lunedì 30 settembre 2013

Notizie dall' Egitto

Notizie dall' Egitto 
[Foto: Il regista Canadese John Greyson]
 

1. Governo egiziano ha ripreso il controllo
del cantiere dell'impianto nucleare Dabaa dopo più di un anno che i residenti locali e le tribù avevano occuparono il sito in segno di protesta per la prevista costruzione di una centrale nucleare.
 

  La centrale nucleare fu progettata  diversi anni fa, e nel 2011 l'Egitto ricevette diverse offerte straniere per la costruzione, che dovrebbe costare $ US 4 miliardi di dollari.

2. I Pubblici ministeri egiziani hanno esteso la detenzione dei due canadesi, John Greyson e Tarek Loubani, per altri  45 giorni, nonostante ancora non siano accusati di alcun crimine.

I due canadesi hanno iniziato uno sciopero della fame all'inizio di questo mese in segno di protesta per il loro arresto, e il Canada ha intensificato gli sforzi per assicurare il loro rilascio. I pubblici ministeri accusano i due canadesi di aver preso parte agli attacchi contro la polizia, mentre i due canadesi sostengono che stavano semplicemente chiedendo indicazioni per raggiungere il loro albergo quando sono stati arrestati.

Almeno 2.000 persone, per lo più musulmani, sono stati arrestati dal 3 luglio.

Gerusalemme, coloni distruggono tombe cristiane

Gerusalemme, coloni distruggono tombe cristiane

 30/09/2013

Armati di blocchi di cemento, quattro nazionalisti israeliani – di età compresa tra  i 17 e i 26 anni – hanno distrutto le lapidi di una quindicina di tombe in un cimitero greco-ortodosso di Gerusalemme, nei pressi delle mura della città vecchia, vicino al Cenacolo. Due dei quattro vandali appartengono ai “Giovani delle colline”, un gruppo strettamente legato ai coloni responsabile di aver profanato molte moschee e chiese negli anni passati.

Questo è solo l’ultimo attacco che estremisti israeliani riservano ai cristiani in Israele. Basti ricordare, per non andare troppo in là nel tempo, il monastero profanato a Gerusalemme,i simboli fallici disegnati nella chiesa di Kafar Bir’em, il convento di San Francesco sul monte Sion riempito di scritte blasfeme (come “Gesù figlio di p…”) oppure le porte del monastero di Latrun incendiate dai coloni. (Frontierenews)

 

Stati Uniti: Scoperta una rete islamofoba

Stati Uniti: Scoperta una rete islamofoba
 30/09/2013

Il CAIR, famoso gruppo islamico americano che si occupa di diritti civili, ha pubblicato un nuovo rapporto, nel quale viene messa in luce, una fitta rete islamofoba composta da diversi gruppi  anti-Islam, i quali hanno ricevuto più di 119 milioni di dollari grazie a finanziamenti  tra il 2008 e il 2011.

 "Questo rapporto mette in luce la presenza di veri e propri  gruppi promotori di islamofobia nella nostra società," ha detto Corey Saylor,  che dirige un reparto per monitorare e combattere l'islamofobia, che fa parte del Consiglio dell' American-Islamic Relations (CAIR) con sede a Washington.
 
Intitolato, " Legiferare la Paura: islamofobia e il suo impatto negli Stati Uniti", il nuovo rapporto è stato pubblicato  Giovedi, 19 settembre.
 
Egli cita 37 organismi che "sono stati al centro di promozione islamofobia in America" tra il ​​2011-2012 i quali hanno formato un "nucleo interno", una vera e propria base islamofoba Americana .
 
Altri 32 gruppi, che compongono "nucleo esterno." della rete,  il cui scopo principale non è quello di promuovere il  pregiudizio o l'odio contro l'Islam e i musulmani, lavorano regolarmente per dimostrare e supportare temi islamofobi.
 
Durante il periodo di due anni preso in esame nel  rapporto, 78 punti sono stai "progettati per diffamare le pratiche religiose islamiche" e sono stati introdotti in 29 Stati e congressi.
 
Di questi punti, 62 sono contenuti nella  legislazione creata da David Yerushalmi del centro di legge della libertà americana, una delle istituzioni elencate come parte del "nucleo interno".
 
Questo è il secondo rapporto del CAIR sull' islamofobia negli Stati Uniti.
 
Il primo, "Same Hate, New Target," - "stesso odio, nuova destinazione," è stato pubblicato nel 2010 e ha sostenuto che il sentimento anti-Islam è una manifestazione di problemi che  hanno affrontato le minoranze negli Stati Uniti nel corso della sua storia.

"Israele è l'ombelico della Terra"

"Israele è l'ombelico della Terra"

 30/09/2013

Il Senatore Michele Bachmann, ha fatto parlare di se in questi giorni a causa delle sue osservazioni  islamofobe durante una conferenza, in merito agli attacchi dell'11 settembre.

Michele Bachmann ha dichiarato che i responsabili degli incidenti dell'11 settembre 2001 a New York, non erano altro che la Fratellanza Musulmana egiziana! Dichiarazioni che hanno portato  alla luce le sue tendenze anti-Islam , cosa di non poco conto, considerato il ruolo che ricopre di senatore, dunque rappresentante degli Stati Uniti.
 
In questo video, la donna mostra il suo amore per Israele e dichiara apertamente che il paese è un desiderio del Signore ... per poi approvare tutti gli atti compiuti dai coloni, prima di dichiarare pubblicamente il suo amore per il giudaismo pubblicamente. 

 Le sue parole ci permettono di vedere un po' più chiaramente il ruolo degli USA nei vari conflitti tra la Siria e l'Egitto. Gli interessi di Israele sono chiaramente qui indicati, e questo cvredo  non sorprenderà nessuno, dato che la lobby ebraica (AIPAC) è padrona del Congresso degli Stati Uniti da sempre e Michele Bachmann ne è la prova.

A questo punto ci si aspetta che daranno la colpa ai musulmani anche per il buco nell'ozono, la fame nel terzo mondo, e l'invasione di cavallette tra Egitto e Israele nel mese di Marzo...

domenica 29 settembre 2013

SIRIA: INCONTRO TRA BAN KI MOON E JARBA

SIRIA: INCONTRO TRA BAN KI MOON E JARBA

 29/09/2013

Il segretario generale dell’ONU Ban ki-Moon ha incontrato il leader dell’opposizione siriana Ahmad Jarba. Il segretario generale dell'Onu ha proposto il capo della Coalizione nazionale di partecipare alla conferenza di pace Ginevra 2, che l'Onu vorrebbe organizzare per meta' novembre. Ban ki Moon ha chiesto a Jarba di creare un dialogo al più presto possibile con il regime di Assad. Moon inoltre ha espresso i problemi dei paesi limitrofi che ospitano i profughi siriani.

