"Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono" Al Hajj Malik al Shabbaz aka Malcolm X
martedì 26 novembre 2013
Egitto referendum si terrà nel mese di dicembre
Un referendum sulla modifica della Costituzione in Egitto si terrà nel mese di dicembre. Lo ha detto il portavoce dell' assemblea costituente h Martedì, un passo importante verso le elezioni.
"Il referendum si terrà prima della fine di dicembre", ha detto Mohamed Salmawy.
Questo contraddice le osservazioni formulate dal primo ministro Hazem el-Beblawi, che Domenica aveva detto che il referendum si sarebbe fatto nella seconda metà di gennaio.
Migliaia di europei volontari per l'esercito israeliano
I volontari si ritiene siano stati reclutati da gruppi di destra sionisti ebrei e cristiani. Un particolare gruppo citato nella relazione è l'organizzazione Mahal con sede a Londra, che ha reclutando volontari per un decennio.
Middle-East Monitor ha citato una dichiarazione di Euro-Mid dicendo: "L'organizzazione si rivolge a gruppi di giovani, maschi al di sotto dei 24 anni e le donne sopra i 21 anni, attraverso programmi educativi che possono durare fino a 18 mesi", aggiungendo che "migliaia di volontari da circa 40 paesi, per lo più provenienti dall' Europa, hanno aderito all'esercito di Israele, e nessuno di loro è stato ritenuti responsabile o indagato dal suo paese d'origine. "
Un'altra organizzazione con sede in Norvegia starebbe offrendo ai volontari l'appartamento, denaro e due biglietti andata e ritorno per tornare nella loro casa ogni anno, e si crede dabbiano reclutato fino a 5.000 persone.
In un video rilasciato da Euro-Mid viene mostrata una donna ucraina che ha ammesso in diretta tv di aver volontariamente lavorato per l'esercito di Israele, e di aver ucciso bambini palestinesi.
Se ciò che è stato mostrato risulterà vero, questo servizio di reclutamento sarà una violazione della legge internazionale:
Il VIDEO
Muore a due anni: i genitori donano il pacemaker all'ospedale
La piccola soffriva fin dalla nascita di malformazioni cardiache
Mercoledì febbre alta, poi il decesso.
MONTEBELLUNA - Sarà sepolta in Marocco, terra dei suoi genitori,
la piccola di 2 anni e mezzo morta al pronto soccorso per delle
complicazioni cardiache causate dalla violenta febbre che l'aveva
colpita mercoledì pomeriggio.
La piccola Zinab Neffaa era nata con gravi disfunzioni cardiache
che aveva parzialmente risolto all'ospedale di Verona, dove i medici
l'avevano dotata di un pacemaker. Zinab si era perfettamente ripresa
anche se doveva sottoporsi a continui controlli medici. Mercoledì
l'improvvisa febbre alta, il trasporto al pronto soccorso e la repentina
morte, giovedì pomeriggio, che ha colto di sorpresa gli stessi medici
che la seguivano da tempo. I genitori della piccola Zinab, come
ringraziamento hanno donato il suo pacemaker all'ospedale di
Montebelluna: un gesto semplice che potrà aiutare un altro bambino in
difficoltà.
Questa mattina alle ore 10 inchaAllah, all'ospedale di Montebelluna, ci sarà la Salat Aljanaza sulla piccola Zineb — Allah Yarhama. Chi si trovasse da quelle parti o ci potesse andare, parcecipi, e Allah Ta'ala gliene renderà merito. In shaa LLAh.
Nel frattempo la comunità Islamica si è mobilitata anche su facebook, attraverso una raccolta fondi per aiutare la famiglia a sostenere le spese necessarie per poter trasportare la salma della piccola Zinab in Marocco. Questo è l' Iban della moschea di Montebelluna IT11UO760112000001013056450 CAUSALE LA BAMBINA ZINEB
Madinah ospiterà la conferenza mondiale sul Profeta
Il Principe
ereditario Salman, inaugurerà Martedì, una
conferenza mondiale sul Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) presso
l'Università Islamica di Madinah.
Il Presidente dell'Università, Abdulrahman Al-Sanad, ha ringraziato il Custode delle Due Sacre Moschee Re Abdullah, il principe ereditario Salman e il principe Muqrin, per il supporto fornito all'università. e a lui personalmente, ha infine ringraziato il governatore di Madinah, principe Faisal bin Salman e il ministro dell'Istruzione, Khalid Al-Angari.
Sanad Al-Said ha annunciato che il primo tema affrontato nella conferenza sarà " Muhammad il Profeta Universale (pace e benedizione su di lui) e il suo messaggio," che dovrebbe includere temi come il ruolo svolto dall'Islam nel soddisfare i bisogni degli esseri umani, sia dal punto di vista spirituale che morale, l'Islam e la costruzione della civiltà umana, Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) e l'unità della nazione, la da'wa islamica globale (cause e componenti).
Il secondo tema, ha detto, sarà "Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) e la definizione di principi umani universali", che comprendono i principi di giustizia e consultazione, l'uguaglianza, il dialogo e l'accettazione degli altri, la convivenza pacifica tra gli individui e le nazioni e la tolleranza come mezzo di raggiungimento dei diritti.
Il terzo tema, sarà intitolato "Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui), la costruzione dell'identità islamica", e tratterà argomenti come il rispetto della dignità umana, sulla base delle linee guida del Profeta, l'applicazione dei valori di lealtà alla religione e alla nazione, come enunciato nei detti del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui), le sue azioni che hanno edificato il carattere islamico, la costruzione dei fondamenti dell'identità islamica, la metodologia che richiede obbedienza ai governatori, e la questione della libertà personale, come espresso dal Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui).
Il quarto tema, dal titolo "I diritti del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) per l'umanità", esaminerà questioni come i diritti del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui), come espresso da lui, del suo insegnamento e nella diffusione della sua chiamata, la sua chiamata al rispetto delle fonti della legislazione, come prendere le distanze da tutto ciò che non è degno o che non soddisfa le qualità dei profeti e dei messaggeri di Allah, come porre fine alla diffusione di informazioni ingannevoli sul Profeta (pace e benedizione su di lui) e difenderlo, ed apprendere i meccanismi di diffusione globale Il suo riconoscimento dei diritti sull'umanità.
Il Presidente dell'Università, Abdulrahman Al-Sanad, ha ringraziato il Custode delle Due Sacre Moschee Re Abdullah, il principe ereditario Salman e il principe Muqrin, per il supporto fornito all'università. e a lui personalmente, ha infine ringraziato il governatore di Madinah, principe Faisal bin Salman e il ministro dell'Istruzione, Khalid Al-Angari.
Sanad Al-Said ha annunciato che il primo tema affrontato nella conferenza sarà " Muhammad il Profeta Universale (pace e benedizione su di lui) e il suo messaggio," che dovrebbe includere temi come il ruolo svolto dall'Islam nel soddisfare i bisogni degli esseri umani, sia dal punto di vista spirituale che morale, l'Islam e la costruzione della civiltà umana, Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) e l'unità della nazione, la da'wa islamica globale (cause e componenti).
Il secondo tema, ha detto, sarà "Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) e la definizione di principi umani universali", che comprendono i principi di giustizia e consultazione, l'uguaglianza, il dialogo e l'accettazione degli altri, la convivenza pacifica tra gli individui e le nazioni e la tolleranza come mezzo di raggiungimento dei diritti.
Il terzo tema, sarà intitolato "Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui), la costruzione dell'identità islamica", e tratterà argomenti come il rispetto della dignità umana, sulla base delle linee guida del Profeta, l'applicazione dei valori di lealtà alla religione e alla nazione, come enunciato nei detti del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui), le sue azioni che hanno edificato il carattere islamico, la costruzione dei fondamenti dell'identità islamica, la metodologia che richiede obbedienza ai governatori, e la questione della libertà personale, come espresso dal Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui).
Il quarto tema, dal titolo "I diritti del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) per l'umanità", esaminerà questioni come i diritti del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui), come espresso da lui, del suo insegnamento e nella diffusione della sua chiamata, la sua chiamata al rispetto delle fonti della legislazione, come prendere le distanze da tutto ciò che non è degno o che non soddisfa le qualità dei profeti e dei messaggeri di Allah, come porre fine alla diffusione di informazioni ingannevoli sul Profeta (pace e benedizione su di lui) e difenderlo, ed apprendere i meccanismi di diffusione globale Il suo riconoscimento dei diritti sull'umanità.
Mostra ufficiale del patrimonio islamico palestinese
Questo
Venerdì 22 novembre, una mostra ufficiale sul patrimonio islamico della
Palestina è stata inaugurata in Venezuela, in particolare per evidenziare la sofferenza del popolo palestinese.
L'Ambasciata palestinese del Venezuela ha organizzato l'evento in collaborazione con il Ministero della Cultura venezuelano, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa MMA.
Le opere presentate durante questa esposizione, dimostrano sia la sofferenza del popolo palestinese , così come la pressione dall'occupazione sionista.
Infatti, i visitatori sono stati in grado di visionare immagini e documentari sulla colonizzazione sionista e le sofferenze dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, nonché prendere coscienza del numero di palestinesi costretti a vivere in queste condizioni. La mostra offre anche una sezione dedicata agli attacchi del regime sionista contro la moschea di Al Aqsa e la moschea di Ibrahimi a Hebron.
L'Ambasciata palestinese del Venezuela ha organizzato l'evento in collaborazione con il Ministero della Cultura venezuelano, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa MMA.
Le opere presentate durante questa esposizione, dimostrano sia la sofferenza del popolo palestinese , così come la pressione dall'occupazione sionista.
Infatti, i visitatori sono stati in grado di visionare immagini e documentari sulla colonizzazione sionista e le sofferenze dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, nonché prendere coscienza del numero di palestinesi costretti a vivere in queste condizioni. La mostra offre anche una sezione dedicata agli attacchi del regime sionista contro la moschea di Al Aqsa e la moschea di Ibrahimi a Hebron.
Belgio: Tre moschee profanate nella stessa notte
Nella città di Genk, in Belgio, tre moschee sono state bersaglio di atti vandalici .
Giovedi sera del 21 Novembre, sono comparse sulle pareti di tre luoghi di culto differenti, delle scritte razziste e islamofobe come sporco nero, insulti, svastiche o anche disegni raffiguranti una testa di maiale.
.
L'esecutivo islamico del Belgio, dopo aver condannato i fatti, ha "esortato i musulmani a non rispondere alle provocazioni, se non con mezzi pacifici e legali . " ed ha aggiunto di essere comprensivi e invitare i fedeli ad " aprire le loro porte ai loro concittadini non musulmani in uno spirito di pace e tolleranza. "
Infine, grazie ai sistemi di videosorveglianza e alle testimonianze, i due individui di 20 anni, responsabili dei fatti sono stati identificati e arrestati.
Giovedi sera del 21 Novembre, sono comparse sulle pareti di tre luoghi di culto differenti, delle scritte razziste e islamofobe come sporco nero, insulti, svastiche o anche disegni raffiguranti una testa di maiale.
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L'esecutivo islamico del Belgio, dopo aver condannato i fatti, ha "esortato i musulmani a non rispondere alle provocazioni, se non con mezzi pacifici e legali . " ed ha aggiunto di essere comprensivi e invitare i fedeli ad " aprire le loro porte ai loro concittadini non musulmani in uno spirito di pace e tolleranza. "
Infine, grazie ai sistemi di videosorveglianza e alle testimonianze, i due individui di 20 anni, responsabili dei fatti sono stati identificati e arrestati.
Sesto Calende, il Tar dà torto al Comune: “Deve individuare un’area per la moschea”
Mentre a Varese, ultima roccaforte di una Lega Nord in disfacimento, l’amministrazione comunale nega la moschea ai musulmani, il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso della comunità islamica di Sesto Calende, paesotto (sempre a guida leghista) incastonato tra il Lago Maggiore e il fiume Ticino.
È stata pubblicata in questi giorni la sentenza che dà ragione all’associazione Comunità Islamica Ticinese, imponendo all’amministrazione guidata dal sindaco Marco Colombo di individuare sul proprio territorio un’area da adibire a luogo di culto per i musulmani.
