Turchia, Erdogan fa un passo verso i curdi: abolito il divieto di usare le lettere q, x e w
Turchia, Erdogan fa un passo verso i curdi: abolito il divieto di usare le lettere q, x e w
28/09/2013
Tre lettere per un processo di pace,
quella tra Ankara, i curdi e il Pkk. Infatti una delle riforme che il
premier turco Recep Tayyip Erdogan annuncerà lunedì prossimo per andare
incontro alle richieste dei ribelli curdi del Pkk sarà l'abolizione del
divieto di usare le lettere Q, X e W, introdotto 85 anni fa dal padre
della Turchia moderna, Mustafa Kemal Ataturk.
All'inizio della
Repubblica turca, il presidente Ataturk avviò delle riforme per
occidentalizzare il paese e secolarizzarlo dopo la caduta dell'impero
ottomano. Uno dei primi provvedimenti, nel 1928, fu il passaggio
dall'alfabeto arabo a quello latino. Dato che queste lettere erano
considerate troppo 'arabeggianti' vennero escluse dal nuovo alfabeto a
scapito della lingua curda che è ricca di quei suoni. Il loro utilizzo
era stato esplicitamente vietato per legge dal parlamento di Ankara.
Coloro che trasgredivano la legge utilizzando le lettere bandite su
cartelli, brochure o nomi curdi, stando all'articolo 22, potevano essere
condannati dai due ai sei mesi di detenzione. Molti furono i politici
curdi ad essere incriminati per averle usate in documenti pubblici.
L'abolizione
della norma sulle tre lettere rappresenta un passo avanti nel processo
di pacificazione tra il governo turco e la nazione curda, rappresentata
soprattutto dal Pkk. Ancora si sa poco sul resto delle concessioni, ma
Erdogan ha sottolineato che "molti saranno sorpresi" dai provvedimenti
in programma. Le trattative con il partito di Ocalan sono iniziate a
dicembre, ma hanno subìto di recente una battuta d'arresto quando, all'inizio di settembre, i curdi hanno sospeso il ritiro dalla Turchia verso il nord dell'Iraq, previsto dagli accordi, accusando il premier turco di tradire gli impegni presi per una soluzione politica alla questione curda.
Dopo alcune dichiarazioni che hanno fatto temere il peggio, Ankara e i
rappresentanti curdi sono tornati al tavolo delle trattative per tentare
di chiudere un conflitto che in trent'anni ha fatto circa 30mila
vittime, soprattutto tra i curdi. (La Repubblica)
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