EGITTO: FASE TRANSIZIONE FINISCE ENTRO PRIMAVERA

EGITTO: FASE TRANSIZIONE FINISCE ENTRO PRIMAVERA

 29/09/2013

 "La fase transitoria del governo egiziano terminerà entro la prossima primavera" lo ha detto il ministro degli esteri egiziano Nabil Fahmy durante il suo intervento alla 68esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Il ministro durante il suo discorso ha detto che "i lavori sono in corso, in linea con la road map stabilita". Fahmy ha detto che finora sono stati adottati con successo i principi base della governance, ossia giustizia, libertà e democrazia, a cui seguiranno elezioni parlamentari e presidenziali, per concludere la transizione in primavera.

Commenti islamofobi da parte di un reporter di Fox News

Commenti islamofobi da parte di un reporter di Fox News

29/09/2013

Questo martedì, 28 settembre, Bob Beckel, un giornalista  di Fox News, durante la trasmissione 'I cinque' ha fatto dei commenti altamente islamofobi durante un dibattito sull'attacco omicida nel centro commerciale di Nairobi in Kenya, ci dice il sito huffingtonpost.
Durante il dibattito, tutti i presenti hanno  discusso dell'attacco terroristico che è avvenuto sabato nella Westgate Mall che ha causato decine di vittime.

Proprio in quel momento Beckel ha detto che l'Islam non era "la religione della pace" e che i musulmani del mondo dovrebbero "condannare questo atto o almeno dire qualcosa."
 
' Nuovamente, ripeterò ciò che ho già detto in passato: Molti studenti musulmani  vengono qui con un visto, molte moschee vengono costruite qui, fino al nuovo ordine,  come si fa a non insurgere e a denunciare ciò che accadde in nome vostro profeta. Questo non è il messaggio che il profeta vi ha chiesto che io sappia. Non so nemmeno il nome di sua madre, e non mi interessa. L'idea è che il tempo ora sta scadendo per i musulmani di questo paese e per quelli di tutto il mondo, è ora di alzarsi all'unisono e se non potete farlo allora siete soli vigliacchi. ' 

Le posizioni anti-islamiche del giornalista di Fox News sono ben note. Ha fatto commenti simili dopo gli attacchi della maratona di Boston, e di nuovo nel mese di luglio, dopo l'attacco mortale ad  una scuola nigeriana.
Questa non è la prima volta che le dichiarazioni dei giornalisti di  Fox News creano problemi.

sabato 28 settembre 2013

“A Ovest della Giordania ci sarà solo Israele, lo vuole la Torah”

“A Ovest della Giordania ci sarà solo Israele, lo vuole la Torah”

 28/09/2013

“A ovest della Giordania ci sarà un solo paese, lo stato di Israele“. Cosí il ministro degli Alloggi israeliano Uri Ariel ha commentato il recente discorso tenuto da Abu Mazen all’Onu e quanto da lui dichiarato in un incontro con i leader della comunità ebraica di New York; il premier palestinese aveva auspicato una risoluzione permanente del conflitto, invitando a lavorare per “uno stato palestinese autonomo con capitale Gerusalemme Est” e che “è giunto il tempo per musulmani, cristiani ed ebrei di vivere in pace“,  i cui frutti saranno goduti “sia dagli israeliani che dagli arabi”.

Una risposta, quella dell’ultra-nazionalista Ariel, che lascia ben poco all’interpretazione: “Israele continuerà a costruire ovunque: in Gailea, nel Neghev, in Giudea e Samaria (cioè in Cisgiordania, ndr) e a Gerusalemme. Chiunque crede che la realtà possa cambiare ha delle allucinazioni. Continueremo con gli insediamenti, che verranno rafforzati. A ovest della Giordania ci sará un solo paese, lo stato di Israele”. Secondo il ministro israeliano, la politica degli insediamenti  è “coerente con gli insegnamenti della Torah” e i coloni sono “persone buone che rappresentano la Torah”.

Il dialogo non è l’unione di due monologhi. Il ministro israeliano ha esplicitamente lasciato intendere di non desiderare la pace, ma di avere l’obiettivo di un’Israele in cui il pluralismo non sia di casa. Il partito di Ariel, HaBayit HaYehudi (il cui significato è “Focolaio Ebraico” o, letteralmente, “La casa ebraica”), vanta ben tre ministri nel governo Netanyahu: lo stesso leader del partito Naftali Bennett, ministro del Lavoro, del Commercio e dell’Industria nonché ministro degli Affari religiosi; lo scrittore Uri Shraga Orbakh, ministro delle Pensioni e, in ultimo, il sopra menzionato Uri Ariel. Il partito, che oltre ai tre esponenti governativi ha anche 12 seggi nel Knesset (pari al 10%), è strettamente legato ai coloni; basti citare che il leader Bennett (lo stesso che ha esclamato con orgoglio “Nella mia vita ho ucciso tanti arabi e per me non c’è nessun problema a riguardo”) era responsabile del Concilio degli insediamenti in Giudea e Samaria o che Uri Ariel è stato classificato da Matot Arim, un’organizzazione di coloni, come il parlamentare di destra più efficiente nel Knesset nel 2011, andando al secondo posto nel 2012.
 
Alla base del pensiero del partito vi è un inquietante cocktail tra giudaismo radicale e ultranazionalismo neosionista. Ciò che unisce le due matrici è il sogno della Eretz Yisrael Hashlemah, la Grande Israele che, secondo un’interpretazione letterale della promessa biblica, si estenderá dal Nilo all’Eufrate.
Si potrebbe affermare che non sono questi gli interlocutori dei palestinesi. Che, nella loro folle e razzista ideologia neosionista, questi estremisti sono soltanto pochi esaltati le cui provocazioni andrebbero prese solo come folklore di dubbio gusto. E se sapere che il 10% del parlamento israeliano è in mano a questi galantuomini non è sufficiente, vi basti considerare il ruolo fondamentale che svolgono i gruppi di pressione pro-coloni. Per placare la loro ira infatti Israele ha autorizzato la costruzione di nuovi alloggi negli insediamenti ebraici in Cisgiordania (insediamenti illegali per il diritto internazionale, ricordarlo non guasta) all’indomani dell’approvazione della Palestina come stato osservatore Onu. La stessa “caramella” viene usata per addolcire gli animi dei coloni ogni qual volta il governo di Tel Aviv sembra essere troppo morbido. Durante i colloqui di pace, per esempio, o la settimana scorsa dopo l’uccisione del soldato di occupazione a Hebron.

