venerdì 25 ottobre 2013

Obama ha mentito, a Guantanamo si tortura ancora

Denuncia di un avvocato di un presunto terrorista basata su documenti medici "Top Secret". La replica della Casa Bianca: «Come si permette a rivelare segreti di Stato».
A Guantanamo si tortura ancora. Lo ha affermato James Connell, avvocato di Ammar al Baluchi, detenuto a Camp Delta. Eppure, quando il presidente Usa, Barak Obama, ha detto che il carcere speciale di Guantanamo non poteva essere chiuso, aveva almeno assicurato (con una legge) che la tortura gli Stati Uniti non l'avrebbero più praticata.

Connell basa le sue accuse (oltre che sulla testimonianza del suo cliente) su due documenti medici, classificati "Top Secret".

Immediata la risposta del direttore del ministero della Giustizia Clay Trivett: «Connell ha parlato a sproposito. Non aveva diritto di dire quello che ha detto, perché il suo assistito è accusato di essere un terrorista, e quindi sottoposto a regime speciale, protetto dal segreto di Stato».

L'Amministrazione Obama ha confermato la segretezza di tutti gli interrogatori praticati a Guantanamo, dei metodi utilizzati dalla Cia e sulle prigioni off-shore, che si trovano sulle navi militari statunitensi, ancorate in acque internazionali.

Ammar al Baluchi è cittadino yemenita. È stato arrestato in Pakistan il 29 aprile 2003 e detenuto illegalmente e torturato in una prigione segreta della Cia per più di due anni. È stato trasferito il 6 settembre 2006 a Guantanamo , dove è detenuto illegalmente da sette anni.

Secondo l'accusa, Ammar al Baluchi avrebbe comprato i biglietti aerei dei dirottatori dell'11 settembre, fornendo loro informazioni sulla vita negli Stati Uniti per i dirottatori.

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