La disputa è iniziata nel periodo a cavallo tra il 2008 e il 2009, quando a Sesto Calende c’era ancora una amministrazione di centrosinistra e nel centro del Paese era attiva una struttura adibita a moschea: “Era un posto molto brutto – spiega l’attuale sindaco del Carroccio – degradato in termini architettonici e precario in quanto a sicurezza. Ogni venerdì vi si radunavano 250 persone in meno di 100 metri quadrati, venivano da tutto il Piemonte e da mezza Lombardia”. Insomma, una situazione esasperante.
Probabilmente Colombo allora ci aveva visto giusto, visto il successo riscontrato dalla raccolta firme organizzata allora dalla Lega Nord: 5600 cittadini sestesi (su meno di 11mila residenti) sottoscrissero l’osservazione al nuovo Piano di Governo del Territorio, chiedendo che l’amministrazione non individuasse l’area per l’edificazione di un nuovo luogo di culto per islamici. “Di fronte alla nostra petizione la maggioranza di centrosinistra è andata avanti comunque – ha detto Colombo – predisponendo una convenzione che non venne mai firmata perché le parti non erano d’accordo sul contenuto”.
Sull’onda del successo della lotta anti-moschea la Lega vinse le elezioni e Colombo, in uno dei suoi primi atti da sindaco, dichiarò inagibile la struttura, aprendo un contenzioso con l’associazione degli islamici. “Il centro storico di Sesto si stava distruggendo – continua Colombo – La popolazione aveva i nervi tesi. Ovunque attorno a questo posto stavano sorgendo kebab e c’era sempre gente strana a bivaccare nel nostro Paese”. L’associazione religiosa si oppose prima all’ordinanza di inagibilità, perdendo il ricorso, poi al piano di governo del territorio ed è su questo punto che il Tar ha dato ragione ai ricorrenti in quanto “ciascun Comune è tenuto ad individuare nel Piano dei Servizi aree da destinare a servizi religiosi”.
La sentenza del Tar lombardo, appellandosi all’articolo 19 della Costituzione (libertà di culto), specifica poi che anche dove si ravvedesse la necessità di non accogliere le richieste delle comunità attive sul territorio, devono esserci giustificati motivi. Nello specifico l’associazione richiedente era in possesso di tutti i requisiti necessari e i motivi addotti dall’amministrazione leghista non sono stati ritenuti validi. “Ora – commenta rammaricato il sindaco – dobbiamo per forza individuare un’area, anche se sicuramente faremo ricorso”.
Ma la lotta non è finita: “Il Tar ci impone di fare. Io obbedisco. Ma su questa cosa sono pronto a dimettermi anche oggi pur di rimandare il più possibile l’atto”. Il sindaco spiega che farà di tutto per rispettare la volontà dei cittadini sestesi che ancora oggi, a distanza di cinque anni dall’accaduto, secondo lui rimangono contrari alla realizzazione di una moschea: “Se io devo dare questa possibilità ai musulmani devo garantire un luogo al massimo per una quindicina di persone, tanti sono i musulmani praticanti a Sesto Calende.
Non posso rispondere alle esigenze regionali, la verità è che il problema va affrontato altrove, non può essere un piccolo paese di lago a sobbarcarsi ogni venerdì un’affluenza che nei mesi del ramadan arriva a 600 persone”. Secondo il sindaco, che rifiuta l’etichetta di leghista rozzo e ignorante, i cittadini del posto erano e sono spaventati da queste presenze: “Presi singolarmente sono gente meravigliosa. Ma se ti trovi 40 uomini che parlano nella loro lingua, magari un po’ trasandati, con la barba lunga, in tunica bianca, non credo ti facciano stare tranquillo. Se poi ne vedi 500 ti chiedi cosa stia succedendo e non riesci a darti una risposta”.
La diffidenza nei confronti degli islamici, tanto a Varese quanto a Sesto Calende, è più che giustificata secondo il segretario provinciale leghista Matteo Bianchi: “Dobbiamo sempre considerare questi posti come un potenziale pericolo, un possibile luogo di coltura per cellule terroristiche”. E poi continua: “La libertà di culto deve essere garantita a tutti ma nel rispetto delle regole sia urbanistiche che di igiene e anche di sicurezza”. Bianchi ricorda come in passato alcuni luoghi di ritrovo islamici abbiano preso una deriva preoccupante: “La lega è sempre chiara, il razzismo non c’entra nulla. Vogliamo solo evitare che si cada nella dittatura della minoranza”.
Filosofico l’approccio di Giorgio Stabilini, rappresentante delle comunità islamiche varesine (una platea di circa 20mila fedeli) che non se la prende con chi dimostra diffidenza: “È normale, posso capire che vedere uomini in tunica e donne con il velo a qualcuno dia fastidio. Ma siamo nel 2013, viviamo in un mondo che di differenze non si accorge più. Diamo per normali ragazzini con la cresta viola, impareranno anche ad accettare un uomo con la barba e la tunica”. L’amarezza di Stabilini per il caso del centro culturale negato a Varese è però evidente: “La città è piena di slot machine e a noi negano uno spazio sociale e culturale, dove organizziamo corsi, aiutiamo le persone, facciamo integrazione. Secondo me c’è qualcosa che non funziona. Questo approccio non potrò mai capirlo”. Stabilini spiega di non volere conflitti: “A cosa servono? So che se vado allo scontro non faccio nulla di buono. A chi si dimostra diffidente dico: conosciamoci. Altrimenti sarà il tempo a darci ragione”.
fonte
È stata pubblicata in questi giorni la sentenza che dà ragione all’associazione Comunità Islamica Ticinese, imponendo all’amministrazione guidata dal sindaco Marco Colombo di individuare sul proprio territorio un’area da adibire a luogo di culto per i musulmani.
La disputa è iniziata nel periodo a cavallo tra il 2008 e il 2009, quando a Sesto Calende c’era ancora una amministrazione di centrosinistra e nel centro del Paese era attiva una struttura adibita a moschea: “Era un posto molto brutto – spiega l’attuale sindaco del Carroccio – degradato in termini architettonici e precario in quanto a sicurezza. Ogni venerdì vi si radunavano 250 persone in meno di 100 metri quadrati, venivano da tutto il Piemonte e da mezza Lombardia”. Insomma, una situazione esasperante.
Probabilmente Colombo allora ci aveva visto giusto, visto il successo riscontrato dalla raccolta firme organizzata allora dalla Lega Nord: 5600 cittadini sestesi (su meno di 11mila residenti) sottoscrissero l’osservazione al nuovo Piano di Governo del Territorio, chiedendo che l’amministrazione non individuasse l’area per l’edificazione di un nuovo luogo di culto per islamici. “Di fronte alla nostra petizione la maggioranza di centrosinistra è andata avanti comunque – ha detto Colombo – predisponendo una convenzione che non venne mai firmata perché le parti non erano d’accordo sul contenuto”.
Sull’onda del successo della lotta anti-moschea la Lega vinse le elezioni e Colombo, in uno dei suoi primi atti da sindaco, dichiarò inagibile la struttura, aprendo un contenzioso con l’associazione degli islamici. “Il centro storico di Sesto si stava distruggendo – continua Colombo – La popolazione aveva i nervi tesi. Ovunque attorno a questo posto stavano sorgendo kebab e c’era sempre gente strana a bivaccare nel nostro Paese”. L’associazione religiosa si oppose prima all’ordinanza di inagibilità, perdendo il ricorso, poi al piano di governo del territorio ed è su questo punto che il Tar ha dato ragione ai ricorrenti in quanto “ciascun Comune è tenuto ad individuare nel Piano dei Servizi aree da destinare a servizi religiosi”.
La sentenza del Tar lombardo, appellandosi all’articolo 19 della Costituzione (libertà di culto), specifica poi che anche dove si ravvedesse la necessità di non accogliere le richieste delle comunità attive sul territorio, devono esserci giustificati motivi. Nello specifico l’associazione richiedente era in possesso di tutti i requisiti necessari e i motivi addotti dall’amministrazione leghista non sono stati ritenuti validi. “Ora – commenta rammaricato il sindaco – dobbiamo per forza individuare un’area, anche se sicuramente faremo ricorso”.
Ma la lotta non è finita: “Il Tar ci impone di fare. Io obbedisco. Ma su questa cosa sono pronto a dimettermi anche oggi pur di rimandare il più possibile l’atto”. Il sindaco spiega che farà di tutto per rispettare la volontà dei cittadini sestesi che ancora oggi, a distanza di cinque anni dall’accaduto, secondo lui rimangono contrari alla realizzazione di una moschea: “Se io devo dare questa possibilità ai musulmani devo garantire un luogo al massimo per una quindicina di persone, tanti sono i musulmani praticanti a Sesto Calende.
Non posso rispondere alle esigenze regionali, la verità è che il problema va affrontato altrove, non può essere un piccolo paese di lago a sobbarcarsi ogni venerdì un’affluenza che nei mesi del ramadan arriva a 600 persone”. Secondo il sindaco, che rifiuta l’etichetta di leghista rozzo e ignorante, i cittadini del posto erano e sono spaventati da queste presenze: “Presi singolarmente sono gente meravigliosa. Ma se ti trovi 40 uomini che parlano nella loro lingua, magari un po’ trasandati, con la barba lunga, in tunica bianca, non credo ti facciano stare tranquillo. Se poi ne vedi 500 ti chiedi cosa stia succedendo e non riesci a darti una risposta”.
La diffidenza nei confronti degli islamici, tanto a Varese quanto a Sesto Calende, è più che giustificata secondo il segretario provinciale leghista Matteo Bianchi: “Dobbiamo sempre considerare questi posti come un potenziale pericolo, un possibile luogo di coltura per cellule terroristiche”. E poi continua: “La libertà di culto deve essere garantita a tutti ma nel rispetto delle regole sia urbanistiche che di igiene e anche di sicurezza”. Bianchi ricorda come in passato alcuni luoghi di ritrovo islamici abbiano preso una deriva preoccupante: “La lega è sempre chiara, il razzismo non c’entra nulla. Vogliamo solo evitare che si cada nella dittatura della minoranza”.
Filosofico l’approccio di Giorgio Stabilini, rappresentante delle comunità islamiche varesine (una platea di circa 20mila fedeli) che non se la prende con chi dimostra diffidenza: “È normale, posso capire che vedere uomini in tunica e donne con il velo a qualcuno dia fastidio. Ma siamo nel 2013, viviamo in un mondo che di differenze non si accorge più. Diamo per normali ragazzini con la cresta viola, impareranno anche ad accettare un uomo con la barba e la tunica”. L’amarezza di Stabilini per il caso del centro culturale negato a Varese è però evidente: “La città è piena di slot machine e a noi negano uno spazio sociale e culturale, dove organizziamo corsi, aiutiamo le persone, facciamo integrazione. Secondo me c’è qualcosa che non funziona. Questo approccio non potrò mai capirlo”. Stabilini spiega di non volere conflitti: “A cosa servono? So che se vado allo scontro non faccio nulla di buono. A chi si dimostra diffidente dico: conosciamoci. Altrimenti sarà il tempo a darci ragione”.
fonte
Estremisti di destra minacciano i musulmani in Irlanda
Un
gruppo estremista cristiano anonimo ha inviato una lettera a tutte le scuole islamiche e moschee della capitale di Dublino, minacciando tutti i musulmani d'Irlanda. La lettera riporta che qualsiasi uomo, donna o bambino che sarà visto entrare
in una moschea sarà attaccato.
Nela lettera si fa anche riferimento alla costruzione di un complesso con annessa moschea da € 40, la cui costruzione è prevista nel Clongriffin, a nord di Dublino.
Nella lettera, non vengono minacciati solo i musulmani che vivono in Irlanda, ma anche coloro che pensano di diventarlo.
Denise Charlton, Direttore Esecutivo del Consiglio per l'Immigrazione, è stata citata dal Mirror irlandese : ". Questa lettera con le sue minacce appare sinistra e allarmante"
La lettera contiene molta retorica nazionalista, un modo che è diventato sempre più comune in Europa ultimamente, parallelamente all'aumento della popolazione e del potere politico dei musulmani nel continente, che per alcuni rappresenta una sfida ai limiti del multiculturalismo e della diversità.
