giovedì 10 ottobre 2013

“Sciacalli” a caccia di profughi siriani alla stazione

Oggi il Corriere della sera di Milano, pubblica un articolo nel quale descrive la situazione dei profughi siriani a Milano. "All’angolo del McDonald’s si sono sistemate almeno due famiglie, sei bambini che corrono dalle panche alle vetrine dei negozi di giocattoli, una donna con l’hijab nero che vorrebbe vendere gli ultimi gioielli che le sono rimasti, un ragazzo che viaggia da solo sventola due biglietti destinazione Francia ed è preoccupato perché non è riuscito a capire che cosa gli hanno detto allo sportello. Sono giorni ormai che dalla Sicilia alla stazione Centrale arrivano i profughi siriani diretti al Nord dell’Europa. E non molto è cambiato. Con la pioggia e il freddo autunnale, si sistemano all’interno, nei piani ammezzati tra le caffetterie e le edicole. Il più possibile nascosti, defilati. Divisi in gruppi per non dare nell’occhio. Non è un problema di polizia, gli agenti non infieriscono, ieri hanno pure recuperato due bambini che s’erano persi tra i passaggi e le scale mobili. Il pericolo sono «gli sciacalli».
I ragazzi che vengono ad aiutarli, connazionali ma non solo, segnalano ancora nordafricani a caccia di rifugiati. «Suri?»: se vedono qualcuno che corrisponde al profilo, stravolti dal viaggio, un vestito sull’altro, affamati, chiedono «siriani?». Offrono passaggi, propongono alloggi, inventano possibilità di fuga. In cambio di soldi. In Sicilia, a questa famiglia un uomo ha spillato 600 euro a testa in cambio di un biglietto del treno per la Lombardia che sarà costato dieci volte meno. Nelle migliori delle ipotesi, sono rapine.
Nella peggiore, cominciano a girare notizie di violenze. Che non saranno denunciate.
Come già raccontato, i siriani cercano di attraversare Milano da «fantasmi»: se vengono fermati qui sono costretti a chiedere asilo in Italia e a rinunciare quindi a raggiungere la Svezia, dove vorrebbero andare. Questa donna che ha perso l’hijab, il velo, e adesso indossa un cappello per coprire orecchie e capelli, ha il fratello a Stoccolma. E parla inglese. È così che è riuscita a convincere la polizia nel Centro di prima accoglienza di Pozzallo, Ragusa, a non prenderle le impronte digitali. Per il marito, però, non c’è stato verso: ha dovuto mettere le dita nell’inchiostro. Fossero fermati alla frontiera, avrebbero due destini diversi.
Ancora tanti raccontano di sommosse a Pozzallo, gente che cerca di sottrarsi all’archivio delle impronte e che, dicono, viene costretta a forza, malamente, ci sarebbero anche dei contusi, una donna incinta spintonata.
Mancano prove, qualcuno dice di aver visto dei video girati dai cellulari e qualcosa circola anche in Rete: da verificare, ma sono versioni che coincidono. Nel Ragusano sono arrivati da Lampedusa, e sull’isola sono sbarcati dalla Libia, dopo un viaggio in pullman dall’Egitto: 1.500 dollari a testa per dividere la barca con altre quattrocento persone.
Gente semplice, ma con un po’ di risparmi, piccola, media borghesia, che ha ancora dignità e aspirazioni. La donna con il velo nero lavorava in Siria in un laboratorio di analisi. La sua preoccupazione, e le sue speranze, adesso sono per il figlio, studente di Ingegneria: riuscirà a laurearsi in Svezia?"

Il Messaggero di Âllâh – pace e benedizione su di lui –  fece ingresso nel quartiere di Jabîr ibn Mut`im, alla Mecca. Prima di allora, mentre predicava alla folla, disse: «Chi potrebbe ospitarmi, cosicchè gli trasmetta le parole del mio Signore?» Così, anche Abû Bakr al-Siddîq fu ospitato da Ibn al-Daghna. E anche i compagni furono ospitati dal Negus d’Etiopia durante la loro emigrazione.

Sabato 12 Ottobre, alle 16:30 in piazza San Babila a Milano, è stata organizzata una marcia commemorativa per dal titolo "Siamo tutti in quella barca" per ricordare tutti i morti del Mediterraneo e tenere alta l'attenzione, e come suggerito da un caro fratello, chi vi partecipa può cogliere l'occasione per recarsi presso la Stazione Centrale di Milano, dove si raccolgono le famiglie dei profughi, esposte alle truffe ed alle estorsioni, per aiutarli e -  in sha Allah -  prevedere un piano di solidarietà che dia loro un alloggio temporaneo, durante il loro periodo di permanenza in Italia.
 

Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) ha detto:
“Il credente nei confronti del credente è come
l’edificio le cui parti si rinsaldano vicendevolmente”.
Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) ha detto:
“I credenti, nel loro amore reciproco, nella reciproca
compassione e benevolenza, sono simili al corpo:
quando ne soffre un membro, ne sopravvengono a
tutto il corpo insonnia e febbre”.
Il Profeta Muhammad  (pace e benedizione su di lui) ha detto:
“Il musulmano è fratello del musulmano; non lo
inganna, non gli mente, e non lo abbandona nel
bisogno; tutto il musulmano è inviolabile per il
musulmano: il suo onore, i suoi beni e il suo sangue: il
timor devoto di Dio sta qui, garantendo un uomo dal
male del suo disprezzare il suo fratello”.
Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui)  ha detto:
“Nessuno di voi è credente finché non ama il suo
fratello quanto ama se stesso”.

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