venerdì 21 giugno 2013

Appello delle madri tunisine

Appello delle madri tunisine

21/06/2013

Tunisia: settembre 2010, febbraio, marzo e aprile 2011; settembre e novembre 2012. . Tunisia: febbraio 2013
I nostri figli e le figlie hanno lasciato la Tunisia nelle date di cui sopra, nel mese di febbraio 2013, è stata sottoscritta dal sito internet  storiemigranti una petizione per loro:

Siamo madri tunisine e famiglie che hanno chiesto di conoscere la verità per anni. L'abbiamo fatto in diversi modi, con marce e sit-in, raggiungendo le nostre istituzioni e i governi, chiedendo in Italia, chiedendo uno scambio di impronte digitali tra le autorità italiane e quelle tunisine per rintracciare i nostri figli e figlie. Tuttavia, fino ad ora abbiamo solo ottenuto risposte vaghe, impegni formali e nessuna chiarezza sul fatto che lo scambio di impronte digitali sia stato effettivamente eseguito.
I nostri figli e le nostre figlie hanno lasciato per l'Italia e l'Europa subito prima o subito dopo la nostra rivoluzione. Hanno lasciato le coste della Tunisia attraversando il Mediterraneo nel solo modo possibile per loro, vale a dire su piccole barche clandestine perchè le politiche europee impediscono ai tunisini di prendere un aereo o un traghetto di linea con la stessa libertà lasciata ai cittadini europei quando vengono nel nostro paese.
Non abbiamo nessuna notizia da molti di loro, altri forse sono morti in uno dei tanti naufragi nel Mediterraneo
Sono quindi "dispersi": quelli che sono morti e i cui corpi non sono stati riconsegnati a noi, così come quelli che abbiamo o non abbiamo più sentito da allora, anche se alcune madri e famiglie hanno riconosciuto le loro immagini in notiziari italiani e francesi.
Siamo madri, padri, sorelle e fratelli. Madri, padri, sorelle e fratelli nella stessa maniera che in Europa. Ma solo 6 di noi hanno ottenuto un visto per andare in Italia per cercare di capire cosa è successo a centinaia di giovani dispersi. Per le politiche europee, il nostro amore e il nostro dolore non hanno lo stesso valore che verrebbe concesso ai familiari dei giovani europei in una situazione simile.
Non vogliamo che sia così. È per questo che chiediamo all'Unione europea di spiegare a fondo quanto accaduto. Non sappiamo il numero esatto di persone "scomparse", ma sappiamo che ci sono un sacco, centinaia di Tunisini, e che il numero è molto più alto se si considerano tutte le persone che hanno perso la vita in mare in questi ultimi anni, trasformando questo breve tratto di mare in un cimitero marino.
Per il nostro dolore, e ancora di più per i nostri figli e figlie "mancanti", vogliamo che sia fatto tutto ciò che è possibile per rispondere alle nostre domande. In questi mesi abbiamo raccolto le informazioni e così ora sappiamo: quando hanno lasciato la Tunisia, da dove e dove erano diretti, su quali barche, quante persone c'erano in ogni barca, i numeri di telefono con i quali siamo stati chiamati dalle durante il loro viaggio, il tempo delle loro telefonate, la compagnia telefonica, abbiamo anche le news video in cui alcune famiglie hanno riconosciuto i loro figli e figlie, abbiamo l'articolo di un quotidiano italiano a parlare dell'arrivo di una delle barche, e sappiamo che la posizione precisa di alcuni dei relitti.
Questo è ciò che sappiamo. Ma sappiamo anche che quel tratto di mare è costantemente monitorato dalle numerose tecnologie di sorveglianza e i mezzi impiegati dall'Unione europea, dallo Stato membro e dall'agenzia Frontex tra le due sponde del Mediterraneo al fine di controllare le migrazioni. Mezzi costituiti da radar, satelliti, navi di guardia, aerei, elicotteri, e, dopo l'arrivo dei migranti, la raccolta delle impronte digitali che vengono archiviate. Sappiamo che anche i mezzi della NATO sono schierati, non solo quelli dell'Unione Europea.
Chiediamo all'Unione europea di formare una commissione per mettere queste conoscenze a nostra disposizione, con la partecipazione di rappresentanti del governo italiano e tunisino. Noi chiediamo che un rappresentante della famiglia per ogni imbarcazione partecipi alla commissione e che il visto debba essere messo a disposizione di questi rappresentanti della famiglia affinchè possano partecipare a riunioni delle commissioni. Chiediamo anche la partecipazione di europei, italiani, esperti tunisini delle politiche di controllo dell'immigrazione nella Commissione, così come chiameremo come esperti le persone che ci hanno aiutato a mettere insieme il nostro dossier.
Vogliamo sapere e chiediamo:
. 1) la localizzazione delle barche nel momento in cui abbiamo ricevuto telefonate da parte dei nostri figli e figlie mentre viaggiavano e tutte le informazioni che gli strumenti di controllo dell'immigrazione hanno ottenuto nei giorni indicati
2) i nostri esperti siano autorizzati a controllare, caso per caso, lo scambio di informazioni dattiloscopiche come è già successo tra le autorità tunisine e italiane e chiediamo anche che questa ricerca sia ampliata attingendo da banche dati europee
3) il confronto tecnico delle news video in cui i genitori riconoscono i loro figli e figlie con la le immagini dei loro figli e figlie mettendo a disposizione le immagini gli archivi tv dei giorni che precedono e seguono quelle in cui i genitori riconoscono i loro figli e figlie
4) il recupero dei cadaveri delle persone morte nel naufragio e il salvataggio delle reliquie
Chiediamo che la nostra richiesta sia sostenuta da tutte le donne e gli uomini che ci hanno aiutato e coloro che vogliono farlo ora.
"Chiediamo le vostre conoscenze. Una petizione per le madri e le famiglie dei migranti tunisini dispersi
Le madri tunisine e le famiglie dei figli e figlie "mancanti".

Lo Staff

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