Danimarca, le cassiere potranno indossare il velo
03/06/2013
Le Proteste delle donne musulmane hanno fatto cedere i supermercati.
Le donne musulmane hanno protestato e boicottato. E una diffusa catena di supermercati danesi che alla fine hanno ceduto. E hanno revocato il bando contro il velo islamico dopo dieci anni di intransigenza.
La cittadella della catena Dansk Supermarked, che riunisce i punti vendita di Natto, Fotex e Bilka è capitolata di fronte al più ovvio degli attentati al libero mercato: il boicottaggio degli acquisti in tutti i supermercati della catena.
L'azione di lotta è stata decisa da un gruppo di donne che si sono ribellate ad un recente episodio che ha visto protagonisti proprio uno store della Netto ad Odense e una giovane musulmana di 26 anni: da oggi quindi libertà di indossare l'hijab.
Secondo i giornali locali, Nada Fraije, una giovane disoccupata in cerca di lavoro, è stata esclusa dalla possibilità di entrare a far parte del personale della Netto – cui si era rivolta per ottenere un impiego – a causa del fatto che indossava il velo.
Alle proteste di Nada, l'azienda commerciale ha risposto spiegando di essersi limitata ad applicare le direttive della 'catena madre' in fatto di abbigliamento dei dipendenti; Dansk Supermarked aveva infatti – forte di un pronunciamento della Corte Suprema del 2005 in materia – stabilito che il personale a contatto con il pubblico non doveva indossare alcunché sulla testa, salvo, nei casi previsti, la cuffietta igienica.
La campagna di boicottaggio delle donne alla fine dunque le ha portate fino alla vittoria
Ma né Nada, né le donne musulmane che le si sono fatte intorno per difendere il suo diritto ad indossare il velo, hanno voluto gettare la spugna nonostante la sentenza del 2005 frutto di una lunga battaglia legale intrapresa dalla catena di supermercati.
Così, accanto alle proteste, le donne musulmane hanno organizzato un vero e proprio boicottaggio degli acquisti, negando alla Dansk Supermarked i loro borsellini e facendo proselitismo tra le comunità islamiche di Danimarca.
Il direttore della comunicazione dell'azienda, Mads Hvitved Grand, ha ammesso la 'sconfitta' motivandola con la circostanza che «non aveva più senso mantenere le vecchie regole dal momento che ci apprestiamo a rinnovare il nostro codice di abbigliamento».
Lo staff
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