Non dunque chiacchiere da parrucchiere, quelle di Uri Ariel, bensì frasi pesate e ponderate con la consapevolezza che il proprio partito, per quanto imbarazzante anche per il governo israeliano (perché le continue provocazioni dei coloni e del loro megafono in Parlamento rischiano di portare la popolazione palestinese all’esasperazione, con il conseguente rischio di una nuova Intifada), è tuttavia necessario allo stesso. (Frontierenews)

 

"Scopri Gesù nel Corano", la campagna shock è controversa

"Scopri Gesù nel Corano", la campagna shock è controversa

 28/09/2013

 Ad Atlanta, negli Stati Uniti, è apparsa una campagna pubblicitaria che non è passata inosservata. Questa campagna, promossa da  una organizzazione no-profit "Perché l'Islam" (WhyIslam.org),  ha deciso di creare dei cartelloni con su impresso il messaggio: "Trova Gesù nel Corano" 

Ci sono circa altri 60 altri pannelli pubblicitari, come quelli della foto in tutti gli Stati Uniti.
  Il portavoce: "Perché l'Islam", ha detto che è stata la comunità musulmana locale che ha chiesto che venissero creati questi cartelloni. 
  Secondo loro, il ruolo di "Perché l'Islam" è quello di "contribuire a chiarire che l'Islam comprende tutto." 

IL VIDEO
 
Il cartellone invita la gente a comporre un numero telefonico, per ottenere risposte alle loro domande o per ottenere gratuitamente una copia del Corano. Recentemente, un quotidiano inglese, "The Herts Advertiser", aveva scritto un articolo, promosso da  un'altra organizzazione specializzata nella dawa, (invito all'Islam), nel quale veniva riportato un versetto del  Corano.

Una donna velata violentemente aggredita e insultata "P *** terrorista"

Una donna velata violentemente aggredita e insultata "P *** terrorista"

 28/09/2013

Una donna velata è stata aggredita da un uomo a Times Square, New York. L'aggressore non identificato è stato filmato dai manifestanti mentre ingiuriava la donna "P *** terrorista".

L'episodio è avvenuto durante la manifestazione che era stata organizzata per protestare contro il colpo di stato militare in Egitto.
 
L'uomo si è improvvisamente lanciato contro la sua vittima, Rachel Gunnoe, la quale subito gli ha gridato in faccia: "Sei pazzo? . "Per fortuna la polizia ha agito rapidamente per fermare l'islamofobo.
 
La donna ha detto che il suo aggressore ha iniziato a correre verso di  lei urlando dopo aver urtato i tre figli che erano sul marciapiede. Ha poi concentrato la sua attenzione su di lei,  strappandole il cartellone dalle mani   per poi gettarglielo violentemente in faccia.
 
Il cartello diceva: "Signor Obama è un colpo di stato militare "
 
«  Lui mi ha strappato il cartello di mano affermando che era una m * terrorista.  »
«  Grazie a Dio, io Porto gli occhiali, altrimenti mi avrebbe sicuramente colpito negli occhi. »
 
Naturalmente, la mamma casalinga, ha deciso di presentare un reclamo, ma poiché c'erano già i  testimoni della scena, la polizia gli hanno detto che non era necessario.

 

venerdì 27 settembre 2013

Turchia, Erdogan fa un passo verso i curdi: abolito il divieto di usare le lettere q, x e w

Turchia, Erdogan fa un passo verso i curdi: abolito il divieto di usare le lettere q, x e w 

 28/09/2013

Tre lettere per un processo di pace, quella tra Ankara, i curdi e il Pkk. Infatti una delle riforme che il premier turco Recep Tayyip Erdogan annuncerà lunedì prossimo per andare incontro alle richieste dei ribelli curdi del Pkk sarà l'abolizione del divieto di usare le lettere Q, X e W, introdotto 85 anni fa dal padre della Turchia moderna, Mustafa Kemal Ataturk.

All'inizio della Repubblica turca, il presidente Ataturk avviò delle riforme per occidentalizzare il paese e secolarizzarlo dopo la caduta dell'impero ottomano. Uno dei primi provvedimenti, nel 1928, fu il passaggio dall'alfabeto arabo a quello latino. Dato che queste lettere erano considerate  troppo 'arabeggianti' vennero escluse dal nuovo alfabeto a scapito della lingua curda che è ricca di quei suoni. Il loro utilizzo era stato esplicitamente vietato per legge dal parlamento di Ankara. Coloro che trasgredivano la legge utilizzando le lettere bandite su cartelli, brochure o nomi curdi, stando all'articolo 22, potevano essere condannati dai due ai sei mesi di detenzione. Molti furono i politici curdi ad essere incriminati per averle usate in documenti pubblici.

L'abolizione della norma sulle tre lettere rappresenta un passo avanti nel processo di pacificazione tra il governo turco e la nazione curda, rappresentata soprattutto dal Pkk. Ancora si sa poco sul resto delle concessioni, ma Erdogan ha sottolineato che "molti saranno sorpresi" dai provvedimenti in programma. Le trattative con il partito di Ocalan sono iniziate a dicembre, ma hanno subìto di recente una battuta d'arresto quando, all'inizio di settembre, i curdi hanno sospeso il ritiro dalla Turchia verso il nord dell'Iraq, previsto dagli accordi, accusando il premier turco di tradire gli impegni presi per una soluzione politica alla questione curda. Dopo alcune dichiarazioni che hanno fatto temere il peggio, Ankara e i rappresentanti curdi sono tornati al tavolo delle trattative per tentare di chiudere un conflitto che in trent'anni ha fatto circa 30mila vittime, soprattutto tra i curdi.
  (La Repubblica)

Facebook, arriva l’opzione per modificare i post (e c’è pure il nuovo algoritmo per la pubblicità)

Facebook, arriva l’opzione per modificare i post (e c’è pure il nuovo algoritmo per la pubblicità)

 28/09/2013

Scrivi qualcosa di cui ti penti su Facebook? Fai un errore di ortografia, o pubblichi qualcosa che invece era meglio non dire? Da oggi puoi tornare indietro. Facebook ha aggiornato il sistema di gestione dei post, che d’ora in poi potranno essere modificati anche dopo la loro pubblicazione. Fino ad oggi il post non poteva essere corretto ma doveva essere riscritto da capo.
Per accedere alla funzione bisogna cliccare in alto a destra sul post e poi accedere a Modifica. Fino a oggi Facebook non aveva messo a disposizione questa opzione perché c’era il timore che potesse essere usata impropriamente, magari per cambiare il contenuto del proprio post dopo avere ricevuto “Mi piace” e commenti e dire una cosa diversa da quella commentata e condivisa dai propri amici. Per evitare questo problema, sui post modificati compare la scritta “Modificato” al fianco dell’orario di pubblicazione. La funzione è già disponibile sul sito web e in app Android.  Presto sarà accessibile sul sistema operativo iPhone iOS.

L’opzione era già stata adottata da Google+ mentre non è ancora stata introdotta su Twitter.
Ma non solo. Oggi Facebook ha anche annunciato una modifica nell’algoritmo per l’advertising. La modifica è tesa a garantire che i banner pubblicitari raggiungano le persone interessate. Quindi se qualcuno mostra di non gradire annunci di elettronica non verrà più raggiunto da messaggi sponsorizzati sul tema.


