18/04/2013
Il premio Nobel Aung San Suu Kyi, è stato chiamato per chiedere di riformare
le leggi sulla cittadinanza in Birmania e per aiutare i musulmani perseguitati.
Aung San Suu Kyi ha lamentato l’uso di restrizioni e l’allontanamento forzato
della minoranza musulmana, ed ha chiesto una riforma di legge sulla cittadinanza per
aiutare i musulmani a sentirsi più al sicuro nel paese buddista.
Suu Kyi ha detto in
una conferenza stampa Mercoledì 17 aprile, durante la sua visita in Giappone , "Ho
incontrato alcuni leader musulmani recentemente; Nessuno di loro è mai stato in
nessun altro paese a parte la Birmania (Myanmar), e non si sentono di
appartenere a nessun altro posto, ed è triste per loro sentire che non gli è data la
possibilità di appartenere al nostro Paese”.
"Questa è una situazione molto triste. Dobbiamo imparare ad accogliere
coloro che sono diversi da noi."
I musulmani birmani
hanno affrontato ripetuti attacchi di violenza settaria nel Paese a maggioranza
buddista.
All'inizio di questo
mese, più di 43 persone sono state uccise e diverse moschee sono state bruciate
in attacchi settari in Birmania centrale, a seguito di un litigio tra una coppia buddista e alcuni proprietari
di negozi che vendono oro in Meiktila.
"Non c'è mai
stato un momento in cui abbiamo avuto la pace completa dentro la nostra
terra", ha detto Suu Kyi. "Sono fiduciosa
che possiamo raggiungere il successo economico, ma per realizzarlo serve la pace e l'unità."
I musulmani della
Birmania rappresentano circa il quattro per cento dei circa 60 milioni di
abitanti.
I musulmani
entrarono in Birmania in massa per la prima volta come lavoratori a contratto
dal subcontinente indiano durante il dominio coloniale britannico, che si è
concluso nel 1948, ma nonostante la
loro lunga storia, non si sono mai pienamente integrati nel paese.
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