I musulmani del
mondo rifiutano le proteste in topless
Sabato 06/04/2013
IL CAIRO - In segno di protesta contro le attiviste femministe, che in topless manifestano davanti alle moschee di tutta Europa, un gruppo di donne musulmane ha lanciato una campagna online, per celebrare il loro hijab. "Facciamo vedere al mondo che ci opponiamo al fenomeno delle Femen e al loro uso delle donne musulmane che ha il solo scopo di rafforzare l'imperialismo occidentale."
Utilizzando siti di social media, come facebook, alcune donne musulmane hanno inviato delle fotografie nelle quali si mostrano con i mano de cartelli con su scritto alcune frasi, come ad esempio "La nudità non mi libera - e non ho bisogno di essere salvata", oppure "Femen non puoi dirmi cosa posso e cosa non posso indossare".
Alla loro protesta si sono unite anche donne di fede diversa; una
donna maericana ha scritto "Come americana, mi vergogno delle
azioni di queste Femen, spero che il resto del mondo non pensi che
siamo tutti così ignoranti". L'Islam, come religione divina,
stabilisce norme di equilibrio e di responsabilità degli uomini e
garantisce i diritti delle donne, e l’hijab rappresenta un codice
di abbigliamento obbligatorio, e non un simbolo religioso che mette
in mostra le proprie affiliazioni.
La protesta on-line, che ha preso il nome di "Pride Day Muslimah", è nata a seguito delle dimostrazioni messe in scena da alcune donne in topless, vicino alle moschee e alle ambasciate tunisine di tutta Europa; Queste donne appartengono al gruppo di attiviste FEMEN di Amina Tyler.
Tyler, è stata la prima attivista tunisina, a scatenare questo
fenomeno a metà marzo, inviando le proprie foto in topless su
Facebook, con gli slogan "Fuck Your morale" e "Il mio
corpo mi appartiene …." dipinto sul suo corpo. Tra le loro
ultime iniziative compare quella del 4 aprile chiamata "Giornata
Topless Jihad" , organizzata dal movimento FEMEN ucraino, che ha
sede nella città di Kiev che è tra le città (insieme a
Berlino, Parigi e altre capitali europee) che hanno riconosciuto e autorizzato questo evento.
Berlino, Parigi e altre capitali europee) che hanno riconosciuto e autorizzato questo evento.
Secondo un fotografo
dell'agenzia di stampa AFP, a Parigi, circa due dozzine di
femministe in topless, nei cui corpi era riportata la frase "No
islamisti" e "No Sharia" hanno cercato di avvicinarsi
all'ambasciata tunisina, ma sono state scoraggiate dalla polizia
mentre uscivano dalla metropolitana. A Bruxelles, un piccolo gruppo
di donne a torso nudo si sono radunate di fronte alla Grande Moschea
gridando "Amina Free", e altre tre hanno protestato davanti
al consolato tunisino di Milano.
Lo Staff
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