Il responsabile Esteri di Hezbollah e Giulietto Chiesa a Cagliari.

Il responsabile Esteri di Hezbollah e Giulietto Chiesa a Cagliari. 


 27/09/2013

Una conferenza internazionale a Cagliari con deputati di vari paesi del Mediterraneo, e una tavola rotonda di Giulietto Chiesa e Pino Cabras con esponenti di Hezbollah. 
Il 4 e 5 ottobre a Cagliari, all'hotel Regina Margherita, si terrà la prima edizione del "Meeting Internazionale delle Politiche del Mediterraneo", organizzato dal Centro Italo Arabo Assadakah, che da anni svolge attività di sensibilizzazione e comunicazione tese ad incentivare il dialogo tra i popoli e la cooperazione.
Ospiti d'eccellenza della due giorni di eventi saranno: il Responsabile Esteri di Hezbollah Ammar Al-Mussawi e il  Presidente della TV di Stato Al Manar, Abdallah Kassir, l'ex deputato egiziano Mohamad Mneib Jenedey e il deputato tunisino Abdallah Alzawari.
Durante la prima giornata del Meeting, a partire dalle ore 16:00, si terrà la conferenza dal titolo "Politica ed economia nel Mediterraneo. Nuovi orizzonti tra Africa Mediterranea, Eurasia e Occidente".

Durante il dibattito verranno affrontati i temi legati alla situazione geopolitica creatasi in Medio Oriente, in seguito al degenerare del conflitto siriano e della rivolta in Egitto. Inoltre, particolare rilevanza verrà accordata alle dinamiche che hanno condotto alla situazione di instabilità interna dei Paesi di quell'area, e alle ripercussioni che questo fenomeno ha provocato nei rapporti tra le vecchie superpotenze, Usa e Russia, e i Paesi emergenti quali Cina, Iran, Brasile e India.
Alla conferenza, moderata dal giornalista del Sole 24 ore, Alberto Negri, parteciperanno il segretario generale di Assadakah Raimondo Schiavone, che introdurrà i lavori, l'on. Salvatore Cicu, l'On. Antonello Cabras, il senatore Giorgio Tonini, il presidente del Forum Affari Esteri Giacomo Filibeck  ed il giornalista Talal Khrais.
La seconda giornata (5 ottobre) del Meeting, a partire dalle ore 09:30, sarà invece dedicata al tema dell'immigrazione: "Emergenza immigrazione. Verso una nuova cultura dell'accoglienza".
Il confronto politico tra il Paese che accoglie e il Paese da cui si emigra, per ragioni economiche, sociali e politiche, sarà al centro del dibattito, nel corso del quale di affronteranno le tematiche inerenti il tema dell'accoglienza, dell'integrazione del rispetto e del dialogo tra le diverse culture e si confronteranno esponenti del mondo accademico, della politica e delle istituzioni.
Interverranno: Gianni Loy, docente del diritto del Lavoro dell'Università degli Studi di Cagliari, Francesco Lo Sardo,direttore del Centro di Prima accoglienza di Elmas, Romina Mura deputato alla Camera del PD e Michele Piras, Deputato alla Camera di Sel, Vicepresidente di Assadakah Sardegna, Franco Murgia.

Nel pomeriggio della stessa giornata, alle ore 17:00, si terrà una tavola rotonda, dal titolo "Controinformazione. Dalla Libia alla Siria, la guerra dei media", alla presenza dello scrittore e giornalista Giulietto Chiesa, del segretario di Assadakah Schiavone, autore del libro "Syria. Quello che i media non dicono", che verrà presentato durante l'evento e degli ospiti libanesi, il Responsabile Esteri di Hezbollah Ammar Al-Mussawi e il  Presidente della TV di Stato Al Manar, Abdallah Kassir.

ROMA - Tassa di 1000 euro perché studenti "extracomunitari"

ROMA - Tassa di 1000 euro perché studenti "extracomunitari"
 27/09/2013

A introdurla l'Accademia delle Belle Arti di Roma.
Preoccupazione tra gli studenti: "Chi non può pagare dovrà tornare nel paese di origine"
 Tassati perché “extracomunitari”. Sono gli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Roma provenienti da paesi esterni all’Unione Europea che nel mese di settembre si sono visti recapitare a casa una lettera comprensiva di bollettini per il pagamento della quota fissa annuale di 1.000 euro, introdotta dal consiglio di amministrazione con delibera del 4 dicembre 2012 e inserita nel manifesto degli studi 2013-2014, pubblicato a fine luglio.
Per ottenere l’iscrizione – stando al testo della lettera – gli studenti interessati dal provvedimento dovranno versare entro il 10 ottobre prossimo la prima rata della quota, che va ad aggiungersi al contributo accademico di 200 euro, alla tassa per il diritto allo studio Laziodisu di 140 euro e alla marca da bollo di 16 euro. Per un totale di circa 850 euro, contro i circa 450 dovuti dagli italiani e i 350 dovuti dagli stranieri comunitari.
La quota fissa è indipendente dal reddito. Quindi anche chi è titolare di borsa di studio perché privo di mezzi dovrà pagare nel corso dell’anno 1000 euro. Che, nel caso dei non borsisti, andranno ad aggiungersi ai contributi accademici calcolati in base al reddito. Quindi uno studente extracomunitario che rientra nella fascia di reddito più bassa pagherà circa 1500 euro l’anno, contro i 500 dovuti da un italiano o da un comunitario.
In caso contrario perderà il diritto a sostenere esami o avere certificazioni. Il che significa che non potrà chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di studio.

 Una misura che appare in controtendenza rispetto ai provvedimenti recentemente adottati dal governo che, proprio per attirare gli studenti stranieri in Italia, ha deciso di estendere il permesso di soggiorno per motivi di studio a tutta la durata del percorso formativo. E che desta preoccupazione e sconcerto: “È un vero e proprio ricatto – commenta una studentessa iraniana iscritta all’ultimo anno – In Iran uno stipendio medio corrisponde a circa 200 euro italiani. Per questo molti di noi ottengono la borsa di studio per motivi di reddito. Come possono chiederci di pagare una cifra così alta basandosi soltanto sulla nostra nazionalità?”.
Chi non usufruisce di borsa di studio non versa in condizioni migliori: “Per mantenermi lavoro in nero” racconta uno studente albanese “Non posso fare diversamente perché in base alla legge chi ha il permesso di soggiorno per motivi di studio non può lavorare più di 20 ore a settimana”.
“Se non riesco a dare gli ultimi esami entro febbraio dovrò versare all’Accademia 2000 euro” spiega una studentessa proveniente dalla Serbia, sposata con un ragazzo italiano e in attesa di ottenere la cittadinanza. “Lavoro, ho un figlio, pago le bollette e l’affitto, spendo ogni anno circa 1500 euro solo per l’acquisto del materiale didattico”.
“Chi non può permettersi di pagare 1000 euro sarà costretto ad abbandonare gli studi e tornare nel paese di origine. Bisognerebbe almeno esonerare chi frequenta già l’Accademia, applicando la tassa soltanto ai nuovi immatricolati, che avranno in questo modo la possibilità di decidere se iscriversi o no”. A parlare è Abolhassan Hatami, presidente dell’associazione italo-iraniana Alefba, che in questi mesi ha chiesto più volte senza successo un appuntamento al direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Roma Gerardo Lo Russo.

