In Arabia Saudita è aumentata l’attenzione verso questa malattia e
verso le altre forme di cancro, benché il Paese registri un basso tasso
di donne colpite dal tumore al seno: solo 18 donne saudite su 100.000
sono colpite da cancro, in raffronto ai 120 casi su 100.000 negli Stati
Uniti.
Nonostante ciò, l’attività svolta dagli enti di ricerca e beneficenza
è fondamentale, in quanto informa le donne sull’importanza dei
controlli preventivi e su cosa fare per cercare di evitare il tumore al
seno.
Particolare menzione meritano il centro saudita Shaykh Muhammad
Husayn e il centro dell’università saudita Re Abdallah Aziz di Gedda per
aver reso noti al Paese quali sono i fattori di rischio del cancro: la
genetica, il quadro sanitario, l’età, l’obesità, il fumo. Entrambi i
centri hanno quindi indicato alle donne le principali accortezze da
prendere per cercare di non ammalarsi di tumore: non mangiare cibi
grassi, fare attività fisica, non fumare, insomma: avere uno stile di
vita sano.
Tutto questo è corretto e sicuramente ha un certo peso nella vita
sociale, ma non basta. Bisogna rendere la donna veramente consapevole di
cosa significa ammalarsi di tumore e bisogna partire dalle più giovani:
un’adolescente diventerà una madre da cui i figli e le generazioni
future impareranno a vivere e comportarsi ed è perciò necessario che
comprenda l’importanza del suo ruolo. Inoltre, uno dei punti più
delicati che ruotano intorno al tumore al seno è l’ipotetica perdita di
femminilità della donna. Per eliminare questa malattia, fisicamente e
psicologicamente, una donna ha bisogno di tutto il sostegno possibile da
parte del marito, dei figli e dell’intera società.
Sono davvero da apprezzare tutti coloro che sentono con forza il
dovere morale di sensibilizzare la società verso la prevenzione del
tumore al seno e bisogna sperare che gli enti di ricerca riescano a fare
passi in avanti per sconfiggere del tutto questo terribile male.
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