Nela lettera si fa anche riferimento alla costruzione di un complesso con annessa moschea da € 40, la cui costruzione è prevista nel Clongriffin, a nord di Dublino.
Nella lettera, non vengono minacciati solo i musulmani che vivono in Irlanda, ma anche coloro che pensano di diventarlo.
Denise Charlton, Direttore Esecutivo del Consiglio per l'Immigrazione, è stata citata dal Mirror irlandese : ". Questa lettera con le sue minacce appare sinistra e allarmante"
La lettera contiene molta retorica nazionalista, un modo che è diventato sempre più comune in Europa ultimamente, parallelamente all'aumento della popolazione e del potere politico dei musulmani nel continente, che per alcuni rappresenta una sfida ai limiti del multiculturalismo e della diversità.
Sheikh angolano nega la decisione del governo sull'Islam
Un religioso musulmano angolano, Seikh Osman Ibn Zaid, ha smentito le notizie di stampa circa il divieto di praticare l'Islam nel paese.
I musulmani che vivono in Angola hanno negato che il paese gli ha vietato di praticare l'Islam, ed anche la chiusura delle moschee.
L'imam di Nuru'l-Islam Mosque, Seikh Osman Ibn Zaid, ha detto all'agenzia Anadolu, "Le notizie circa la chiusura delle moschee non sono vere, il Ministero della Cultura ha dichiarato che non vi è nulla di vero,"
Zaid ha anche confermato che una moschea è stata chiusa, per regolarizzarla alle norme vigenti a Huambo. Egli ha sottolineato che il Governo sta lavorando su 200 moschee nel paese, e ha anche detto che il governo addirittura ha intenzione di costruire delle nuove moschee.
"Se il governo era contro l'Islam, avrebbe potuto chiudere la moschea di Huambo. Penso che il governo mostra buone intenzioni verso l'Islam", ha detto l'imam della moschea Nuru'l-Islam, Zaid.
Secondo un Rapporto sulla libertà religiosa internazionale del 2008, l'Islam in Angola rappresenta una religione minoritaria, con 80.000 - 90.000 aderenti, composta in gran parte da migranti provenienti dall'Africa occidentale e da famiglie di origine libanese.
I musulmani costituiscono tra 2,5-3 per cento della popolazione complessiva in Angola che conta circa 17 milioni di persone, la maggior parte dei quali sono cristiani.
Negli ultimi dieci anni, soprattutto negli ultimi anni, la comunità musulmana in Angola è cresciuta, e le attività dei musulmani sono diventate più comuni nelle grandi città.
Le moschee sono sorte in gran numero nel paeseinsieme alle scuole coraniche che sono state costruite per fornire una buona istruzione islamicaai propri fedeli e di insegnare loro la lingua araba.
Infine, un funzionario dell'Ambasciata dell'Angola a Washington, DC, ha detto che non è a conoscenza di alcun divieto, e che le notizie diffuse sono false.
"La Repubblica ddell' Angola ... è un paese che non interferisce nella religione ", ha detto il funzionario via telefono Lunedi pomeriggio.
I musulmani che vivono in Angola hanno negato che il paese gli ha vietato di praticare l'Islam, ed anche la chiusura delle moschee.
L'imam di Nuru'l-Islam Mosque, Seikh Osman Ibn Zaid, ha detto all'agenzia Anadolu, "Le notizie circa la chiusura delle moschee non sono vere, il Ministero della Cultura ha dichiarato che non vi è nulla di vero,"
Zaid ha anche confermato che una moschea è stata chiusa, per regolarizzarla alle norme vigenti a Huambo. Egli ha sottolineato che il Governo sta lavorando su 200 moschee nel paese, e ha anche detto che il governo addirittura ha intenzione di costruire delle nuove moschee.
"Se il governo era contro l'Islam, avrebbe potuto chiudere la moschea di Huambo. Penso che il governo mostra buone intenzioni verso l'Islam", ha detto l'imam della moschea Nuru'l-Islam, Zaid.
Secondo un Rapporto sulla libertà religiosa internazionale del 2008, l'Islam in Angola rappresenta una religione minoritaria, con 80.000 - 90.000 aderenti, composta in gran parte da migranti provenienti dall'Africa occidentale e da famiglie di origine libanese.
I musulmani costituiscono tra 2,5-3 per cento della popolazione complessiva in Angola che conta circa 17 milioni di persone, la maggior parte dei quali sono cristiani.
Negli ultimi dieci anni, soprattutto negli ultimi anni, la comunità musulmana in Angola è cresciuta, e le attività dei musulmani sono diventate più comuni nelle grandi città.
Le moschee sono sorte in gran numero nel paeseinsieme alle scuole coraniche che sono state costruite per fornire una buona istruzione islamicaai propri fedeli e di insegnare loro la lingua araba.
Infine, un funzionario dell'Ambasciata dell'Angola a Washington, DC, ha detto che non è a conoscenza di alcun divieto, e che le notizie diffuse sono false.
"La Repubblica ddell' Angola ... è un paese che non interferisce nella religione ", ha detto il funzionario via telefono Lunedi pomeriggio.
Libia, scontri tra esercito e militanti islamici a Bengasi, 9 morti
BENGASI, Libia (Reuters) - Scontri tra truppe libiche e militanti islamici a Bengasi, nella Libia orientale, hanno provocato la morte di almeno tre persone e il ferimento di un'altra dozzina, hanno riferito oggi testimoni e fonti sanitarie.
In città si sono uditi colpi d'arma da fuoco ed esplosioni, mentre una densa coltre di fumo si sollevava dalla zona di Ras Obeida, riferiscono testimoni.
L'esercito ha ordinato ai residenti di restare in casa e ha richiamato i militari in licenza.
Gli scontri sono scoppiati nel corso di un'operazione militare in una zona di Bengasi dove i militanti del gruppo islamico Ansa al-Sharia (a cui viene attribuito l'attacco di un anno fa contro il consolato Usa) hanno istituito propri checkpoint.
Le forze armate libiche, che non hanno ancora completato l'addestramento, stanno cercando di contenere i militanti islamici e decine di milizie rivali che hanno combattuto nella rivolta contro il regime di Muammar Gheddafi ma che, dopo la sua caduta, hanno rifiutato di lasciare le armi.
lunedì 25 novembre 2013
Angola : Smentita la notizia del divieto dell'Islam e la distruzione delle moschee
Ma un funzionario angolano dell' Ambasciata a Washington, che ha voluto rimanere nell'anonimato, ha detto che questo divieto non esiste, e che le notizie diffuse sono false.
"La Repubblica dell' Angola ... è un paese che non interferisce nella religione", ha detto il funzionario via telefono Lunedi pomeriggio. "Abbiamo un sacco di religioni in Angola, e vige la libertà di religione. Abbiamo cattolici, protestanti, battisti, musulmani e evangelici ".
La notizia del presunto divieto di praticare l'Islam in Angola, ha avuto origine nella stampa africana, la quale ha addirittura citato il presidente e ministro della cultura della nazione, riportandone addirittura le dichiarazioni.
Un secondo funzionario angolano dell'ambasciata degli Stati Uniti ha ribadito che la sede diplomatica non è stata informata di alcun divieto dell'Islam nel paese.
"Al momento non abbiamo alcuna informazione su questo", ha detto il funzionario al IB Times intervistato telefonicamente, Lunedi. "Stiamo leggendo la notizia, proprio come voi su Internet. Non ci è pervenuta alcuna comunicazione riguardo al fatto che quello che state leggendo su internet sia vero. "
Un attento esame iniziale, in merito alla divulgazione di questa notizia, sul presunto divieto dell'Islam e lo smantellamento delle moschee, fa emergere diversi risultati sospetti;
Tra questi, attraverso una ricerca di immagini su Google, viene mostrata una fotografia pubblicata da numerosi organi di stampa, nella quale viene raffigurato il minareto di una moschea che "secondo la stampa" apparterebbe a una moschea angolana smantellata nell'ottobre 2012, e che era stata utilizzata almeno fino al 23 gennaio 2008, quando il Housing & Land Rights Network l'ha postata per illustrare un articolo che parlava della distruzione delle case dei beduini in Israele.
I funzionari angolani dell' Ambasciata a Washington non potevano attestare la veridicità dei commenti attribuiti ai funzionari in Angola, che apparentemente affermano il divieto dell'Islam, e riportati anche dalla stessa IBTimes, la quale inizialmente aveva fatto riferimento alla notizia divulgata dalla stampa africana durante il fine settimana.
Il presidente angolano José Eduardo dos Santos era stato citato in Nigeria dal giornale Osun Defender Domenica, il quale riportava che lo stesso aveva dichiarato che: "Questa è la fine ultima dell' influenza islamica nel nostro paese", secondo anche un rapporto pubblicato sul sito OnIslam. net , che addirittura accompagnava la notizia con la foto raffigurante il minareto della moschea angolana menter veniva smantellata nel mese di ottobre dello scorso anno.
"Il presidente è stato fuori dal paese per una settimana", ha detto il primo ufficiale dell'Ambasciata Angolana , sostenendo che dunque non avrebbe potuto fare queste osservazioni riportate dai media .
La Nouvelle Tribune, ha pubblicato un articolo nel quale riportava che "diversi" funzionari angolani, tra cui il ministro della Cultura, Rosa Cruz, avrebbero dichiarato le seguenti osservazioni, "che sono state tradotte dal francese: "Il processo di legalizzazione dell'Islam non è stato approvato dal Ministero della Giustizia e dei Diritti Umani. le loro moschee sarebbero state dunque chiuse fino al nuovoordine. "
OnIslam.net riporta che l'agenzia africana Ecofin ha scritto che Cruz, avrebbe fatto la sua dichiarazione durante un'apparizione la scorsa settimana, prima della Sesta Commissione dell'Assemblea nazionale.
Il sito fa anche notare che, "Secondo diversi giornali angolani, l'Angola è diventato il primo paese al mondo a vietare l'Islam e i musulmani, prendendo le prime misure, distruggendo le moschee nel paese."
Il primo ufficiale dell'Ambasciata Angolana ha negato di essere a conoscenza delle osservazioni fatte da Cruz.
"Non posso confermare che il ministro della Cultura ha detto questo. Questa notizia viene riportata solo nella nella nostra stampa ", ha detto il funzionario.
La Nouvelle Tribune ha anche riferito che un minareto di una moschea angolano è stato smantellato lo scorso ottobre, e che nella città di Zango, è stata distrutta l'unica moschea presente nella città."
I funzionari dell'ambasciata non hanno potuto confermare nesuna di queste affermazioni.
L'Angola è una nazione a maggioranza cristiana con circa 16 milioni di persone, di cui si stima che il 55 per cento siano cattolici, il 25 per cento appartiene a confessioni cristiane dell'Africa, il 10 per cento segue le principali tradizioni protestanti e 5 per cento appartengono a chiese evangeliche brasiliane.
Solo 80.000 - 90.000 angolani sono musulmani, secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti
Mosca: Non ci sono nuove moschee per Mosca
Il
sindaco di Mosca, la capitale della Russia, ha detto che non
sarà costruita nessuna nuova moschea per servire la crescente popolazione
musulmana della città.
Il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin ha dichiarato che nessuna nuova moschea verrà costruita nella sua città, nonostante nella città le moschee siano insufficenti per servire l'enorme afflusso di lavoratori musulmani che si sono stabiliti nella capitale russa ormai da tempo.
Oggi nelal sola mosca ci vivono due milioni di lavoratori migranti, la maggior parte dei quali sono musulmani dell'Asia centrale e del Caucaso.
Durante il venerdì e nelle festività islamiche, la maggior parte di loro è costretta a pregare fuori nelle strade, a causa della mancanza di spazio nelle poche moschee disponibili.
L'immigrazione clandestina di stranieri della città, sta suscitando tensioni etniche.
Circa il 20% della popolazione della Russia è musulmana, e secondo la costituzione post-sovietica, redatta nel 1993, i cittadini musulmani sono tenuti ad avere parità di diritti con le altri tre religioni presenti nel paese , cristianesimo, ebraismo e il buddismo.