 Nella mattinata di ieri, 19 settembre, Lo Russo ha infine concesso udienza agli studenti per ascoltare le loro ragioni. “Ma nel consiglio accademico che si è tenuto subito dopo ha proposto di applicare la tassa in proporzione all’annualità, cioè uno studente iscritto al primo anno pagherebbe 1000, uno del secondo 800 e così via” racconta Dionigi Mattia Gagliardi, rappresentante degli studenti che in questi mesi si è battuto per l’abolizione della quota fissa a carico degli studenti stranieri.
“Il presidente dell’Accademia Roberto Grossi e l’altro professore presente si sono fortunatamente resi conto della delicatezza della questione e anche se non hanno acconsentito ad eliminare la tassa è stata trovata una mediazione nella sospensione del pagamento fino al 30 novembre.  A metà ottobre ci sarà un nuovo consiglio di amministrazione e il primo punto all’ordine del giorno sarà proprio la tassa destinata agli studenti stranieri”.
“Stiamo creando una commissione tecnica composta da studenti dei diversi paesi per individuare delle soluzioni da proporre al consiglio” prosegue Gagliardi, che illustra i retroscena che hanno portato all’introduzione della tassa: “Su 2000 studenti dell’Accademia circa 700 sono stranieri e di questi 600 sono borsisti, o idonei non vincitori, per cui sono esonerati dal pagamento delle tasse. Le spese dell’Accademia ammontano a circa 1 milione di euro, ma dallo Stato ne arrivano soltanto 80 mila”.

 Quindi per riempire il buco si è pensato di tassare gli stranieri tout court? “Bisogna considerare che gli studenti extracomunitari che arrivano in Italia prendono la residenza come unico individuo, pertanto risultano senza reddito e ottengono le borse di studio”. E come si può evitare che la tassa colpisca anche chi è effettivamente privo di mezzi? “Per esempio prevedendo una documentazione specifica che tenga conto dei redditi familiari nel paese di origine, che è una delle proposte che intendiamo studiare”.
“l’Accademia viene ad applicare un trattamento differenziato e sfavorevole per gli studenti appartenenti a Paesi terzi non membri dell’Unione europea, in ragione soltanto della loro nazionalità e a parità di altre condizioni” è il parere dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione – ASGI che nelle 8 pagine di rilievi evidenzia come tale condotta “sia illegittima e venga in contrasto con norme di legge nazionali ed europee”. E chiede pertanto agli organi direttivi di “far cessare il comportamento discriminatorio, cancellando il contributo accademico aggiuntivo fisso e restituendo agli studenti extracomunitari le somme che essi avessero già eventualmente versato”.
La segnalazione è stata trasmessa dall’ASGI anche al Ministro per l’Integrazione e la Cooperazione Internazionale, all’UNAR – Ufficio Nazionale Anti-Discriminazioni e alla Commissione europea, alla quale è stato chiesto di “avviare le opportune indagini preliminari all’eventuale avvio di un procedimento di infrazione a carico della Repubblica Italiana per violazione degli obblighi al rispetto del diritto dell’Unione europea”.
La lettera inviata dall’Accademia delle Belle Arti di Roma agli studenti
Il parere dell’ASGI sulla tassa

(piuculture)

I boscimani sfrattati per i safari naturali. “Boicottate il turismo in Botswana”

I boscimani sfrattati per i safari naturali. “Boicottate il turismo in Botswana”

 27/09/2013

 Non è certo una novità che popolazioni, specie se minoritarie e più deboli, vengano “sfrattate” dai luoghi dove hanno vissuto per migliaia di anni in favore di persone bramose di accaparrarsi terre e risorse.

Questo è quello che sta succedendo, non da tempi recenti,  in Botswana, paese dell’Africa australe ricco di risorse naturali e con un tasso di crescita economica tra i più alti del continente. I Boscimani, un popolo di cacciatori e raccoglitori del deserto del Kalahari che vivono in quella terre da migliaia di anni sono minacciati dallo sfruttamento turistico massiccio. In alternativa alle tradizionali entrate economiche derivanti dall’ industria mineraria, il governo del Botswana sta cercando di attirare i turisti i pubblicizzando il territorio boscimano come “ una natura davvero incontaminata”, costringendo però la popolazione a trasferirsi in riserve.
Questo è quanto denuncia Survival International, che, in occasione della giornata Internazionale del turismo, ha proposto a centinaia di tour operator in tuttol il mondo il boicottaggio turistico del paese africano; è stato chiesto inoltre alle migliaia di sostenitori della campagna di inviare una mail al Ministero del Turismo del Botswana scrivendo: “Non verrò in Botswana finché la questione boscimana non verrà risolta”.
Naturalmente, sui depliants turistici la questione non viene neanche accennata, ma la cosa che più sorprende è che l’attuale presidente Ian Khama, ha iscritto il suo paese nell’organigramma di varie organizzazioni a livello mondiale impegnate per la conservazione della natura.
Lo scontro governo – Boscimani non è certamente una novità : questo popolo è stato sfrattato dalle proprie terre già numerose volte in passato, ma una sentenza storica del 2006 aveva confermato il loro diritto ad abitare in quelle zone, compreso il diritto di cacciare gli animali (fonte di sostentamento primaria in un territorio con nessuna possibilità di praticare l’agricoltura, ma diritto negato più volte dal governo). Di recente, tuttavia, lo storico avvocato difensore dei Boscimani non aveva ricevuto il permesso di entrata nel Paese.
Stephen Corry, direttore di Survival international, spiega come sia irritante per i Boscimani sentire  parole di elogio per il presidente Khama da parte di organizzazioni turistiche internazionali, che più volte hanno lodato il governo per come gestisce le attività turistiche e la promozione del proprio paese. Il tutto mentre il loro popolo boscimano soffre e stenta a sopravvivere perché privato delle terre.  “L’unico modo per far sentire la propria voce” spiega Corry “è quello di boigottare il più possibile i viaggi in Botswana ed andare in vacanza altrove”. (Frontierenews)

L'eroe musulmano di Westgate Mall, Nairobi, Kenya

 L'eroe musulmano di Westgate Mall, Nairobi, Kenya

27/09/2013

Questa è una delle immagini più commoventi che è arrivata dall'attacco terroristico al centro commerciale Westgate a Nairobi . 

