ROMA - Tassa di 1000 euro perché studenti "extracomunitari"
27/09/2013
A introdurla l'Accademia delle Belle Arti di Roma.
Preoccupazione tra gli studenti: "Chi non può pagare dovrà tornare nel paese di origine"
Tassati perché “extracomunitari”.
Sono gli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Roma provenienti
da paesi esterni all’Unione Europea che nel mese di settembre si sono
visti recapitare a casa una lettera comprensiva di bollettini per il
pagamento della quota fissa annuale di 1.000 euro, introdotta dal consiglio di amministrazione con delibera del 4 dicembre 2012 e inserita nel manifesto degli studi 2013-2014, pubblicato a fine luglio.
Per ottenere l’iscrizione – stando al
testo della lettera – gli studenti interessati dal provvedimento dovranno versare
entro il 10 ottobre prossimo
la prima rata della quota, che va ad aggiungersi al contributo
accademico di 200 euro, alla tassa per il diritto allo studio Laziodisu
di 140 euro e alla marca da bollo di 16 euro. Per un totale di circa 850
euro, contro i circa 450 dovuti dagli italiani e i 350 dovuti dagli
stranieri comunitari.
La quota fissa è indipendente dal reddito. Quindi anche chi è
titolare di borsa di studio perché privo di mezzi dovrà pagare nel corso
dell’anno 1000 euro. Che, nel caso dei non borsisti, andranno ad
aggiungersi ai contributi accademici calcolati in base al reddito.
Quindi uno studente extracomunitario che rientra nella fascia di reddito
più bassa pagherà
circa 1500 euro l’anno, contro i 500 dovuti da un italiano o da un comunitario.
In caso contrario perderà il diritto a sostenere esami o avere certificazioni. Il che significa che
non potrà chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di studio.
Una misura che appare in controtendenza
rispetto ai provvedimenti recentemente adottati dal governo che, proprio
per attirare gli
studenti stranieri in Italia, ha deciso di
estendere il permesso di soggiorno per motivi di studio
a tutta la durata del percorso formativo. E che desta preoccupazione e
sconcerto: “È un vero e proprio ricatto – commenta una studentessa
iraniana iscritta all’ultimo anno – In Iran
uno stipendio medio corrisponde a circa 200 euro italiani.
Per questo molti di noi ottengono la borsa di studio per motivi di
reddito. Come possono chiederci di pagare una cifra così alta
basandosi soltanto sulla nostra nazionalità?”.
Chi non usufruisce di borsa di studio
non versa in condizioni migliori: “Per mantenermi lavoro in nero”
racconta uno studente albanese “Non posso fare diversamente perché in
base alla legge chi ha il permesso di soggiorno per motivi di studio non può lavorare più di 20 ore a settimana”.
“Se non riesco a dare gli ultimi esami
entro febbraio dovrò versare all’Accademia 2000 euro” spiega una
studentessa proveniente dalla Serbia, sposata con un ragazzo italiano e
in attesa di ottenere la cittadinanza. “Lavoro, ho un figlio, pago le bollette e l’affitto, spendo ogni anno circa 1500 euro solo per l’acquisto del materiale didattico”.
“Chi non può permettersi di pagare 1000 euro sarà costretto ad abbandonare gli studi e tornare nel paese di origine.
Bisognerebbe almeno esonerare chi frequenta già l’Accademia,
applicando la tassa soltanto ai nuovi immatricolati, che avranno in
questo modo la possibilità di decidere se iscriversi o no”. A parlare è
Abolhassan Hatami, presidente dell’
associazione italo-iraniana Alefba,
che in questi mesi ha chiesto più volte senza successo un appuntamento
al direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Roma Gerardo Lo Russo.
Nella mattinata di ieri, 19 settembre,
Lo Russo ha infine concesso udienza agli studenti per ascoltare le loro
ragioni. “Ma nel consiglio accademico che si è tenuto subito dopo ha
proposto di applicare la tassa in proporzione all’annualità,
cioè uno studente iscritto al primo anno pagherebbe 1000, uno del
secondo 800 e così via” racconta Dionigi Mattia Gagliardi,
rappresentante degli studenti che in questi mesi si è battuto per
l’abolizione della quota fissa a carico degli studenti stranieri.
“Il presidente dell’Accademia Roberto
Grossi e l’altro professore presente si sono fortunatamente resi conto
della delicatezza della questione e anche se non hanno acconsentito ad
eliminare la tassa è stata trovata una mediazione nella sospensione del pagamento fino al 30 novembre.
A metà ottobre ci sarà un nuovo consiglio di amministrazione e il primo
punto all’ordine del giorno sarà proprio la tassa destinata agli
studenti stranieri”.
“Stiamo creando una commissione tecnica composta da studenti dei diversi paesi per individuare delle soluzioni da proporre al consiglio”
prosegue Gagliardi, che illustra i retroscena che hanno portato
all’introduzione della tassa: “Su 2000 studenti dell’Accademia circa 700
sono stranieri e di questi 600 sono borsisti, o idonei non vincitori,
per cui sono esonerati dal pagamento delle tasse. Le spese dell’Accademia ammontano a circa 1 milione di euro, ma dallo Stato ne arrivano soltanto 80 mila”.
Quindi per riempire il buco si è pensato
di tassare gli stranieri tout court? “Bisogna considerare che gli
studenti extracomunitari che arrivano in Italia prendono la residenza
come unico individuo, pertanto risultano senza reddito e ottengono le borse di studio”. E come si può evitare che la tassa colpisca anche chi è effettivamente privo di mezzi? “Per esempio prevedendo una documentazione specifica che tenga conto dei redditi familiari nel paese di origine, che è una delle proposte che intendiamo studiare”.
“l’Accademia viene ad applicare un
trattamento differenziato e sfavorevole
per gli studenti appartenenti a Paesi terzi non membri dell’Unione
europea, in ragione soltanto della loro nazionalità e a parità di altre
condizioni” è il
parere dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione – ASGI che nelle 8 pagine di rilievi evidenzia come tale condotta “sia
illegittima e venga in contrasto con norme di legge nazionali ed europee”. E chiede pertanto agli organi direttivi di “
far cessare il comportamento discriminatorio, cancellando il contributo accademico aggiuntivo fisso e restituendo agli studenti extracomunitari le somme che essi avessero già eventualmente versato”.
La segnalazione è stata trasmessa dall’ASGI anche al Ministro per l’Integrazione e la Cooperazione Internazionale,
all’UNAR – Ufficio Nazionale Anti-Discriminazioni e alla Commissione
europea, alla quale è stato chiesto di “avviare le opportune indagini
preliminari all’eventuale avvio di un procedimento di infrazione a carico della Repubblica Italiana per violazione degli obblighi al rispetto del diritto dell’Unione europea”.
La lettera inviata dall’Accademia delle Belle Arti di Roma agli studenti
Il parere dell’ASGI sulla tassa
(piuculture)