Francia: porre fine ai "controle facies"
13/06/2013
Per anni, le organizzazioni nazionali ed internazionali, hanno cercato di attirare l'attenzione sugli abusi commessi durante i controlli di identità in Francia, tra cui quello del profilo etnico "profilage ethnique" e "controle facies" .
La Commissione Nazionale sulla Sicurezza Etica (NSDC) ha ricevuto diversi casi di segnalazione per controlli abusivi, e ha ribadito la necessità di "evitare controlli d'identità "facies" senza giusta causa ".
Il Profilage Ethnique e il Controle Facies fanno parte di quei controlli che servono a tracciare il profilo razziale di uno o più individui. Fondamentalmente si tratta di un comportamento discriminatorio adottato dalle autorità francesi, in particolare, nei confronti di un individuo o gruppo di individui sulla base della loro origine etnica , nazionale o religiosa reale o percepita . In pratica come per la profilazione politica e per la profilazione sociale, il "criminal profiling" si differenzia da queste perchè viene usato dalla polizia francese per risolvere un crimine.
La Francia deve mantenere il suo impegno nel vietare e prevenire i "controle facies" proponendo soluzioni efficaci, hanno detto oggi l'Open Society Justice Initiative e Human Rights Watch. La Francia ha ufficialmente accettato la proposta di mettere fine all'uso di questi controlli, annunciandolo in una sessione del Consiglio dei diritti umani dell'ONU a Ginevra il 6 giugno 2013.
"La Francia ha riconosciuto che non è accettabile che la polizia faccia appello alla gente per le strade e li tratti come criminali semplicemente sulla base del loro aspetto fisico, come cittadini di seconda classe", ha detto James A. Goldston, direttore esecutivo della Open Society Justice Initiative. "Ora, deve assicurarsi che tali pratiche abusive smettano di essere praticate una volta per tutte."
"Per anni, le organizzazioni nazionali e internazionali hanno cercato di attirare l'attenzione sugli abusi commessi durante i controlli di identità in Francia, tra cui il "Profilage ethnique". Questi abusi causano un deterioramento delle relazioni tra le forze di polizia e la popolazione e le vittime di questi controlli avvertono la sensazione di essere cittadini di serie b", hanno dichiarato le due organizzazioni.
L'Open Society Justice Initiative e Human Rights Watch agiscono insieme in una coalizione che riunisce sei organizzazioni non governative francesi in modo da fare pressione sul governo, così che la polizia non abbia più i poteri per condurre questo tipo di verifiche d'identità.
Durante la campagna presidenziale del 2012, François Holland si è impegnato nella "lotta contro i controlli d'identità discriminatori, affinchè cambino in favore di processi più rispettosi verso i cittadini". Nel settembre 2012, il nuovo primo ministro, Jean-Marc Ayrault, ha anche promesso che il governo avrebbe adoperato dei «certificati di controllo», da compilare da parte delle persone che vengono sottoposte a questi controlli in modo che queste possano esprimere un giudizio su come la polizia utilizza la sua autorità di controllo sulle persone in strada.
Purtroppo, il governo ha fatto rapidamente dietrofront su questi impegni presi, concentrandosi solo in direzione della riforma, come ad esempio quella che prevede l'introduzione di un codice etico per la polizia. Queste misure rappresentano tutt'altro che le modifiche necessarie, indicate dalle due organizzazioni.
Quattro paesi – il Messico, l'Egitto, l'India e Pakistan - hanno sollecitato la Francia per porre fine alle pratiche di "Profilage ethnique" durante la revisione periodica universale (UPR) che ha interessato la Francia nel mese di gennaio. L'UPR è un riesame periodico dei diritti umani, effettuato su ciascuno Stato membro delle Nazioni Unite, guidate da altri Stati membri sotto gli auspici del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Il governo francese ha accettato tutte queste sollecitazioni.
Per implementare queste raccomandazioni, il governo deve approvare una legge che vieti esplicitamente l'uso di profilature durante i controlli di identità etnica e modificare il codice di procedura penale per richiedere che vi sia un ragionevole sospetto, basato su obiettivi e sull'individuo, su ogni controllo da parte della polizia. Devono essere introdotti anche i certificati di controllo, fornendo alla persona informazioni circa il fondamento giuridico e le ragioni per le quali le si sta effettuando il controllo dell'identità. Senza queste modifiche, i controlli di identità continuerano ad essere inserite in un'area di pratiche ombra adottate dalla polizia che impediscono ai giudici di verificare se i controlli sono stati effettuati in maniera rispettosa dei diritti fondamentali, hanno spiegato le due associazioni.
"Questi cambiamenti sono attesi per da lungo tempo", ha detto Judith Sunderland, ricercatrice della divisione Europa di Human Rights Watch. "Il governo deve agire rapidamente per mantenere le sue promesse per quanto riguarda le Nazioni Unite e per l'elettorato francese, al fine di porre fine alle pratiche di 'ethnic profiling"
Open Society Justice Initiative
Lo staff
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