Rushan Abbyasov, il capo del Consiglio dei muftì della Russia, si è lamentato che non ci sono abbastanza moschee della città per servire la popolazione musulmana, aggiungendo che gli spazi andrebbero addirittura raddoppiati. Sobyanin non concorda, dicendo che le moschee presenti sono sufficienti .
Il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin ha dichiarato che nessuna nuova moschea verrà costruita nella sua città, nonostante nella città le moschee siano insufficenti per servire l'enorme afflusso di lavoratori musulmani che si sono stabiliti nella capitale russa ormai da tempo.
Oggi nelal sola mosca ci vivono due milioni di lavoratori migranti, la maggior parte dei quali sono musulmani dell'Asia centrale e del Caucaso.
Durante il venerdì e nelle festività islamiche, la maggior parte di loro è costretta a pregare fuori nelle strade, a causa della mancanza di spazio nelle poche moschee disponibili.
L'immigrazione clandestina di stranieri della città, sta suscitando tensioni etniche.
Circa il 20% della popolazione della Russia è musulmana, e secondo la costituzione post-sovietica, redatta nel 1993, i cittadini musulmani sono tenuti ad avere parità di diritti con le altri tre religioni presenti nel paese , cristianesimo, ebraismo e il buddismo.
Rushan Abbyasov, il capo del Consiglio dei muftì della Russia, si è lamentato che non ci sono abbastanza moschee della città per servire la popolazione musulmana, aggiungendo che gli spazi andrebbero addirittura raddoppiati. Sobyanin non concorda, dicendo che le moschee presenti sono sufficienti .
Edmonton Police, I primi modelli di hijab per gli ufficiali di polizia di sesso femminile
Le forze di polizia canadesi, sono nelle prime fasi per la creazione di un modello di hijab per gli ufficiali di polizia di sesso femminile, che al momento sarebbero due.
"Il primo modello prevede un hijab nero con bottoni a pressione su entrambi i lati, il secondo modello invece, ha un motivo a scatti che corre lungo la scollatura", ha riferito Metro News.
Il velo per gli ufficiali di polizia non è ancora pronto per l'uso in questo momento, perchè necessita ancora di un ulteriore approvazione interna da parte dei funzionari.
La speranza è che l'hijab per le donne ufficiali, rientri nella politica della cappelleria della polizia, in modo che anche più donne possano aggregarsi alle Forze di Polizia.
"Abbiamo bisogno di più donne nella polizia a causa delle diversità presenti nella nostra comunità. Le donne musulmane rappresentano un alta percentuale a Edmonton, quindi se vogliamo far aumentare il numero delle donne nella nostra organizzazione, dobbiamo eliminare i potenziali ostacoli di identità " ha detto Natascia Gondar, direttore responsabili per la diversità, l'equità e i diritti umani di Edmonton.
"Il primo modello prevede un hijab nero con bottoni a pressione su entrambi i lati, il secondo modello invece, ha un motivo a scatti che corre lungo la scollatura", ha riferito Metro News.
Il velo per gli ufficiali di polizia non è ancora pronto per l'uso in questo momento, perchè necessita ancora di un ulteriore approvazione interna da parte dei funzionari.
La speranza è che l'hijab per le donne ufficiali, rientri nella politica della cappelleria della polizia, in modo che anche più donne possano aggregarsi alle Forze di Polizia.
"Abbiamo bisogno di più donne nella polizia a causa delle diversità presenti nella nostra comunità. Le donne musulmane rappresentano un alta percentuale a Edmonton, quindi se vogliamo far aumentare il numero delle donne nella nostra organizzazione, dobbiamo eliminare i potenziali ostacoli di identità " ha detto Natascia Gondar, direttore responsabili per la diversità, l'equità e i diritti umani di Edmonton.
Siria: rapporto shock, 11mila bimbi morti tra bombe e torture
Oxford Research di Londra, centinaia uccisi in esecuzioni
Sono oltre 11 mila i bambini morti in Siria dall'inizio del conflitto,
spesso uccisi da bombe, ma anche finiti nel mirino di cecchini e a volte
torturati. L'allarmante dato arriva da un rapporto dell'Oxford Research
di Londra, anticipato da alcuni media, che cita anche "esecuzioni
sommarie": delle 11.420 vittime sotto i 17 anni, 2.223 sono morti nella
zona di Aleppo; 389 sono stati uccisi da un cecchino, 764 "sommariamente
giustiziati, e più di 100 sono stati "torturati", sottolinea il
rapporto.
Intanto, sul fronte dei combattimenti, l'Osservatorio siriano dei
Diritti Umani (Osdh) riferisce che almeno 160 tra ribelli e soldati sono
morti nelle ultime 48 ore in violenti scontri avvenuti nella regione
della Ghuta orientale, a est di Damasco, considerata "la roccaforte"
degli insorti. - Di fronte al recente successo dell'esercito nella
provincia di Damasco, che ha bloccato la fornitura dei ribelli ai
quartieri meridionali della capitale, gli insorti cercano di difendere
la loro roccaforte principale a est e di rompere l'assedio imposto da
mesi dall'esercito, secondo l'Osservatorio siriano. (ANSAmed).
L''Egitto ha chiesto l'ambasciatore turco di lasciare il paese
L''Egitto
ha chiesto l'ambasciatore turco di lasciare il paese, definendolo una
"persona non gradita" e declassando le relazioni tra i due paesi
cardine.
"Il popolo e il governo d'Egitto apprezzano il popolo turco; Tuttavia, riteniamo il governo turco, incaricato di intrattenere i legami tra le due nazioni, responsabile della mancata presa dei legami tra le due nazioni", si legge in una dichiarazione del ministero degli esteri, pubblicata Sabato 23 Novembre, e citata dal quotidiano ufficiale Al-Ahram.
Il ministero ha accusato la Turchia di "offendere la volontà del popolo egiziano" attraverso dichiarazioni "finalizzate ad incitare la comunità internazionale contro gli interessi dell'Egitto".
La decisione di sabato di espellere Huseyin Avni Botsali, l'ambasciatore turco, segue alle osservazioni fatte da Recep Tayyip Erdogan, primo ministro turco, nelle quali dice che considera il governo egiziano "provocatorio".
Il Ministero degli Esteri egiziano ha detto che i rapporti con Ankara si sarebbero abbassati quando l'incaricato degli affari, ha accusato la Turchia di "interferenza" nei suoi affari interni.
La Turchia ha "tentando di influenzare l'opinione pubblica, contro gli interessi egiziani, attraverso riunioni di organizzazioni che cercano di creare instabilità nel paese", ha detto Sabato, Badr Abdelatty, portavoce egiziano del ministero degli Esteri,all'agenzia France Presse.
Ha inoltre annunciato un'altra decisione presa dal governo egiziano, relativa ai suoi rapporti diplomatici con la Turchia.
"In primo luogo, l'ambasciatore turco verrà espulso e verranno declassati i nostri legami d'affari, in secondo luogo, dichiareremo l'ambasciatore turco, persona non gradita e terzo, non manderemo più il nostro ambasciatore in Turchia," ha aggiunto Abdelatty.
L'Egitto è stato gettato nello sconforto dopo la cacciata di Morsi, primo presidente eletto democraticamente in Egitto.
L'esercito ha anche sospeso la costituzione e insediato il capo della Suprema Corte Costituzionale come presidente ad interim.
I Fratelli Musulmani, da cui proviene Morsi, hanno promesso di continuare a proteste pacifiche fino a quando il presidente Morsi non verrà ripristinato al suo legittimo incarico.
"Il popolo e il governo d'Egitto apprezzano il popolo turco; Tuttavia, riteniamo il governo turco, incaricato di intrattenere i legami tra le due nazioni, responsabile della mancata presa dei legami tra le due nazioni", si legge in una dichiarazione del ministero degli esteri, pubblicata Sabato 23 Novembre, e citata dal quotidiano ufficiale Al-Ahram.
Il ministero ha accusato la Turchia di "offendere la volontà del popolo egiziano" attraverso dichiarazioni "finalizzate ad incitare la comunità internazionale contro gli interessi dell'Egitto".
La decisione di sabato di espellere Huseyin Avni Botsali, l'ambasciatore turco, segue alle osservazioni fatte da Recep Tayyip Erdogan, primo ministro turco, nelle quali dice che considera il governo egiziano "provocatorio".
Il Ministero degli Esteri egiziano ha detto che i rapporti con Ankara si sarebbero abbassati quando l'incaricato degli affari, ha accusato la Turchia di "interferenza" nei suoi affari interni.
La Turchia ha "tentando di influenzare l'opinione pubblica, contro gli interessi egiziani, attraverso riunioni di organizzazioni che cercano di creare instabilità nel paese", ha detto Sabato, Badr Abdelatty, portavoce egiziano del ministero degli Esteri,all'agenzia France Presse.
Ha inoltre annunciato un'altra decisione presa dal governo egiziano, relativa ai suoi rapporti diplomatici con la Turchia.
"In primo luogo, l'ambasciatore turco verrà espulso e verranno declassati i nostri legami d'affari, in secondo luogo, dichiareremo l'ambasciatore turco, persona non gradita e terzo, non manderemo più il nostro ambasciatore in Turchia," ha aggiunto Abdelatty.
L'Egitto è stato gettato nello sconforto dopo la cacciata di Morsi, primo presidente eletto democraticamente in Egitto.
L'esercito ha anche sospeso la costituzione e insediato il capo della Suprema Corte Costituzionale come presidente ad interim.
I Fratelli Musulmani, da cui proviene Morsi, hanno promesso di continuare a proteste pacifiche fino a quando il presidente Morsi non verrà ripristinato al suo legittimo incarico.
domenica 24 novembre 2013
Angola : Vietato l'Islam e i musulmani
Secondo
diversi giornali angolani, l'Angola è diventato il primo paese al mondo
a vietare l'Islam e i musulmani, prendendo le prime misure di sicurezza, distruggendo
le moschee nel paese.
"Il processo di legalizzazione dell'Islam non è stato approvato dal Ministero della Giustizia e dei diritti umani, così le loro moschee sono state chiuse fino a nuovo avviso, "Rosa Cruz e Silva, il ministro angolano della Cultura, è stato citato dall'agenzia Ecofin Venerdì, Novembre 22.
Silva osservazioni sono state date durante la sua visita Martedì scorso alla sesta Commissione dell'Assemblea Nazionale.
Ha affermato che la decisione è stata l'ultima di una serie di iniziative che serviranno a bandire le sette religiose "illegali".
Secondo il ministro, l'azione era necessaria per combattere senza tregua l'emergere di congregazioni il cui culto è in contraddizione con i costumi della cultura angolana.
L' Islam, e le altre fedi che non sono state legalizzate, si troveranno ad affrontare la chiusura dei loro luoghi di culto.
"Tutte le sette pubblicate sulla lista stilata dal Ministero della Giustizia e dei diritti umani, nel giornale angolano 'Jornal de Angola' gli è stato vietato di praticare il proprio culto, per cui dovrebbero tenere le porte chiuse", scrive Camerun Voice.
Al-Baqara 2.114. Chi è più ingiusto di chi impedisce che nelle moschee di Allah si menzioni il Suo nome e che anzi cerca di distruggerle? Per loro ci sarà ignominia in questa vita e un castigo terribile nell'altra.
"Il processo di legalizzazione dell'Islam non è stato approvato dal Ministero della Giustizia e dei diritti umani, così le loro moschee sono state chiuse fino a nuovo avviso, "Rosa Cruz e Silva, il ministro angolano della Cultura, è stato citato dall'agenzia Ecofin Venerdì, Novembre 22.
Silva osservazioni sono state date durante la sua visita Martedì scorso alla sesta Commissione dell'Assemblea Nazionale.
Ha affermato che la decisione è stata l'ultima di una serie di iniziative che serviranno a bandire le sette religiose "illegali".
Secondo il ministro, l'azione era necessaria per combattere senza tregua l'emergere di congregazioni il cui culto è in contraddizione con i costumi della cultura angolana.
