martedì 25 giugno 2013

Israele vieta anche le marionette palestinesi

Israele vieta anche le marionette palestinesi
26/06/2013

Il Ministero della Sicurezza Interna chiude un teatro a Gerusalemme Est e fermato un festival per bambini. La città sempre più schiacciata dalle politiche israeliane scrive NenaNews.

Nel mirino delle autorità israeliane finiscono ora anche le marionette palestinesi. Venerdì il ministro della Sicurezza Interna, Yitzhak Aharonovitch, ha ordinato la chiusura del teatro El-Hakawati a Gerusalemme Est e impedito lo svolgimento di un festival per bambini.

"Aharonovitch ha preso la decisione venerdì perché le attività in questione erano organizzate sotto la direzione e la sponsorizzazione dell'Autorità Palestinese", ha spiegato il portavoce della polizia israeliana, Liba Samri. Una sponsorizzazione considerata illegale a Gerusalemme Est perché priva di autorizzazioni. Immediata la reazione del teatro: il direttore, Mohammed Halayiqa, ha definito la chiusura "vergognosa" e ha aggiunto che l'ANP non era coinvolta nell'organizzazione dell'International Puppet Festival, finanziato soltanto da gruppi internazionali. "Le loro fonti hanno riportato che i fondi arrivavano dall'ANP, anche se non è così, e hanno ordinato la chiusura del teatro per una settimana, impedendo così lo svolgimento del festival". Il direttore racconta della delusione provata quando, dopo giorni e giorni trascorsi a decorare il teatro, i servizi di sicurezza hanno imposto la chiusura dal 22 al 30 giugno.

Ma a lasciare a bocca aperta, al di là delle giustificazioni date da Israele, è il target scelto dalle autorità: i bambini e le loro marionette. Nessun fine politico, solo un divertimento per i bambini palestinesi di Gerusalemme, costretti a vivere in condizioni sempre peggiori: secondo dati pubblicati a maggio dalle Nazioni Unite (e ripresi da una ricerca dell'Association for Human Rights in Israel), il 79% dei quasi 300mila residenti palestinesi nella Città Santa vive sotto la soglia di povertà, un tasso che sale all'82% per i minori di 18 anni (contro il 45% dei bambini israeliani).

L'Onu aveva a maggio puntato il dito contro le politiche di giudaizzazione della città implementate dal governo di Tel Aviv: la costruzione del Muro di Separazione, la scarsa integrazione dell'economia palestinese, la separazione dalle terre agricole hanno in pochi anni provocato la perdita di oltre 760 milioni di euro a Gerusalemme Est, sotto forma di crollo delle opportunità di lavoro e del settore commerciale.

A pesare sono le discriminazioni nel riconoscimento del diritto di cittadinanza (i palestinesi di Gerusalemme non sono considerati cittadini israeliani, ma solo residenti) e dei servizi pubblici: pur pagando elevate tasse comunali, le famiglie arabe non godono di molti servizi, come la raccolta dei rifiuti e i mezzi pubblici, oltre all'impossibilità di costruire nuove abitazioni o strutture permanenti. Infine, la mancanza di scuole: solo il 46% degli studenti palestinesi è in grado di frequentare gli istituti pubblici perché mancano le classi.

Lo Staff

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