mercoledì 3 aprile 2013

Musulmani perseguitati in Etiopia


Musulmani perseguitati in Etiopia



Giovedì 04/04/2013 


Un gruppo internazionale per i diritti umani ha accusato l'Etiopia di perseguitare i musulmani oltre a cercare di soffocare le loro proteste pacifiche contro le interferenze del governo negli affari religiosi, attraverso leggi anti-terrorismo, che mirano a demonizzare i musulmani e ridurre al silenzio le loro proteste.

Leslie Lefkow, vice direttrice della divisione Africa di Human Rights Watch (Hrw), ha detto in un comunicato stampa "Sembra che non ci sia alcun limite all'uso, da parte del governo etiope, delle sue leggi anti-terrorismo, e processi iniqui per fermare il dissenso pacifico. Il trattamento da parte del governo, di questi leader musulmani, porta le caratteristiche di un procedimento giudiziario a sfondo politico."

I musulmani dicono che il governo sta conducendo una campagna in collaborazione con il Consiglio Supremo per gli Affari islamici con lo scopo di indottrinare la loro comunità verso le ideologie di una setta chiamata "Ahbash". Per sedare le proteste dei musulmani, il governo etiope ha arrestando decine di leader della protesta. Tra gli arrestati compare il ​​presidente della comunità musulmana Abubakar Ahmed, insieme al portavoce Ahmedin Jebel, e altri membri del comitato, i quali sono stati portati nel carcere Maikelawi, che è noto per le torture che vengono inferte ai detenuti. Gli imputati musulmani sono stati accusati di pianificazione e cospirazione di "atti terroristici", ai sensi dell'articolo 3 e 4 del proclama anti-terrorismo Etiope del 2009, senza che siano stati forniti gli elementi di accusa o i reati a loro carico.

Human Rights Watch ha anche accusato il governo etiope di lanciare una guerra mediatica per demonizzare i leader musulmani. "Il processo iniquo degli attivisti musulmani, è aggravato dai programmi televisivi, mandati in onda dal governo, con lo scopo di demonizzare i leader della protesta facendoli passare come "terroristi" ha detto Lefkow. "Il governo etiope sta perseguitando le persone che stanno semplicemente cercando di proteggere i loro diritti alla libertà religiosa e di parola, e anche i giornalisti, che appoggiano le proteste musulmane, andando contro le interferenze del governo, sono stati arrestati.

Tra i giornalisti sotto processo compaiono Getachew Yusuf, ex caporedattore della ormai defunta rivista islamica Yemuslimoch Guday e il suo successore Salomone Kebede, che si trova ormai da più di due mesi in detenzione preventiva senza avere alcun reato a suo carico e senza che gli sia stato riconosciuto il diritto ad un avvocato, e questo aumenta ancora di più le preoccupazioni per il suo trattamento all’interno del carcere e la sua sicurezza..

Secondo la Costituzione etiope, i detenuti dovrebbero essere rilasciati entro 48 ore, in caso di mancanze di prove di un eventuale colpevolezza. Lefkow ha detto "Piuttosto che imprigionare manifestanti pacifici e giornalisti critici, il governo dovrebbe modificare la legge anti-terrorismo, dovrebbe raggiungere la comunità musulmana e ascoltare le loro rimostranze, piuttosto che mettere a tacere i loro leader."

Il governo filo-etiope occidentale ha utilizzato il terrorismo spaventapasseri per ottenere il supporto dell’occidentale. Un rapporto di novembre di Amnesty International ha accusato il governo etiope di aver preso di mira i musulmani, l'arrestandoli con l’accusa di terrorismo senza nessun motivo fondato, e che questi si erano solo limitati a partecipare a proteste pacifiche con lo scopo di esigere la propria libertà religiosa.

Il gruppo londinese ha anche accusato Addis Abeba di usare la lotta al terrorismo come pretesto per reprimere le proteste pacifiche musulmani. I musulmani costituiscono circa il 34 % della popolazione dell'Etiopia, secondo un censimento del governo del 2007. Ma altre fonti rivelano che in realtà si tratterebbe di circa il 50% della popolazione del paese.


Lo Staff

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