L' Islam, e le altre fedi che non sono state legalizzate, si troveranno ad affrontare la chiusura dei loro luoghi di culto.
"Tutte le sette pubblicate sulla lista stilata dal Ministero della Giustizia e dei diritti umani, nel giornale angolano 'Jornal de Angola' gli è stato vietato di praticare il proprio culto, per cui dovrebbero tenere le porte chiuse", scrive Camerun Voice.
Al-Baqara 2.114. Chi è più ingiusto di chi impedisce che nelle moschee di Allah si menzioni il Suo nome e che anzi cerca di distruggerle? Per loro ci sarà ignominia in questa vita e un castigo terribile nell'altra.
Due uomini attaccano un musulmano nella metropolitana
In Russia, un musulmano è stato aggredito in metropilitana, davanti a tutti i viaggiatori, da due uomoni che gli hanno puntato contro una pistola .
Le immagini giunte da TVCC che mostrano questo violento attacco, sono molto scioccanti e mostrano un clima di forte odio.
Nel video si vede la vittima, originaria del Daghestan (repubblica appartenente alla Russia, dove la maggior parte della popolazione è musulmana), che riceve a distanza ravvicinata due colpi, una in faccia e l'altra all'addome, mentre i passeggeri cercavano disperatamente di sfuggire, uno dei due individui ha puntato la pistola contro la vittima che si trovava a terra, prima di scendere dal mezzo .
Khashim Latipov, il 30enne che è stato vittima di questo atto molto vile, è miracolosamente sopravvissuto all'attacco. E 'stato trasportato in ospedale d'urgenza con gravi danni al viso, e dovrà sottoporsi a numerosi interventi chirurgici.L'identità degli aggressori non è ancora nota, ma la polizia sta cercando attivamente di individuare gli aggressori.
L'attacco è avvenuto a meno di tre mesi dai Giochi Olimpici Invernali che si svolgeranno in Russia per i Giochi di Sotchi.
Il Video
Giovani adolescenti musulmane di Padova in visita alla moschea delle Bassette
Volti bellissimi incorniciati da veli colorati; sorrisi imbarazzati,
occhi profondi. Sono circa una ventina le ragazze
neoadolescenti o giovani donne giunte quest’oggi da Padova per visitare
la moschea di Ravenna alle Bassette. Fanno parte del gruppo Islam
Sisters, della moschea di Piove di Sacco, nato circa un mese fa allo
scopo di confrontarsi sia con la propria religione, per comprenderla
meglio, sia con sé stesse, tra di loro, per capirsi meglio e farsi
capire dalla realtà che le circonda.
Video
Video
Mali: oggi elezioni, aperti seggi
Paese al voto dopo colpo stato 2012
BAMAKO - Apertura dei seggi in Mali dove oggi si vota per il primo turno delle elezioni parlamentari, indette dopo il colpo di stato del marzo 2012 che ha gettato il Paese nel caos. Le urne aperte alle 8:00, ora locale, si chiuderanno alle 18. Si temendo attacchi, per questo motivo vi sarà una presenza massiccia di migliaia di truppe straniere, le elezione si svolgeranno dunque sotto stretta sorveglianza armata.
Maltempo: tempesta si abbatte sugli Emirati, danni e disagi
DUBAI - E' allarme negli Emirati Arabi Uniti per l'ondata di maltempo
che da ieri notte si e' abbattuta sul Paese colpendo soprattutto la
capitale Abu Dhabi, Dubai e Sharjah. Anche oggi i meterologi hanno
allertato i cittadini per l'arrivo d una violenta tempesta di vento
acqua e sabbia. L'allerta é stata estesa fino a sabato sera in previsone
di un ulteriore peggioramento delle condizioni meteorologiche che hanno
colpito anche i Paesi vicini.
Negli ultimi due giorni, infatti, il maltempo si é abbattutto anche sull'Arabia Saudita dove 7 persone sono morte e altre 5 risultano disperse; tre i morti registrati nel Kuwait e uno negli Eau, nell'emirato del nord Ras Al Khaime, dove un uomo é stato travolto con la sua auto a causa dell'alluvione di un 'wadi', una valle. Molti anche i danni infrastrutturali, con cedimenti di ponti e viadotti.
Data la scarsita' di piogge, e quindi la quasi totale assenza di sistemi di drenaggio e scolo delle acque lungo le strade e nei centri urbani, e' molto facile per le citta' degli Emirati Arabi giungere alla paralisi in caso di piogge pesanti, letteralmente inondate dall'acqua che si accumula, senza alcuna via di sfogo.
Alle 11 di oggi e' iniziata l'evacuazione di tutti gli studenti mentre il Dubai Air Show, il salone aeronautico che nei giorni scorsi ha registrato contratti record nella storia dell'aviazione civile, e' stato chiuso.
Sempre a Dubai e' stato chiuso il Global Village, immenso spazio espositivo che ospita per sei mesi l'anno prodotti e tradizioni culturali e culinarie da tutto il mondo ed e' stata rinviata la grande maratona di sensibilizzazione al diabete, tra le prime tre cause di morte negli Emirati, prevista per domani.
Nella capitale Abu Dhabi sono invece sospese le attivita' dell'Abu Dhabi Art, piattaforma artistica di respiro internazionale tra il centro della citta' e Sadiyat Island, il distretto culturale nel quale sono in costruzione il museo del Louvre e il Guggenheim museum.
Nella capitale molte imprese e societa' del settore privato hanno dimezzato la giornata lavorativa ai loro dipendenti.
In queste ore, riferisce il portale del quotidiano Gulf News, almeno cinque persone sono state tratte in salvo e ricoverate in ospedale dopo essere state trascinate via, in episodi separati, dalle acque dei 'wadi' nella regione di Al Ain. L'area si trova al confine con l'Oman, colpito invece da forti grandinate.
(ANSAmed).
Negli ultimi due giorni, infatti, il maltempo si é abbattutto anche sull'Arabia Saudita dove 7 persone sono morte e altre 5 risultano disperse; tre i morti registrati nel Kuwait e uno negli Eau, nell'emirato del nord Ras Al Khaime, dove un uomo é stato travolto con la sua auto a causa dell'alluvione di un 'wadi', una valle. Molti anche i danni infrastrutturali, con cedimenti di ponti e viadotti.
Data la scarsita' di piogge, e quindi la quasi totale assenza di sistemi di drenaggio e scolo delle acque lungo le strade e nei centri urbani, e' molto facile per le citta' degli Emirati Arabi giungere alla paralisi in caso di piogge pesanti, letteralmente inondate dall'acqua che si accumula, senza alcuna via di sfogo.
Alle 11 di oggi e' iniziata l'evacuazione di tutti gli studenti mentre il Dubai Air Show, il salone aeronautico che nei giorni scorsi ha registrato contratti record nella storia dell'aviazione civile, e' stato chiuso.
Sempre a Dubai e' stato chiuso il Global Village, immenso spazio espositivo che ospita per sei mesi l'anno prodotti e tradizioni culturali e culinarie da tutto il mondo ed e' stata rinviata la grande maratona di sensibilizzazione al diabete, tra le prime tre cause di morte negli Emirati, prevista per domani.
Nella capitale Abu Dhabi sono invece sospese le attivita' dell'Abu Dhabi Art, piattaforma artistica di respiro internazionale tra il centro della citta' e Sadiyat Island, il distretto culturale nel quale sono in costruzione il museo del Louvre e il Guggenheim museum.
Nella capitale molte imprese e societa' del settore privato hanno dimezzato la giornata lavorativa ai loro dipendenti.
In queste ore, riferisce il portale del quotidiano Gulf News, almeno cinque persone sono state tratte in salvo e ricoverate in ospedale dopo essere state trascinate via, in episodi separati, dalle acque dei 'wadi' nella regione di Al Ain. L'area si trova al confine con l'Oman, colpito invece da forti grandinate.
(ANSAmed).
Ministro israeliano: una moneta antica per giustificare l’occupazione in Palestina
In un’intervista per la televisione statunitense CNN, il ministro
dell’Economia israeliano, Naftali Bennett, ha dichiarato di possedere la
prova schiacciante per cui la presenza israeliana in Palestina è
precedente a quella del popolo palestinese.
La prova è una moneta antica di 2000 anni che riporta incisa la scritta “Libertà di Sion”, rinvenuta nell’area archeologica della Città di Davide, a Gerusalemme. Questo reperto archeologico, la cui provenienza non è stata verificata, costituirebbe l’indizio definitivo del fatto che la Palestina è la patria degli ebrei.
A scatenare la reazione, dopo alcune domande sulla situazione mediorientale e la questione del nucleare iraniano, è stata una domanda da aprte dell’intervistatrice americana sulla questione della presenza israeliana nei territori occupati della Palestina, sulla quale il ministro ha commentato che tale presenza non può costituire un’occupazione in quanto ”un popolo non può occupare la propria stessa terra”. (Arabpress)
La prova è una moneta antica di 2000 anni che riporta incisa la scritta “Libertà di Sion”, rinvenuta nell’area archeologica della Città di Davide, a Gerusalemme. Questo reperto archeologico, la cui provenienza non è stata verificata, costituirebbe l’indizio definitivo del fatto che la Palestina è la patria degli ebrei.
A scatenare la reazione, dopo alcune domande sulla situazione mediorientale e la questione del nucleare iraniano, è stata una domanda da aprte dell’intervistatrice americana sulla questione della presenza israeliana nei territori occupati della Palestina, sulla quale il ministro ha commentato che tale presenza non può costituire un’occupazione in quanto ”un popolo non può occupare la propria stessa terra”. (Arabpress)
Ambiente: Banca Mondiale aiuterà strategie Marocco
La Banca Mondiale (BM) sosterrà
la nuova strategia di protezione ambientale del Marocco. Lo ha
detto, da Varsavia, la vicepresidente della BM, Rachel Kyte.
Kyte ha ricevuto, a margine dei lavori della Conferenza dell'Onu sul clima (COP19), il ministro delegato marocchino incaricata dell'Ambiente, Hakima El Haiti, alla quale ha affermato che il sostegno, che riguarda, fra l'altro, il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani e le filiere di riciclaggio, è dovuto al fatto che il Marocco si sia dotato di una strategia chiara e abbia concepito dei progetti validi.
''Il Marocco - ha detto la vicepresidente della BM - si è impegnato in un programma promettente ed ambizioso in favore di pratiche destinate a preservare l'ambiente e promuovere uno sviluppo sostenibile'', ed a riguardo, il Regno è un modello nella regione.
Kyte ha ricevuto, a margine dei lavori della Conferenza dell'Onu sul clima (COP19), il ministro delegato marocchino incaricata dell'Ambiente, Hakima El Haiti, alla quale ha affermato che il sostegno, che riguarda, fra l'altro, il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani e le filiere di riciclaggio, è dovuto al fatto che il Marocco si sia dotato di una strategia chiara e abbia concepito dei progetti validi.
''Il Marocco - ha detto la vicepresidente della BM - si è impegnato in un programma promettente ed ambizioso in favore di pratiche destinate a preservare l'ambiente e promuovere uno sviluppo sostenibile'', ed a riguardo, il Regno è un modello nella regione.
Kuwait, Doha consultare Riyadh sulle questioni chiave
Il Custode delle Due Sacre Moschee, Re Abdullah si è riunito in un mini-vertice Sabato, con gli emiri del Qatar e del Kuwait , per discutere sugli importanti sviluppi regionali, tra cui la crisi in Siria e il programma nucleare iraniano.
Re Abdullah, lo sceicco Tamim bin Hamad Al-Thani del Qatar e del Kuwait Sheikh Sabah Al-Ahmad Al-Sabah, hanno discusso di "questioni di interesse per le tre nazioni", ha detto l'agenzia di stampa saudita.
I tre leader hanno anche discusso sugli ultimi sviluppi regionali e globali e hanno espresso le loro posizioni e i modi su come rafforzare il Consiglio di cooperazione del Golfo.
Nei colloqui tripartiti hanno partecipato, il principe ereditario Salman, vice premier e ministro della difesa, il principe Saud Al-Faisal, ministro degli esteri, il principe Muqrin, secondo vice premier, e il principe Muhammad bin Naif, ministro degli interni.
