martedì 24 settembre 2013

E il blocco di Gaza?

E il blocco di Gaza?
 24/09/2013

Da un mese, più di 1.700.000 palestinesi di Gaza stanno attraversando una situazione catastrofica a tutti i livelli: il blocco è diventato più duro, la chiusura di frontiere e gallerie isola sempre di più la regione, i cui abitanti devono sopportare prolungati tagli all'elettricità, mancanza di carburante, carenza di molti prodotti alimentari e di medicinali.


Tutti i settori vitali sono toccati da questa situazione che continua a peggiorare, mentre la comunità internazionale tace ed è cieca di fronte alla lenta morte di molti abitanti di Gaza e alla loro sofferenza quotidiana.

Questa situazione ci ricorda quella vissuta nel 2007 dalla popolazione civile all'inizio del blocco israeliano.
Gli edifici di Gaza hanno diritto soltanto a sei ore di elettricità al giorno, a causa della mancanza di carburante per l'unica centrale elettrica di Gaza, che attualmente opera al 20% della capacità. I tagli paralizzano la vita nelle case, negli ospedali, nelle fabbriche, nelle scuole, negli edifici pubblici e in tutti i settori.
Molti prodotti alimentari stanno iniziando a scomparire dagli scaffali dei negozi, e, una volta trovati, hanno un prezzo esorbitante. Le stazioni di rifornimento sono quasi chiuse, e ogni giorno centinaia di auto attendono per ore di ricevere i dieci litri di carburante a cui ciascun abitante ha diritto. Tutti i mezzi di trasporto sono colpiti dalla carenza di carburante.

Le organizzazioni internazionali hanno ridotto gli aiuti alla popolazione, per la mancanza di finanziamenti internazionali. Conseguenza: il tasso di povertà tra la popolazione supera il 40 %!
Decine di fabbriche, non avendo le materie prime per il loro funzionamento, chiudono.

Tutti i progetti edilizi sono bloccati. Risultato: migliaia di disoccupati. Il tasso di disoccupazione della popolazione ha ha superato questo mese il 75 %.

Per due mesi, nessuna delegazione straniera e nessun convoglio è riuscito a entrare in questa regione, sempre più isolata e abbandonata al suo destino. Questi esempi dimostrano che in questa prigione a cielo aperto sta per aprirsi una vera e propria emergenza umanitaria.

A fronte di questa grave situazione, possiamo riscontrare tre aspetti positivi:
le scuole e le università continuano a funzionare, e studenti e insegnanti spesso si recano a scuola a piedi per salvare l'anno scolastico;
gli abitanti di Gaza continuano la loro vita e si adattano a questo contesto con una volontà e una pazienza notevoli, resistono e persistono, vivono in modo degno della loro terra;
gli abitanti di Gaza coltivano la speranza di cambiamento e di miglioramento della situazione, e vivono di speranza e solo di speranza.

Il blocco israeliano contro la popolazione civile, che dura ormai da sette anni, che uccide la vita, che uccide i bambini di Gaza, è una vergogna per l'umanità! I palestinesi di Gaza stanno cercando di dare un esempio di coraggio e di determinazione a questa comunità internazionale ufficiale che fa dichiarazioni ipocrite per difendere il diritto internazionale altrove, ma non muove un dito per denunciare la politica israeliana di punizione collettiva contro la popolazione di Gaza.

I palestinesi di Gaza hanno una sola domanda per la comunità internazionale, i suoi vari organismi e questo cosiddetto mondo libero che pretende di difendere i diritti umani e di assicurare la pace nel mondo: e il blocco di Gaza ?

Ziad Medoukh * | assawra.info
* docente di francese all'Università Al Aqsa di Gaza



(Fonte:Forumpalsetina)

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