mercoledì 30 ottobre 2013

Spagna: in mostra la luce nella cultura e scienza islamica

MADRID - La parola araba Nur (luce) si associa sia alla luce fisica che metafisica. La luce nell'arte e nella conoscenza, in rapporto con la cultura islamica, come motivo unificatore nelle civiltà islamiche di tutto il mondo, è il filo conduttore dell'esposizione 'Nur: la luz en el arte y la ciencia del mundo islamico', proposta dalla Fondazione Focus-Abengoa nella sua sede dell'Ospedale dei Venerabili di Siviglia, fino al prossimo 9 febbraio. Organizzata in collaborazione con il Museo d'Arte di Dallas (dove sarà ospitata dal 30 marzo al 29 giugno 2014), la mostra propone un itinerario attraverso 150 oggetti, alcuni esposti per la prima volta, di diverse collezioni pubbliche e private d'Europa, Medio Oriente e Stati Uniti e musei come il British Museum di Londra. Opere datate fra il IX secolo e gli inizi del XX secolo, fra le quali manoscritti, gioielli, strumenti chirurgici, mobili, ceramiche, preziosi manufatti in metallo con incisioni in oro, orologi solari e astrolabi, tutti illustrativi dell'influenza del mondo islamico sul Rinascimento e sul pensiero scientifico. A selezionarli, la curatrice Sabiha Al Khemir, esperta internazionale di arte islamica, ex direttrice del Museo di Doha (Qatar) e consulente del Metropolitan Museum di New York e del museo di Dallas. "Non è un'esposizione religiosa, si tratta nel 90% di oggetti secolari e della vita quotidiana che non potrebbero essere esposti in una moschea, pur avendo una profonda relazione con la cultura islamica", ha spiegato ad ANSAmed nel corso della presentazione, oggi, alla Casa Araba di Madrid.

"Gli 11 secoli e i 14 paesi rappresentati in Nur illustrano non solo la tradizione di talento e di artigianato che inonda il mondo islamico, ma anche la pura bellezza, frutto della cultura islamica, e il contributo di questa civilizzazione al coacervo culturale dell'umanità", ha aggiunto la direttrice scientifica dell'esposizione. Una mostra che avvicina il visitatore alla Spagna come ponte fra il mondo islamico e l'Europa, via d'accesso delle scoperte islamiche in campi come la medicina, la geometria o l'astronomia. L'inizio dell'itinerario esprime visivamente e simbolicamente l'idea della luce come metafora condivisa fra le religioni musulmana, cristiana ed ebraica, proponendo un'opera cristiana del XIX secolo proveniente dall'Iran, che combina calligrafia in copto e in arabo; accanto a un menorah ebraico, il candelabro a 7 bracci, proveniente dal Marocco, che dialoga con un tappeto per la preghiera musulmana, con al centro la lampada di una moschea "nel segno della luce nella cultura islamica", come ha sottolineato Al Khemir. Nella sezione dedicata a 'La pagina illuminata', alcuni tesori bibliografici, come il celebre Corano blu tunisino del secolo IX-X, unico esemplare esistente in pergamena blu, del quale sono esposte quattro pagine. O il raro e prezioso acquamanile prestato dalla Sovrintendenza di Pisa, in cristallo di rocca, uno dei sei conservati risalenti all'Egitto fatimi (969-1171) che giunsero in Occidente. La taracea, tecnica di incastonatura decorativa che conferisce agli oggetti una luce speciale e contrasti luminosi, è la protagonista di un'altra sezione, che propone manufatti in metallo con incisioni di oro e argenti provenienti dalle scuole di Jazira, Musul e Khorasam, datate nel XIII secolo. Fra i 'pezzi' finora mai esposti, un'opera iraniana del XIX secolo su carta, di due metri di lunghezza, in cui sono riprodotti i dodici segni dello zodiaco. Impressionante, inoltre, il manoscritto arabo più antico conservato nell'attualità, datato 1009-1010, del 'Trattato delle stelle fisse' di Abd al Rahman al-Sufi. "Una finestra del XV secolo proveniente dal Marocco e dall'Egitto presiede la sezione dedicata alla importanza della geometria in questa cultura", ha rilevato la curatrice. "E' presente in tutti i periodi e luoghi, riprodotta su tutti i materiali, legni o tessuti, dalla Spagna all'Asia centrale, un autentico linguaggio universale". L'itinerario espositivo si conclude con gli esempi più significativi dell'architettura islamica spagnola: dagli interni dei Santa Maria la Blanca di Toledo, la sinagoga decorata da maestri andalusi provenienti da Cordova all'Alhambra di Granada, a Medina Azahara, alla cupola dell'Alcazar di Siviglia, le opere d'arte, di ingegneria e di edilizia, che resero unico Al Andalus.(ANSAmed).

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