Gli analisti politici sauditi e internazionali hanno evidenziato l'importanza del vertice di Riyadh, che arriva in una fase cruciale, quando a Ginevra si svolgono i colloqui tra le potenze occidentali e l'Iran, sul programma nucleare di quest'ultimo.
Badr Almotawa, un giornalista saudita, ha detto di ritenere che l'Arabia Saudita vuol prendere una posizione forte e strategica sugli ultimi sviluppi nella regione, simili a quella che ha preso nel seggio nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
L'incontro a Riyadh arriva in vista del vertice GCC che si terrà in Kuwait il mese prossimo.
L'Ambasciatore saudita a Londra, il principe Mohammed bin Nawaf, nel frattempo, ha comunicato Sabato, che l'Arabia Saudita non starà a guardare se il Regno Unito, Stati Uniti e altre potenze mondiali non sono riuscite a frenare l'ambizioso programma nucleare iraniano. "Sono disponibili tutte le opzioni", ha detto il principe Mohammed The Times.
Stop allo spargimento di sangue musulmano
La
21 ° conferenza del Consiglio Islamico Fiqh Academy (IFA) ha concluso,
con un appello unanime, la necessità di fermare lo spargimento di sangue musulmano a
prescindere dalla setta.
La risoluzione ha sancito che l'uccisione settaria è strettamente illegale, in quanto viola la santità del sangue musulmano.
La risoluzione è stata letta dal segretario generale del IIFA ,Ahmad Khaled Babakr.
L'evento, che è stato lanciato a Riyadh Lunedi da Imam Muhammad ibn Saud, nella Islamic University insieme al Rettore, Suleiman bin Abdullah Abalkhail, ha anche sottolineato la necessità di rinunciare all'estremismo e promuovere la moderazione sulla base delle raccomandazioni fatte nel 3 ° Vertice islamicotenutosi a Makkah nel 2005.
L'evento di cinque giorni ha riunito studiosi di fama mondiale nell'ambiente islamico, sotto l'egida del Custode delle Due Sacre Moschee, Re Abdullah.
"In tema di dialogo tra i seguaci delle diverse sette islamiche, l' IIFA ha preso una serie di decisioni e ha sottolineato la necessità di rispettare le madri dei credenti e i compagni e tutti i seguaci delle varie sette islamiche", è scritto nella risoluzione.
Ha esortato i seguaci dell'Islam a non calunniare le mogli del Profeta.
La conferenza ha sottolineato la necessità di evitare di offendere altre sette attraverso le trasmissione dei media.
Nella conferenza si è proposto anche di svolgere dei seminari e forum specifici, progettati per approfondire il dialogo tra i seguaci delle diverse sette islamiche e per sradicare gli ostacoli che impediscono l'unità musulmana, sottolineando i valori condivisi.
Il seminario ha inoltre affrontato la questione della guida spericolata nel Regno e ha sottolineato la necessità di rispettare le norme di circolazione.
I partecipanti alla riunione hanno deciso di rinviare la discussione sul tema del "jihad" nel contesto dei conflitti settari dopo aver studiato e l'ascoltato le ricerche presentate sul tema.
La risoluzione ha sancito che l'uccisione settaria è strettamente illegale, in quanto viola la santità del sangue musulmano.
La risoluzione è stata letta dal segretario generale del IIFA ,Ahmad Khaled Babakr.
L'evento, che è stato lanciato a Riyadh Lunedi da Imam Muhammad ibn Saud, nella Islamic University insieme al Rettore, Suleiman bin Abdullah Abalkhail, ha anche sottolineato la necessità di rinunciare all'estremismo e promuovere la moderazione sulla base delle raccomandazioni fatte nel 3 ° Vertice islamicotenutosi a Makkah nel 2005.
L'evento di cinque giorni ha riunito studiosi di fama mondiale nell'ambiente islamico, sotto l'egida del Custode delle Due Sacre Moschee, Re Abdullah.
"In tema di dialogo tra i seguaci delle diverse sette islamiche, l' IIFA ha preso una serie di decisioni e ha sottolineato la necessità di rispettare le madri dei credenti e i compagni e tutti i seguaci delle varie sette islamiche", è scritto nella risoluzione.
Ha esortato i seguaci dell'Islam a non calunniare le mogli del Profeta.
La conferenza ha sottolineato la necessità di evitare di offendere altre sette attraverso le trasmissione dei media.
Nella conferenza si è proposto anche di svolgere dei seminari e forum specifici, progettati per approfondire il dialogo tra i seguaci delle diverse sette islamiche e per sradicare gli ostacoli che impediscono l'unità musulmana, sottolineando i valori condivisi.
Il seminario ha inoltre affrontato la questione della guida spericolata nel Regno e ha sottolineato la necessità di rispettare le norme di circolazione.
I partecipanti alla riunione hanno deciso di rinviare la discussione sul tema del "jihad" nel contesto dei conflitti settari dopo aver studiato e l'ascoltato le ricerche presentate sul tema.
sabato 23 novembre 2013
Gruppi siriani uniscono le forze per formare 'Stato islamico'
BEIRUT
: I sette principali gruppi, che combattono contro il regime del
presidente Bashar Assad in Siria hanno annunciato Venerdì, una fusione per
formare un "Fronte islamico" , impegnandosi a lavorare per uno
stato islamico.
"Il Fronte islamico è una forza militare e sociale indipendente che ha lo scopo di abbattere il regime di Assad in Siria e sostituirlo con uno stato solo islamico", si legge in un comunicato.
La dichiarazione è stata pubblicata dopo che un portavoce dei ribelli, Abu Firas, ha annunciato su Facebook "la fusione completa delle maggiori fazioni militari che combattono in Siria."
Tra i gruppi che aderiscono alla fusione vi sono da Aleppo, la più grande forza di combattimento, Liwa al-Tawhid, la Ahrar Al-Sham e l'Esercito dell'Islam. Il Fronte curdo islamico, che ha anche aderito.
L'annuncio è arrivato giorni dopo la morte del carismatico capo militare di Liwa al-Tawhid Abdel Qader Saleh, che aveva fatto appelli all'unità
"Il Fronte islamico è una forza militare e sociale indipendente che ha lo scopo di abbattere il regime di Assad in Siria e sostituirlo con uno stato solo islamico", si legge in un comunicato.
La dichiarazione è stata pubblicata dopo che un portavoce dei ribelli, Abu Firas, ha annunciato su Facebook "la fusione completa delle maggiori fazioni militari che combattono in Siria."
Tra i gruppi che aderiscono alla fusione vi sono da Aleppo, la più grande forza di combattimento, Liwa al-Tawhid, la Ahrar Al-Sham e l'Esercito dell'Islam. Il Fronte curdo islamico, che ha anche aderito.
L'annuncio è arrivato giorni dopo la morte del carismatico capo militare di Liwa al-Tawhid Abdel Qader Saleh, che aveva fatto appelli all'unità
Forum Musulmano in Nuova Zelanda
Il ministro per gli Affari
Etnici della Nuova Zelanda ha accolto con favore l'apertura del Forum
mondo musulmano, per discutere dei ricchi contributi della minoranza nel suo
paese.
"Questo Forum è una fantastica opportunità per la comunità musulmana, per riflettere sul suo cammino compiuto finora e discutere sul suo contributo futuro alla Nuova Zelanda", ha detto Judith Collins in un comunicato stampa del governo Venerdì, 22 novembre.
"I partecipanti potranno indirizzare le discussioni, definire i problemi e proporre soluzioni, alle sfide contemporanee che si trovano di fronte alla comunità musulmana.
"Si discuterà anche di quali opportunità esistono, per sfruttare al meglio i vantaggi della collaborazione inter-culturale, come per esempio nel settore della carne halal."
Previsto per Sabato 23 novembre, il Forum mondo musulmano affronterà questioni contemporanee relative al rapporto della Nuova Zelanda con il mondo musulmano e la comunità musulmana.
L'Ufficio per gli Affari Etnici ha lavorato con la comunità musulmana della Nuova Zelanda sul Programma Building Bridges dal 2005.
Il programma mira a crearedei migliori collegamenti, una collaborazione significativa e una comunicazione aperta per sostenere il mantenimento dell'armonia sociale della Nuova Zelanda.
Culminando in anni di sforzi, il Forum mondo musulmano offre una grande opportunità di ascoltare prospettive nuove e di vasta portata su questi temi cruciali e avere la possibilità di partecipare a una vivace discussione e dibattiti.
"Questo Forum è una fantastica opportunità per la comunità musulmana, per riflettere sul suo cammino compiuto finora e discutere sul suo contributo futuro alla Nuova Zelanda", ha detto Judith Collins in un comunicato stampa del governo Venerdì, 22 novembre.
"I partecipanti potranno indirizzare le discussioni, definire i problemi e proporre soluzioni, alle sfide contemporanee che si trovano di fronte alla comunità musulmana.
"Si discuterà anche di quali opportunità esistono, per sfruttare al meglio i vantaggi della collaborazione inter-culturale, come per esempio nel settore della carne halal."
Previsto per Sabato 23 novembre, il Forum mondo musulmano affronterà questioni contemporanee relative al rapporto della Nuova Zelanda con il mondo musulmano e la comunità musulmana.
L'Ufficio per gli Affari Etnici ha lavorato con la comunità musulmana della Nuova Zelanda sul Programma Building Bridges dal 2005.
Il programma mira a crearedei migliori collegamenti, una collaborazione significativa e una comunicazione aperta per sostenere il mantenimento dell'armonia sociale della Nuova Zelanda.
Culminando in anni di sforzi, il Forum mondo musulmano offre una grande opportunità di ascoltare prospettive nuove e di vasta portata su questi temi cruciali e avere la possibilità di partecipare a una vivace discussione e dibattiti.
Il Commento di Kerry stupisce i Fratelli Musulmani
Accusando
gli Stati Uniti di sostenere il regime militare di Al-Sisi, il
Segretario Generale della Fratellanza Musulmana in Egitto, ha criticato le
osservazioni formulate dal segretario di Stato americano John Kerry, il quale ha affermato che
il gruppo islamista avrebbe "rubato" la rivolta popolare del 2011, che ha
rovesciato l'ex presidente Hosni Mubarak.
Kerry dovrebbe ingaggiare un traduttore per spiegare la posizione della Fratellanza Musulmana urante la rivoluzione, "ha detto Mahmoud Hussein, citato dal Daily News Egypt Venerdì, 22 novembre.
"Le vittorie parlamentari e presidenziali della Fratellanza, sono arrivate attraverso elezioni eque sotto la supervisione del Consiglio Supremo delle Forze Armate e apprezzate dall'ex presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter," ha aggiunto.
La dua critica di Hussein arriva alla luce delle dichiarazioni fatte del segretario di Stato John Kerry, Mercolediì, durante un suo discorso presso un forum nel quale si discurteva del rafforzamento delle imprese nel settore privato e delle agenzie di sicurezza diplomatiche, Kerry ha detto che "il miglior antidoto contro l'estremismo è l'opportunità".
"Quei ragazzi di piazza Tahrir, non erano motivati da nessuna religione o ideologia", ha detto Kerry, riferendosi alle migliaia di manifestanti che si sono accampati nella piazza centrale di Cairo, all'inizio del 2011, e che chiedevano il rovesciamento dell'allora presidente Hosni Mubarak.
"Sono stati motivati da ciò che hanno visto in questo mondo interconnesso, e volevano un pezzo di opportunità e la possibilità di ricevere un'istruzione e di avere un lavoro e avere un futuro, e non avere un governo corrotto che li ha privati di tutto questo e altro ancora. "
Ed ha aggiunto: "E poi tutto questo è stato rubato dal un'unica entità, che era la Fratellanza."
Le osservazioni di Kerry hano chiaramente l'intento di compiacere la nuova amministrazione dell'esercito Egiziano, che sostengono che la rimozione della Fratellanza era necessaria.
Eppure, ai tempi, il Dipartimento di Stato disse alla Fratellanza di "difendere i loro principi sostenuti in termini di democrazia e libertà."
I membri della Fratellanza Musulmana hanno partecipatoil 25 gennaio alla rivoluzione dei 18 giorni a seguito dei quali il governo di Mubarak venne rovesciato.
