Il dibattito sul velo sta scuotendo da diverse settimane Singapore, la vicina isola della Malesia.
Oggi,
l'indossare simboli religiosi è vietato per le donne in uniforme o che esercita dei
mestieri nel settore pubblico come in ospedali, polizia o esercito,
ma molti abitianti di Singapore di fede musulmana hanno unito le loro forze per
porre fine a questo divieto, anche tramite le petizioni sul Web.
Il partito dei lavoratori ha detto di riconosce «la volontà e le aspirazioni dei musulmani di Singapore»
che cercano di modificare la legislazione, per questo hanno chiamato i rappresentanti dei mestieri su menzionati, il 7 novembre, a presentarsi in
un dibattito pubblico al fine di raggiungere un compromesso.
In una dichiarazione, il partito ha detto che non vuole che i dibattiti sull'hijab vengano "politicizzati", «osservando anche
che nel corso degli anni, gli abitanti di Singapore erano abituati a vedere
lavorare le donne musulmane velate negli uffici governativi, in qualche ospedale
privato come infermiere, nelle scuole, come insegnanti e anche
come partecipanti alla sfilata della festa nazionale».
Pochi giorni prima, il ministro
incaricato degli affari islamici, Yaacob Ibrahim, ha convenuto, tuttavia,
che la revoca del divieto al momento sarebbe "molto problematica" e ha chiesto alla comunità musulmana di essere "paziente". Ma al di fuori di questo contesto, "esse sono libere di indossarlo", "Autorizziamo gli ufficiali di polizia musulmani di indossare l'hijab ma non in servizio" , sottolinea.
"Le donne musulmane godono di molte libertà a Singapore. Esse possono indossare l'hijab in molte situazioni, compreso il Parlamento, e nella più alta camera", ha aggiunto il ministro. Nel
frattempo, il primo ministro Lee Hsien Loong ha incontrato i deputati che
rappresentano la Comunità malese musulmana per discutere di questo argomento.
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