Ieri sera abbiamo appreso l'identità dell'uomo, che nei video di sicurezza, si vede insieme a una donna con in braccio una bambina mentre sta correndo verso una via di fuga.  Il suo nome è Abdul Haji ed è il figlio di Mohamed Yusuf Haji , un politico somalo con sede in Kenya, che ha prestato servizio come ministro della Difesa e Ministro della sicurezza interna e degli affari provinciali .  

Haji, in una breve intervista, ha raccontato del suo arrivo al Mall, dicendo di aver visto molti morti tra i bambini e gli anziani. Ha così deciso di unirsi a un gruppo di persone, trascorrendo circa  quattro ore nel tentativo di  cercare di salvare il maggior numero di persone  possibile.
Haji ha anche raccontato la storia della fotografia, dicendo di aver visto  una donna e  un certo numero di bambini che si nascondevano sotto un tavolo promozionale, in un posto che era proprio nel fuoco incrociato tra  loro e un terrorista . Così ha chiesto alla donna di  correre verso di loro, dice : "Non sono sicuro di quello che mi ha motivato, ero arrabbiato per quello che era successo . Io non sono un eroe . Ho fatto quello che qualsiasi altro keniano avrebbe fatto , per salvare chiunque, indipendentemente dalla nazionalità, religione o credo. Non siamo assolutamente eroi."

Voleva proteggere la sua privacy,   ma molti gli hanno detto di essere un eroe e lo hanno incoraggiato a farsi avanti perché i somali - keniani sono stati criticati , perchè erano musulmani.  
Haji descrive i terroristi come anormali,  che non possono essere visti come rappresentanti musulmani.  l'Islam è una religione di pace, che dice che se si salva una vita è come se si è salvata  l'intera umanità .  

Si fanno chiamare jihadisti, ma una delle regole primordiali di chi partecipa al  jihad è che non si può uccidere una donna , un bambino, gli anziani . Allora, da dove hanno appreso la loro dottrina questa gente? Perchè si sta cercando di  guidare un cuneo?  Questa è una guerra , nella quale stanno cercando di dividere i keniani , ma ho visto che hanno ucciso i musulmani lì . Loro [ i militari del Kenya ]  non possono dire [ questa è la vendetta] uccidendo i musulmani, per proteggere la Somalia. I primi rapporti indicano che  i terroristi avevano detto che avrebbero protetto i musulmani.

Ma la  realtà è stata ben diversa: "Ci sono stati un numero altissimo di musulmani tra i morti. Questo non doveva accadere , si sa , ma come mai i "terroristi islamici" stavano uccidendo altri musulmani ? 

 Uno dei sopravvissuti ha detto che ha visto con orrore quando due terroristi hanno chiesto ad alcune donne di citare alcuni versetti del Corano per dimostrare che erano musulmani .lo hanno fatto ... poi gli uomini gli hanno sparato a bruciapelo . Alcune persone terrorizzate che giacevano a terra urlavano : " Perché gli hai sparato" Uno degli uomini armati ha risposto , "perché non indossava l' hijab " . 

 Quindi , a quanto pare , la misoginia e il patriarcato hanno giocato sulla religione. Le divisioni tra  africani e occidentali, i poveri e la classe media , tra questa e quella tribù , si è tutto disciolto nella realtà di ciò che è realmente accaduto . Dice Onyango - Obbo : questa "alterità" ci permette di ignorare il dolore degli altri e di dormire sonni tranquilli , di discriminare le persone diverse , senza dover turbare le nostre coscienze , di perseguitare coloro che non sono i nostri parenti , compagni,   che non appartengono alla  nostra religione o condizione sociale senza essere afflitti da nessun senso di ingiustizia .

 Questo tipo di " alterità " è l'anestesia contro la necessità di essere umani ... Quindi, forse è il momento di fermarsi a riflettere .

giovedì 26 settembre 2013

Secondo uno studio scientifico, il digiuno favorisce la guarigione dal cancro

Secondo uno studio scientifico, il digiuno favorisce la guarigione dal cancro 

 26/09/2013

 Numerosi test effettuati sui topi hanno dimostrato che effettuare dei periodi di digiuno durante la chemioterapia, rallenta notevolmente lo sviluppo di alcuni tumori (soprattutto mammella, melanoma e tumori del cervello) e aiuta a prolungare l'aspettativa di vita, dice uno studio pubblicato sulla rivista Science Transnational Medicine.

Gli scienziati americani hanno iniettato le cellule tumorali umane e animali nei topi, sottoponendoli  a 3 diversi tipi di trattamenti. Il primo ha seguito una chemioterapia. Il secondo ha effettuato  un digiuno di 48 ore e l'ultimo ha combinato i due fattori.

Gli scienziati hanno così constatato che  vi era una presenza del 40% di metastasi nei topi che erano stati sottoposti a  chemioterapia, contro solo il 20% di coloro che avevano fatto il digiuno e il 10% nei topi che avevano combinato entrambi i trattamenti. . "La combinazione di cicli brevi il digiuno, associati  con la chemioterapia si sono dimostrati più efficati rispetto al trattamento con la sola  chemioterapia ", ha dichiarato Valter Longo, professore di gerontologia e biologia presso la University of Southern California.

Secondo gli autori di questo studio, la riduzione della quantità di cibo consumato rallenta la diffusione del cancro e la programmazione del tumore. "Quando le cellule tumorali devono affrontare un ambiente ostile, come la fame, la indeboliscono," suppone il Professor Longo.
  
 Quindi questo rappresenta una pista molto seria da seguire e da studiare per gli scienziati, nell'ambito dello  sviluppo di nuovi trattamenti efficaci per curare il cancro.
 
Nell'Islam, il digiuno è benefico sia a livello fisico che  spirituale. In effetti, il digiuno purifica l'intestino, rigenera lo stomaco, e libera il corpo dai rifiuti.


Apple: secondo l'iOS 7, Jerusalem non appartiene a Israele



Apple: secondo l'iOS 7, Jerusalem non appartiene a Israele

26/09/2013

Nei giorni scorsi, Apple ha messo a disposizione il nuovo iOS System 7 per iPhone e iPad. Già dal giorno del suo rilascio del 18 settembre, molti media e siti ebraici hanno annunciato un cosiddetto "bug".
Una nuova funzionalità infatti è ora disponibile nel nuovo sistema operativo di Apple.
L'applicazione orologio, permette infatti di conoscere il tempo, in qualsiasi paese del mondo, indicando il nome della città, associato al paese in cui si trova.

Ma nel mostrare la città di Gerusalemme, gli israeliani si sono accorti che non esiste nessun paese  associato. Per questo Israele ha riferito che in questi mezzi, Apple dovrebbe indicare Israele vicino a Gerusalemme, motivo per il quale hanno chiesto spiegazini alla Apple, per sapere se è stato un errore tecnico o omissione intenzionale.