Kerry dovrebbe ingaggiare un traduttore per spiegare la posizione della Fratellanza Musulmana urante la rivoluzione, "ha detto Mahmoud Hussein, citato dal Daily News Egypt Venerdì, 22 novembre.
"Le vittorie parlamentari e presidenziali della Fratellanza, sono arrivate attraverso elezioni eque sotto la supervisione del Consiglio Supremo delle Forze Armate e apprezzate dall'ex presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter," ha aggiunto.
La dua critica di Hussein arriva alla luce delle dichiarazioni fatte del segretario di Stato John Kerry, Mercolediì, durante un suo discorso presso un forum nel quale si discurteva del rafforzamento delle imprese nel settore privato e delle agenzie di sicurezza diplomatiche, Kerry ha detto che "il miglior antidoto contro l'estremismo è l'opportunità".
"Quei ragazzi di piazza Tahrir, non erano motivati da nessuna religione o ideologia", ha detto Kerry, riferendosi alle migliaia di manifestanti che si sono accampati nella piazza centrale di Cairo, all'inizio del 2011, e che chiedevano il rovesciamento dell'allora presidente Hosni Mubarak.
"Sono stati motivati da ciò che hanno visto in questo mondo interconnesso, e volevano un pezzo di opportunità e la possibilità di ricevere un'istruzione e di avere un lavoro e avere un futuro, e non avere un governo corrotto che li ha privati di tutto questo e altro ancora. "
Ed ha aggiunto: "E poi tutto questo è stato rubato dal un'unica entità, che era la Fratellanza."
Le osservazioni di Kerry hano chiaramente l'intento di compiacere la nuova amministrazione dell'esercito Egiziano, che sostengono che la rimozione della Fratellanza era necessaria.
Eppure, ai tempi, il Dipartimento di Stato disse alla Fratellanza di "difendere i loro principi sostenuti in termini di democrazia e libertà."
I membri della Fratellanza Musulmana hanno partecipatoil 25 gennaio alla rivoluzione dei 18 giorni a seguito dei quali il governo di Mubarak venne rovesciato.
Iraq: se Baghdad si trasforma in Venezia
Le pesanti inondazioni che hanno colpito Baghdad e un certo numero di
province irachene hanno mietuto vittime e causato danni materiali
ingenti. Ora sono diventate materia di derisione sui social network. C’è
chi in effetti fa del sarcasmo paragonando la capitale irachena a
Venezia.
Baghdad è stata teatro di piogge torrenziali che sono durate per ore nella notte tra mercoledì e giovedì. Molte case sono state allagate e 13 persone sono morte in zone diverse.
Le autorità locali hanno annunciato che queste piogge sono le più forti registrate negli ultimi vent’anni.
Baghdad è stata teatro di piogge torrenziali che sono durate per ore nella notte tra mercoledì e giovedì. Molte case sono state allagate e 13 persone sono morte in zone diverse.
Le autorità locali hanno annunciato che queste piogge sono le più forti registrate negli ultimi vent’anni.
Battiato: «Nel nostro Dna la cultura araba»
Una cultura fiorita in Sicilia circa mille anni fa, quella
arabo-siciliana, oggi completamente dimenticata. Ci pensa Franco
Battiato a darle nuovo lustro con lo spettacolo “Diwan, l’essenza del
reale”, realizzato un paio d’anni fa in occasione delle celebrazioni per
il centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, e che mercoledì alle 21
arriva a Trieste, al Politeama Rossetti.
Battiato, cosa significa Diwan?
«Nella nostra accezione significa canzoniere, raccolta di componimenti poetici».
Ci spieghi questo progetto.
«L’unione di due linguaggi musicali apparentemente differenti».
Come immagina la Sicilia dell’anno Mille?
«Una Sicilia rinascimentale».
Qual è stata la molla che ha fatto scattare il suo interesse?
«Ho studiato i grandi mistici del sufismo».
Quanta cultura araba c’è ancora nella Sicilia di oggi? Che influenza ha avuto su di noi?
«Oggi credo che sia rimasto ben poco, ma è sempre ben conservato nel nostro patrimonio genetico».
C’è un filo che lega il concerto dell’Apriti Sesamo Tour e questo spettacolo?
«Solo alcune canzoni del mio repertorio».
Ci spiega il progetto “Attraversando il bardo”, le riprese che sta realizzando in Nepal...
«Mi è stato commissionato un documentario sulla morte, il 30 novembre parto per Katmandu per intervistare tre lama tibetani, ho già intervistato un ateo e un monaco».
Il suo film su Händel?
«Aspettiamo».
Con Antony and the Johnsons com’è andata? Farete altre cose assieme?
«Quièn sabe... (nella colonna a destra, tentiamo di sopperire all’estrema laconicità della risposta - ndr)».
Ora che la sua “carriera politica” è alle spalle si sente meglio?
«Sì».
Se tornasse indietro direbbe di nuovo sì a Crocetta?
«No».
Grande artista, Battiato, anche quando risponde alle interviste. Memore dell’ammonimento del Vangelo («Il vostro parlare sia sì, si; no, no. Il di più viene dal maligno...»). E forse avviato sulle orme di John Cage, che rispose così a un intervistatore: «La sua è un’ottima domanda, mi consenta di non rovinarla con una risposta».
Del resto stiamo parlando di uno che, un paio d’anni fa, rispose a Lilli Gruber a “Ottoemezzo”: «Non sono né di destra né di sinistra, sto in alto». L’anno scorso, di questi tempi, accettò a sorpresa di entrare nella giunta regionale siciliana. Finì che in una visita al parlamento europeo, a Bruxelles, a marzo, parlò di «queste troie che si trovano in parlamento, farebbero qualsiasi cosa. È una cosa inaccettabile, sarebbe meglio che aprissero un casino...». Polemiche, indignazione, richieste di dimissioni, revoca dell’incarico.
Ma torniamo a noi. E allo spettacolo che arriva al Rossetti. Si diceva della cultura, della scuola poetica arabo-sicilaina che prese vita intorno all’anno Mille in Sicilia. In quasi tre secoli di attività lasciò tra i manoscritti dell’Andalusia e del Nord Africa tracce preziose di una produzione molto ricca e di un fertile intreccio di culture. L’artista siciliano, classe 1945, ha ripreso in mano un millennio dopo queste opere per riproporle in musica. Ne è venuto fuori un omaggio a una cultura dimenticata e a una lingua lontana ma che fa parte della nostra storia e delle nostre radici culturali.
Con lui, sul palco, i musicisti Etta Scollo, Nabil Salameh dei Radiodervish, il tastierista Carlo Guaitoli, Gianluca Ruggeri della Pmce e Ramzi Aburedwan, fondatore degli Al Kamandjâti. Un ensemble multietnico, assieme al quale Battiato propone brani scritti per l’occasione e ripropone pezzi tradizionali nonchè nuove letture di suoi classici. Fra questi: “Haiku”, “L’ombra della luce”, “Aurora”, “Veni l’autunnu”, “Personalità empirica”, “Lode all’inviolato”...
fonte
Battiato, cosa significa Diwan?
«Nella nostra accezione significa canzoniere, raccolta di componimenti poetici».
Ci spieghi questo progetto.
«L’unione di due linguaggi musicali apparentemente differenti».
Come immagina la Sicilia dell’anno Mille?
«Una Sicilia rinascimentale».
Qual è stata la molla che ha fatto scattare il suo interesse?
«Ho studiato i grandi mistici del sufismo».
Quanta cultura araba c’è ancora nella Sicilia di oggi? Che influenza ha avuto su di noi?
«Oggi credo che sia rimasto ben poco, ma è sempre ben conservato nel nostro patrimonio genetico».
C’è un filo che lega il concerto dell’Apriti Sesamo Tour e questo spettacolo?
«Solo alcune canzoni del mio repertorio».
Ci spiega il progetto “Attraversando il bardo”, le riprese che sta realizzando in Nepal...
«Mi è stato commissionato un documentario sulla morte, il 30 novembre parto per Katmandu per intervistare tre lama tibetani, ho già intervistato un ateo e un monaco».
Il suo film su Händel?
«Aspettiamo».
Con Antony and the Johnsons com’è andata? Farete altre cose assieme?
«Quièn sabe... (nella colonna a destra, tentiamo di sopperire all’estrema laconicità della risposta - ndr)».
Ora che la sua “carriera politica” è alle spalle si sente meglio?
«Sì».
Se tornasse indietro direbbe di nuovo sì a Crocetta?
«No».
Grande artista, Battiato, anche quando risponde alle interviste. Memore dell’ammonimento del Vangelo («Il vostro parlare sia sì, si; no, no. Il di più viene dal maligno...»). E forse avviato sulle orme di John Cage, che rispose così a un intervistatore: «La sua è un’ottima domanda, mi consenta di non rovinarla con una risposta».
Del resto stiamo parlando di uno che, un paio d’anni fa, rispose a Lilli Gruber a “Ottoemezzo”: «Non sono né di destra né di sinistra, sto in alto». L’anno scorso, di questi tempi, accettò a sorpresa di entrare nella giunta regionale siciliana. Finì che in una visita al parlamento europeo, a Bruxelles, a marzo, parlò di «queste troie che si trovano in parlamento, farebbero qualsiasi cosa. È una cosa inaccettabile, sarebbe meglio che aprissero un casino...». Polemiche, indignazione, richieste di dimissioni, revoca dell’incarico.
Ma torniamo a noi. E allo spettacolo che arriva al Rossetti. Si diceva della cultura, della scuola poetica arabo-sicilaina che prese vita intorno all’anno Mille in Sicilia. In quasi tre secoli di attività lasciò tra i manoscritti dell’Andalusia e del Nord Africa tracce preziose di una produzione molto ricca e di un fertile intreccio di culture. L’artista siciliano, classe 1945, ha ripreso in mano un millennio dopo queste opere per riproporle in musica. Ne è venuto fuori un omaggio a una cultura dimenticata e a una lingua lontana ma che fa parte della nostra storia e delle nostre radici culturali.
Con lui, sul palco, i musicisti Etta Scollo, Nabil Salameh dei Radiodervish, il tastierista Carlo Guaitoli, Gianluca Ruggeri della Pmce e Ramzi Aburedwan, fondatore degli Al Kamandjâti. Un ensemble multietnico, assieme al quale Battiato propone brani scritti per l’occasione e ripropone pezzi tradizionali nonchè nuove letture di suoi classici. Fra questi: “Haiku”, “L’ombra della luce”, “Aurora”, “Veni l’autunnu”, “Personalità empirica”, “Lode all’inviolato”...
fonte
Marocco: USA appoggiano fermamente piano per il Sahara
Gli USA hanno “chiaramente” indicato che il piano marocchino di autonomia del Sahara è “serio, realista e credibile” e che “rappresenta un potenziale approccio che potrebbe le aspirazioni della popolazione del Sahara nel gestire i propri affari in pace e dignità”. Questo quanto viene sottolineato nel Comunicato congiunto tra gli Stati Uniti e il Regno del Marocco, che ha sancito l’incontro alla Casa Bianca tra il re Mohammad VI e il presidente Barack Obama.
Il presidente Obama ha inoltre sottolineato che gli Stati Uniti appoggiano i negoziati avviati dalle Nazioni Unite, esortando le parti ad agire al fine di una soluzione politica. Il re marocchino ed il presidente americano hanno colto l’occasione per confermare “il loro comune attaccamento al miglioramento delle condizioni di vita dei popoli del Sahara e la volontà di lavorare insieme per perseguire la promozione e la tutela dei diritti umani nella regione”.Infine, il presidente Obama e il re Mohammad VI hanno riconfermato “il solido partenariato di beneficio reciproco e l’alleanza strategica che legano gli Stati Uniti al Regno del Marocco”, sottolineando che quest’incontro costituisce un’opportunità per tracciare una nuova e ambiziosa strada per il loro partenariato. (Arabpress)
Treno bloccato a seguito di un attacco a due donne velate
Un uomo avrebbe cercato di separarli, ma la situazione non è camiata. C'è voluto dunque l'intervento degli agenti di sicurezza, seguiti dalla polizia nazionale, per immobilizzare e allontanaree la giovane donna dal treno. Secondo un testimone, quella donna non sembrava normale, infatti ha continuato ad urlare anche dopo essere stata allontanata.
venerdì 22 novembre 2013
IUSM piange le vittime del tifone e delle inondazioni nelle Filippine e in Somalia
"L'Unione
internazionale per studiosi musulmani (IUSM) piange le vittime del
tifone e delle inondazioni nelle Filippine e in Somalia e dichiara tutta la
sua solidarietà con i loro popoli, pregando Allah di
alleviare le loro sofferenze e i dolori", ha detto in una dichiarazione
IUSM Martedì, 12 novembre.
