banda con la svastica delle uniformi naziste, e spara di continuo con una pistola mitragliatrice come gli ‘Schmeisser MP 38’ usati dalle Waffen-SS e dalla Wehrmacht nei loro rastrellamenti, pogrom, massacri e deportazioni in tutta l’Europa occupata nel quadro della ‘Soluzione finale’, il genocidio industriale del popolo ebraico deciso dai massimi capi nazisti nel 1942 alla Conferenza nella villa sul Lago Wannsee a Berlino.

“Non avete capito nulla, io metto in scena un’opera dal messaggio pacifista”, si difende in una lettera aperta il 69enne cofondatore dei Pink Floyd noto da tempo per le sue posizioni radicalmente anti-israeliane. Ma con argomenti che non suonano convincenti: “Che volete da me, io ho messo in scena tanti simboli, anche croci cristiane o falci e martello o logo di grandi aziende…ho tanti amici ebrei, mio padre morì da soldato inglese combattendo contro i nazisti in Italia”. E che c’entra, forse ciò autorizza a mettere in scena un maiale (tra l’altro animale impuro e non commestibile per la religione ebraica) con la stella di David, evocando le peggiori vignette e slogan dello Stuermer, del Voelkischer Beobachter e di tutti i media del Terzo Reich?

Di parere opposto a quello del musicista è ovviamente il leader della comunità ebraica di Duesseldorf, Michael Szentei-Heise. “Roger Waters è un incendiario delle idee, non può avere spazio nella nostra città e nel nostro paese, la Germania democratica e tollerante”. E continua: “L’insieme di quella scenografia evoca chiaramente messaggi e simboli della propaganda antisemita del nazionalsocialismo, ed è profondamente inquietante il solo pensare che tanta gente possa andare a ballare, sentir musica applaudire e divertirsi con la musica di Roger Waters affiancata da quei simboli antisemiti e razzisti”.



Allo stesso modo la comunità musulmana si è chiesta perchè nella Germania democratica e tollerante non ci si è indignati allo stesso modo per gli attii vandalici contro i monumenti che ricordavano il martirio della donna musulmana, el-Sherbini, l'egiziana uccisa brutalmente in un tribunale tedesco dall'uomo che lei aveva citato in giudizio perchè la insultava ripetutamente per il suo hijab, o per  la campagna di Thilo Sarrazin  "Piuttosto che l'islam, la morte. Abbiamo lottato e dato il sangue per la nostra libertà e le nostre conquiste sociali. Prego ogni giorno che i nostri figli non dovranno mai portare il velo e sottostare all'islam". Queste erano le parole di una donna tedesca che alle ultime elezioni aveva votato sinistra in una Germania, che nel 2010 si interrogava sulle dichiarazioni di un socialdemocratico, Thilo Sarrazin, definì gli immigrati di provenienza turca e araba "troppo improduttivi, troppo ignoranti e troppo prolifici".
manifestazione partito Pro NRW


Parole di fuoco quelle dell'ex Bundesbank e senatore di Berlino. Quasi tre anni dopo, in Germania, i dati di uno studio dell'Università di Bielefeld, condotto dal sociologo Wilhelm Heitmeyer, confermano un'avanzata dell'ostilità nei confronti dell'islam. "Non si dice più "i turchi", bensì i musulmani" ha confermato il direttore dell'Istituto interdisciplinare per la ricerca contro la violenza e i conflitti dell'Università di Bielefeld.

Questa generalizzazione starebbe provocando nella società tedesca un aumento del rifiuto nei confronti dei musulmani. Un rifiuto che si è ormai affermato in tutte le classi sociali. Lo studio confermerebbe, infatti, un rigetto antislamico anche tra le classi benestanti e ricche.

Il Consiglio Centrale dei musulmani in Germania, vista la situazione, chiede che "il razzismo nei confronti nei confronti dell'islam venga riconosciuto quale dato di fatto". Aiman Mazyek, presidente del Consiglio Centrale dei musulmani in Germania ha puntato il dito contro le autorità politiche e di polizia e giustizia. Esse sarebbero colpevoli di catalogare il fenomeno della violenza nei confronti dei musulmani semplicemente sotto la voce "xenofobia" e non "islamofobia".

"Facendo così la dimensione della intolleranza nei confronti dell'islam viene mascherato" ha commentato Mazyek. Un problema, quello del "razzismo anti-islamico" è diffuso e "raggiunge il cuore della società tedesca". Mazyek suggerisce di istituire un rapporto sul razzismo annuale per fare in modo di avere una maggiore consapevolezza del fenomeno.

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