ROHANI SMENTISCE LA NOTIZIA DEL CNN

ROHANI SMENTISCE LA NOTIZIA DEL CNN

 26/09/2013

Fars ha sostenuto che la Cnn ha "fabbricato" le dichiarazioni di condanna del presidente iraniano Rohani sull’Olocausto.

Secondo agenzia stampa iraniana si tratta di una traduzione “prodotta”. 

Fars ha sostenuto che la Cnn ha "fabbricato" le dichiarazioni di condanna del presidente iraniano Rohani sull’Olocausto. 

La Cnn ha riportato la notizia sotto il titolo “il nuovo presidente iraniano ha detto si al massacro contro ebrei”. In realtà Rohani ha detto “tutti i crimini contro l’umanità, compresi quelli compiuti dai nazisti contro gli ebrei, sono riprovevoli". 

Ecco la frase giusta: ‘’Generalmente condanniamo in pieno ogni tipo di crimine perpetrato contro l’umanita’ nella storia, incluso il crimine commesso dai nazisti sia contro gli ebrei che contro i non-ebrei; allo stesso modo, se oggi qualsiasi crimine viene perpetrato contro qualsiasi nazione o qualsiasi religione o qualsiasi popolo o qualsiasi credo, condanniamo quel crimine e genocidio. Percio’, cio’ che fecero i nazisti e’ condannato’’.

TURCHIA, DECISIONE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA " PREOCCUPANTE"

TURCHIA, DECISIONE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA " PREOCCUPANTE"

 26/09/2013

 Il ministero degli Esteri della Turchia ha definito  “ preoccupante” la sentenza della Corte di Giustizia europea che ha stabilito che “i cittadini turchi non hanno il diritto di entrare in europa, senza il visto  di uno degli stati membri della comunità dell’Ue”.

La Corte di Giustizia europea ha infatti sentenziato che i cittadini turchi non hanno il diritto di entrare senza visto nella Comunità Europea, precisando che la clausola standstill ex art. 41 del Protocollo addizionale del 1970, recepito dal Regolamento 2760/72/CEE, tra la Turchia e l’UE non riguarda la prestazione indiretta di servizi, perciò i turchi non sono liberi di recarsi in uno stato membro per fruire degli stessi se non muniti di regolare visto di accesso. Negato ad una giovane turca il permesso di visitare il patrigno, residente in Germania.
(Corte di Giustizia UE, Grande Sezione, sentenza 24 settembre 2013, causa C-221/11)

La nozione di "libera prestazione dei servizi" contenuta nella clausola di "standstill" del Protocollo addizionale dell'Accordo di associazione CEE-Turchia concluso nel 1963 non include la "libera prestazione dei servizi passiva", cioè la libertà per i cittadini turchi, destinatari di servizi, di recarsi in uno Stato membro per fruire lì di una prestazione di servizi. In altre parole, i cittadini turchi non hanno il diritto di entrare senza visto nel territorio di uno Stato Ue per fruirvi di servizi. Il Protocollo addizionale dell'Accordo di associazione CEE-Turchia non osta all'introduzione, dopo la sua entrata in vigore, di un obbligo di visto per quanto riguarda la fruizione di servizi.

 Da qui le dichiarazioni della Turchia, che  secondo quanto riportato dallagenzia Ansa dichiara  "diciamo addio a Ue"



 

Lotta al razzismo, in Calabria nasce la Koa Bosco squadra di soli africani

Lotta al razzismo, in Calabria nasce la Koa Bosco squadra di soli africani

 26/09/2013

Mentre nella serie A non si riescono a fermare gli episodi di razzismo, in Calabria nasce un progetto che mira a combattere e debellare questo triste fenomeno, nasce così l’Asd Koa Bosco, formazione interamente composta da ragazzi africani che disputerà il campionato di Terza Categoria.

Non si tratta di un territorio a caso. A Rosarno infatti sono tantissimi i ragazzi africani sistemati nelle tendopoli che arrivano dai loro Paesi in cerca di lavoro e di un futuro migliore. E nel gennaio 2010 gli stessi furono al centro delle cronache nazionali quando misero in atto una protesta violenta al fine di manifestare il loro malessere.
 
Come detto il Koa Bosco sarà composto interamente da ragazzi delle tendopoli. E anche gran parte della dirigenza e dello staff tecnico sarà africano. Come Khadim che si occuperà delle pubbliche relazioni, Masseck e Ibrahima, senegalesi che avranno il compito di assistere la squadra durante le partite. Il traduttore Magatte Diop, anch’esso del Senegal come anche il preparatore atletico Mbengue Bassirou e l’osservatore Amar Alassane.

L’iniziativa, inserita nell’ambito del progetto Uniti oltre le frontiere, “è finalizzata al riscatto sociale degli africani nella Piana e senza scopo di lucro”  come si legge nel comunicato della società la quale ha comunque tenuto a precisare che “gli eventuali proventi attivi verranno investiti per intero nell’assistenza degli stessi immigrati. Le difficoltà non mancano – si legge ancora – e c’è la consapevolezza che ci sarà ancora molto da lavorare, specialmente nel superamento di certe barriere sociali ma, di sicuro, rimarrà sempre il segno di un gruppo disomogeneo per nazionalità e tribù di africani che si sono integrati per dare un messaggio d’amore e solidarietà che già li rende campioni nella partita della loro vita.



mercoledì 25 settembre 2013

A Nablus manifestazione per chiedere diritti umani per i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane di occupazione

A Nablus manifestazione per chiedere diritti umani per i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane di occupazione 

 25/09/2013


Un certo numero di fazioni nazionali palestinesi e organizzazioni non governative sono stati raggiunti dal governatore superiore della regione di Nablus, Jibreen al- Bakri,  mercoledì pomeriggio, in una marcia in solidarietà con i prigionieri detenuti nelle carceri israeliane di occupazione. I manifestanti chiedevano la fine delle violazioni israeliane dei diritti dei detenuti e degli attacchi su Gerusalemme.
I partecipanti hanno chiesto un intervento immediato per salvare la vita dei prigionieri, in particolare i malati e quelli in sciopero della fame nelle carceri israeliane. I manifestanti hanno chiesto anche il rilancio della questione dei prigionieri e la pressione ufficiale da esercitare sulla gestione delle carceri israeliane, per fermare gli abusi praticati dal governo dell’apartheid israeliano. Inoltre, i manifestanti hanno chiesto la fine dell’occupazione illegale e gli attacchi contro Gerusalemme, la Moschea  Al – Aqsa, e tutti i luoghi sacri islamici e cristiani.
Gli studenti hanno anche chiesto la fine dei negoziati  tra la leadership palestinese e Israele sull’apartheid. Invece i manifestanti hanno dichiarato la loro richiesta che Israele sia ritenuta responsabile davanti al diritto internazionale, e che la leadership palestinese proceda immediatamente di fronte alla Corte penale internazionale, per cercare la giustizia e la fine della occupazione illegale della Palestina. Gli studenti erano fermi nel loro messaggio per la leadership palestinese che Israele deve essere ritenuto responsabile per i suoi crimini contro il popolo palestinese, che dovrebbe essere fatto un riconoscimento chiaro ed esplicito di uno Stato palestinese sovrano, con Gerusalemme come sua capitale, una cessazione completa delle attività di insediamento illegale e la liberazione di tutti i prigionieri e detenuti. I manifestanti hanno anche chiesto alla leadership palestinese di continuare a lavorare per porre fine alla divisione e ripristinare l’unità nazionale .
Dal 1967 si stima che 750,00 palestinesi sono stati detenuti da Israele. Molti soffrono per torture e gravi problemi sanitari con conseguente abbandono di cure per le loro condizioni . Questo viola il diritto internazionale, come stabilito dalla Convenzione di Ginevra per i diritti dell’uomo, di cui Israele rifiuta di essere uno dei firmatari. (ISM)