"L'Unione invita inoltre tutte le organizzazioni umanitarie di tutto il mondo, soprattutto quelle islamiche, ad aiutare chi si trova in difficoltà."
Un potente tifone che ha colpito Filippine Venerdì scorso, ha lasciato almeno 2 milioni di vittime in 41 province colpite dal disastro e almeno 23.000 case danneggiate o distrutte.
Ampie zone lungo la costa sono state trasformate in cumuli di macerie contorte, bloccando strade e ammassando corpi in decomposizione.
Le navi sono state lanciate verso l'interno, auto e camion spazzati verso il mare e ponti e porti spazzati via.
Due funzionari hanno detto Domenica che il tifone di Venerdì potrebbe aver ucciso più di 10.000 persone, ma il bilancio ufficiale dei morti è rimasto ben al di sotto.
Il 'super-tifone' ha martoriato la comunità nelle Filippine, ed ha colpito anche la regione somala nord-orientale del Puntland, uccidendo fino a 100 persone.
Abdirahman Farole, il presidente della regione semi-autonoma, ha detto che migliaia di capi di bestiame sono morti e centinaia di case sono state distrutte.
Il ciclone tropicale, conosciuto come 03A, ha colpito i distretti di Eyl, Beyla, Dangorayo e Hafun lungo la costa orientale e attraverso Alula nella punta del Corno d'Africa.
Le maggiori associazioni di solidarietà, mosse da immagini di distruzione e disperazione nelle Filippine, hanno lanciato un appello immediato, sollecitando donazioni per le zone colpite dal tifone.
"L'Unione invita inoltre tutte le organizzazioni umanitarie di tutto il mondo, soprattutto quelle islamiche, ad aiutare chi si trova in difficoltà."
Un potente tifone che ha colpito Filippine Venerdì scorso, ha lasciato almeno 2 milioni di vittime in 41 province colpite dal disastro e almeno 23.000 case danneggiate o distrutte.
Ampie zone lungo la costa sono state trasformate in cumuli di macerie contorte, bloccando strade e ammassando corpi in decomposizione.
Le navi sono state lanciate verso l'interno, auto e camion spazzati verso il mare e ponti e porti spazzati via.
Due funzionari hanno detto Domenica che il tifone di Venerdì potrebbe aver ucciso più di 10.000 persone, ma il bilancio ufficiale dei morti è rimasto ben al di sotto.
Il 'super-tifone' ha martoriato la comunità nelle Filippine, ed ha colpito anche la regione somala nord-orientale del Puntland, uccidendo fino a 100 persone.
Abdirahman Farole, il presidente della regione semi-autonoma, ha detto che migliaia di capi di bestiame sono morti e centinaia di case sono state distrutte.
Il ciclone tropicale, conosciuto come 03A, ha colpito i distretti di Eyl, Beyla, Dangorayo e Hafun lungo la costa orientale e attraverso Alula nella punta del Corno d'Africa.
Le maggiori associazioni di solidarietà, mosse da immagini di distruzione e disperazione nelle Filippine, hanno lanciato un appello immediato, sollecitando donazioni per le zone colpite dal tifone.
Svezia. Attacco alla Moschea
In
un attacco, senza precedenti, nella tollerante Svezia, dei zamponi sono stati
gettati all'interno di una moschea a sud di Stoccolma dopo averne rotto le vetrate della porta principale.
"Poco prima 11:00 abbiamo ricevuto una telefonata dalla moschea di Fittja, il custode, che era appena arrivato, aprendo ha trovato dei zamponi al suo interno", ha detto un funzionario di polizia, Ulf Lindgren, all'agenzia France Presse (AFP) Lunedi, 18 novembre.
L'incidente è stato classificato come un atto di 'vandalismo' inquadrato nei crimini di odio, secondo i rapporti della polizia.
«Ma in quanto alla presenza dei zamponi, potrebbe trattarsi di qualcos'altro". ha spiegato Lindgren.
L'Islam considera impuri i maiali e i musulmani non mangiano la loro carne, considerandola sporca e malsana.
Alla ricerca di testimoni, le forze di polizia hanno detto che al momento non si ha nessun sospetto e che i colpevoli dunque non sono stati ancora identificati.
Di conseguenza, i controlli di sicurezza sono state intensificati attorno alla moschea di Fittja, per trovare indizi per l'incidente razziale.
La moschea Fittja è stato costruita nel quartiere Fitjja di Stoccolma nel 2007.
ed è l'unica in Svezia che permette la diffusione dell'Adhan, ed è frequentata da oltre 1.500 fedeli.
All'inizio di aprile 2013, la polizia locale consentì alla comunità di trasmettere l'Adhan nella moschea Fittja, l'unico luogo di culto musulmano che ha un minareto in Svezia.
La Televisione di stato svedese trasmise in diretta l'evento, mentre l'imam della Grande Moschea recitava la chiamata alla preghiera (adhan) tramite un altoparlante dal minareto.
I musulmani in Svezia sono circa 450.000 e 500.000, su nove milioni di persone, secondo il rapporto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti nel 2011.
"Poco prima 11:00 abbiamo ricevuto una telefonata dalla moschea di Fittja, il custode, che era appena arrivato, aprendo ha trovato dei zamponi al suo interno", ha detto un funzionario di polizia, Ulf Lindgren, all'agenzia France Presse (AFP) Lunedi, 18 novembre.
L'incidente è stato classificato come un atto di 'vandalismo' inquadrato nei crimini di odio, secondo i rapporti della polizia.
«Ma in quanto alla presenza dei zamponi, potrebbe trattarsi di qualcos'altro". ha spiegato Lindgren.
L'Islam considera impuri i maiali e i musulmani non mangiano la loro carne, considerandola sporca e malsana.
Alla ricerca di testimoni, le forze di polizia hanno detto che al momento non si ha nessun sospetto e che i colpevoli dunque non sono stati ancora identificati.
Di conseguenza, i controlli di sicurezza sono state intensificati attorno alla moschea di Fittja, per trovare indizi per l'incidente razziale.
La moschea Fittja è stato costruita nel quartiere Fitjja di Stoccolma nel 2007.
ed è l'unica in Svezia che permette la diffusione dell'Adhan, ed è frequentata da oltre 1.500 fedeli.
All'inizio di aprile 2013, la polizia locale consentì alla comunità di trasmettere l'Adhan nella moschea Fittja, l'unico luogo di culto musulmano che ha un minareto in Svezia.
La Televisione di stato svedese trasmise in diretta l'evento, mentre l'imam della Grande Moschea recitava la chiamata alla preghiera (adhan) tramite un altoparlante dal minareto.
I musulmani in Svezia sono circa 450.000 e 500.000, su nove milioni di persone, secondo il rapporto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti nel 2011.
Kenya : Polizia tortura e uccide i musulmani
Associazioni per i diritti umani, sia americane che del Kenya, hanno pubblicato un rapporto
che accusa gli agenti di polizia anti-terrorismo del Kenya, di uccidere i musulmani, residenti nel paese, attraverso procedure
extra-giudiziarie, abusi e torture, con l'accusa di essere membri del gruppo al-Shabaab.
"Il governo del Kenya, ha difeso l' unità di polizia anti-terrorismo del paese (ATPU), respingendo le decine di accuse di complotti terroristici, e arresti e uccisioni di decine di persone sospettate di terrorismo, inquadrando tali azioni, come una risposta efficace al terrorismo", il rapporto pubblicato Mercoledì, 20 Novembre, riporta che, "nello svolgimento della propria attività, l'ATPU ha commesso una vasta gamma di violazioni dei diritti umani, che violano il diritto internazionale, regionale e nazionale."
Nel rapporto intitolato "Siamo Stanchi di andare alla Corte", i ricercatori della Open Society Justice, che si occupa dei diritti umani e i musulmani del Kenya hanno detto che le forze di polizia hanno spesso torturato i detenuti.
Parlando a più di 40 persone nel corso dell'ultimo anno, hanno trovato che il Nucleo di Polizia Anti-Terrorismo (APTU) ha torturato i detenuti per fargli confessare dei legami con il terrorismo.
Almeno 20 le detenzioni arbitrarie e le sparizioni riportate nel rapporto.
"I funzionari ATPU devono essere ritenuti responsabili per le loro violazioni dei diritti umani, e le vittime devono ricevere dei risarcimenti", aggiunge il rapporto.
I musulmani del Kenya, hanno denunciato l'eradicazione dei loro diritti dopo che il loro paese è stato coinvolto nella cosiddetta guerra al terrorismo in Africa orientale.
Supportato da Regno Unito e Stati Uniti, la polizia anti-terrorismo del Kenya ha preso di mira i musulmani innocenti, con arresti arbitrari e sparizioni.
I problemi dei musulmani infine, si sono intensificati a seguito all'ttacco di settembre, rivendicato dal gruppo militante di al Shabaab della Somalia., all'interno del centro commerciale Westgate, nel quale più di 60 persone sono state uccise.
L'attacco al centro commerciale è stato immediatamente condannato dal Consiglio Supremo dei musulmani del Kenya, organizzando anche una campagna per donare il sangue come segno di solidarietà alle vittime di Al-Shabaab, oltre che confermando anche il loro sostegno agli organi di sicurezza e di governo durante il difficile momento che stava attraversando il Kenya.
"Il governo del Kenya, ha difeso l' unità di polizia anti-terrorismo del paese (ATPU), respingendo le decine di accuse di complotti terroristici, e arresti e uccisioni di decine di persone sospettate di terrorismo, inquadrando tali azioni, come una risposta efficace al terrorismo", il rapporto pubblicato Mercoledì, 20 Novembre, riporta che, "nello svolgimento della propria attività, l'ATPU ha commesso una vasta gamma di violazioni dei diritti umani, che violano il diritto internazionale, regionale e nazionale."
Nel rapporto intitolato "Siamo Stanchi di andare alla Corte", i ricercatori della Open Society Justice, che si occupa dei diritti umani e i musulmani del Kenya hanno detto che le forze di polizia hanno spesso torturato i detenuti.
Parlando a più di 40 persone nel corso dell'ultimo anno, hanno trovato che il Nucleo di Polizia Anti-Terrorismo (APTU) ha torturato i detenuti per fargli confessare dei legami con il terrorismo.
Almeno 20 le detenzioni arbitrarie e le sparizioni riportate nel rapporto.
"I funzionari ATPU devono essere ritenuti responsabili per le loro violazioni dei diritti umani, e le vittime devono ricevere dei risarcimenti", aggiunge il rapporto.
I musulmani del Kenya, hanno denunciato l'eradicazione dei loro diritti dopo che il loro paese è stato coinvolto nella cosiddetta guerra al terrorismo in Africa orientale.
Supportato da Regno Unito e Stati Uniti, la polizia anti-terrorismo del Kenya ha preso di mira i musulmani innocenti, con arresti arbitrari e sparizioni.
I problemi dei musulmani infine, si sono intensificati a seguito all'ttacco di settembre, rivendicato dal gruppo militante di al Shabaab della Somalia., all'interno del centro commerciale Westgate, nel quale più di 60 persone sono state uccise.
L'attacco al centro commerciale è stato immediatamente condannato dal Consiglio Supremo dei musulmani del Kenya, organizzando anche una campagna per donare il sangue come segno di solidarietà alle vittime di Al-Shabaab, oltre che confermando anche il loro sostegno agli organi di sicurezza e di governo durante il difficile momento che stava attraversando il Kenya.
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