"Save Syria, over 100.000"
"Save Syria, over 100.000"
14/09/2013
Un giovane italiano, Nicola Fornoni, durante l'infanzia ha sofferto di
una malattia che lo ha indebolito e costretto all'uso di una carrozzina.
Ha 23 anni, e risente ancora degli effetti della sua malattia, é un artista ma non è ricco.
Solo 20 giorni fa, è venuto a sapere dei massacri che insanguinano la Siria.
Avrebbe desiderato andare in Siria, ma a causa delle sue condizioni di
salute ed anche economiche, non gli è stato possibile farlo, ed haper questo pensato, ad
un'azione in molti sensi eroica e coraggiosa, decidendo di fare una
performance sulla sua sedia a rotelle, su cui ha issato la bandiera
dell'indipendenza siriana e quella italiana della pace.
Ha scelto
le due piazze principali della sua città che distano tra loro 2
chilometri, ed ha deciso di fissare la sua performance in un giorno ,
importante per la sua città, Brescia in Fiore Bmode, per trasmettere questo
messaggio: "Come per dire: che cosa state facendo? Vi preoccupate di voi,
della moda, del giardino mentre i bambini in Siria vengono uccisi?"
Ha chiamato la performance "Save Syria, over 100.000"
Ha completato il percorso sulla sua carrozzina, che specifichiamo non è
elettrica, rifiutandosi di ricevere il benché minimo aiuto o spinta.
E ha poi così descritto quello che ha provato:
‘Mentre mi spingevo, percorrendo la strada, mi sembrava di sentire le
bombe, le granate, l’odore del gas, della polvere, le grida di Aleppo, i
sogni svaniti dei bambini di Homs, i pianti di Dar’à. Ero con loro. Ero
uno di loro. Stavo partecipando ad una sofferenza comune. Sentivo il
peso, la responsabilità nel portare due bandiere cosi forti dal punto di
vista simbolico, ideologico, patriottico. Ci pensavo. Mi veniva da
piangere perché consapevole di cosa stavo facendo: stavo portando,
ideologicamente, il cuore sanguinante della popolazione siriana, il
dolore di un popolo oppresso da una tirannia fratricida, parricida,
omicida. Lo stavo portando tra la gente. Le persone là hanno sicuramente
sofferto più di me, la mia è una sofferenza solo di un giorno. Ma come potevo
non soffrire per una nazione che lo sta facendo da due anni? Volevo
essere vicino a loro in tutto e per tutto’”.
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