Eventi: Roma festeggia 80 anni di relazioni italo-saudite

Eventi: Roma festeggia 80 anni di relazioni italo-saudite

1-5 ottobre iniziative a tema a piazza del Popolo e Vittoriano

(ANSAmed) - Le relazioni diplomatiche tra Italia e Arabia Saudita compiono 80 anni: e a Roma, dal 1 al 5 ottobre si festeggia con una serie di appuntamenti ad hoc. La centralissima Piazza del Popolo ospiterà una kermesse continua, dalle 10 alle 21, dedicata a 'Spettacoli, arti e colori del Regno di Arabia Saudita', a ingresso libero; anche il sindaco della capitale, Ignazio Marino, parteciperà all'iniziativa. Mentre dal 4 ottobre al 30 novembre la Gipsoteca del Complesso del Vittoriano ospiterà l'esibizione 'Alla scoperta dell'Arabia Saudita, terra di dialogo e di cultura'. Anche due della principali università romane daranno il loro contributo alla ricorrenza, ospitando conferenze a tema: 'Il ruolo del Regno dell'Arabia Saudita nell'ambito degli aiuti umanitari' presso Roma Tre, il 1 ottobre, dalle 10 alle 12 e, contemporaneamente, 'L'istruzione superiore e la società della conoscenza in Arabia Saudita' presso La Sapienza. (ANSAmed)

La moschea è senza soldi, in prestito anche le sedie

La moschea è senza soldi, in prestito anche le sedie 

25/09/2013

Pordenone, i musulmani alle prese con i costi: entro l’anno devono 115 mila euro alla banca. Sperano nel ritorno dell’Imam Ouatiq, che è dovuto andare in Francia per motivi economici, legati alla mancanza di lavoro.

" La spesa per garantire un Imam  è impossibile fino al 2014" ha detto Abdel Meguid Samir, che prega insieme ai suoi fratelli  nella moschea in Comina. 

"A fine  Ramadan, anche l'Imam arrivato dal marocco per guidare i fedeli in preghiera, durante questo mese sacro, è andato via." 

"Recitiamo il Corano cinque volte al giorno   – ha affermato – e ci aiutiamo a vicenda perchè una guida religiosa costa troppo. Andiamo avanti con le nostre forze"

Nel centro culturale islamico servono anche sedie e tavoli. «Chiediamo le sedie in prestito per le cerimonie pubbliche – spiega Samir –. Se qualche pordenonese vuole donare qualche arredo, pregheremo per la sua anima generosa». 

Il conto in sospeso che la comunità deve affrontare è quello del mutuo che pende sul capannone–moschea. «Entro dicembre pagheremo 115 mila euro di Iva alla banca – mettono i conti in chiaro –. Poi, il mutuo di altri sei anni sarà più leggero, di quattromila euro mensili».

L’Imam storico di Pordenone è emigrato in Francia con la famiglia, in cerca di lavoro. La moglie, al telefono, racconta che ha li ha trovato un' occupazione: ci fosse anche a Pordenone, potrebbero rientrare dal paesenel quale  hanno affittato una casa, vicino a Clermont. «Ci mancano gli amici pordenonesi – ha salutato a nome di Ouatiq –. Speriamo che ci siano le condizioni per tornare, tra un anno».

Sono duemila i musulmani rimasti senza Imam, in provincia. «Apriremo la ricerca di un Imam nel 2014 – prevede Samir –. Dobbiamo offrire una casa e il vitto minimo. Al momento, la nostra comunità non può reggere la spesa». La festa del sacrificio, tra 22 giorni, sarà celebrata nella moschea.

«La nostra festa – ha confermato Samir – si svolge nel segno dei principi fondamentali di pace, solidarietà, rispetto e armonia. Per la nostra fede è importante il dialogo, occorre dire no alle provocazioni e vivere in pace a Pordenone».

I fedeli musulmani stendono i tappeti per la preghiera, mentre le donne sono separate nelle sale della moschea, come vuole la tradizione. Tra i fedeli che arrivano in moschea da ogni parte della provincia di Pordenone, ci sono soprattutto marocchini, senegalesi, albanesi e africani, con qualche raro italiano. 

«Preghiamo per i fratelli dell’Egitto – ha ricordato Samir – per tutti quelli in cerca di lavoro e per trovare presto un Imam»

Una campagna pubblicitaria ha denunciato il complotto 11 settembre

Una campagna pubblicitaria ha denunciato il complotto 11 settembre

 25/09/2013

Una campagna pubblicitaria, piuttosto inaspettata, è emersa contemporaneamente in molti paesi, tra cui Australia, Inghilterra e Canada, con lo scopo di far conoscere alla gente,  le generali e clamorose anomalie legate al famosissimo 11 settembre 2001, proprio nel giorno in cui venivano commemorate le vittime.

I poster sono stati installati su  mezzi appositi  e sfruttando i trasporti pubblici, che percorrono le strade in varie luoghi  strategici per raggiungere quante più persone possibili.

 Il tema della campagna è molto suggestivo: "Lo sapevate che una terza torre è crollata l'11 settembre 2001?", In riferimento alla torre del World Trade Center n ° 7, che la maggior parte delle persone no ne conosceva neanche l'esistenza.
 
Molte sono state le critiche, che hanno definito questa campagna come  di cattivo gusto perchè  irrispettosa dele vittime dell'11 settembre 2011. 

Lo scopo di questa iniziativa pubblicitaria, è stato quello di contribuire a influenzare l'opinione pubblica a favore di una nuova inchiesta, in quello che è stato definito il più terribile inganno del governo degli Stati Uniti che ha causato un numero altissimo di vittime e ha  danneggiato l'immagine dell'Islam.

Ecco il video:  http://youtu.be/q2r7M--8dK8