lunedì 15 aprile 2013

Mostafa Abdullah si ritira dal processo contro Mubarak





Mostafa Abdullah si ritira dal processo contro Mubarak

 
  15/04/2013


Il giudice che presiedeva il nuovo processo a carico dell'ex presidente egiziano Hosni Mubarak, insieme al suo ex ministro degli interni si è ritirato dal caso. 

Il Giudice Mostafa Hassan Abdullah ha annunciato la sua decisione, all'inizio del nuovo processo , che si era tenuto  in un’accademia di polizia alla periferia del Cairo, dove l’ottantaquattrenne ex presidente Mubarak era arrivato in elicottero.

Quando  il giudice si è presentato fuori dall'aula, è scoppiato il tumulto,  con le persone presenti hanno cominciato a gridare e agitare le braccia. Gli avvocati di parte civile che partecipavano al processo urlavano: "Il popolo vuole l'esecuzione del presidente". 

Nel  nuovo processo Mubarak e i suoi figli sono accusati di corruzione finanziaria. Filmati televisivi hanno mostrato Mubarak, che è arrivato in aula, su una barella, vestito di bianco e con indosso gli occhiali da sole.

Mubarak, insieme al suo ex ministro dell'Interno, Habib al-Adly, e agli ex capi di sicurezza, sono accusati di complicità nell'omicidio di oltre 800 manifestanti che sono morti nei 18 giorni di rivolta che lo hanno spodestato nel 2011. 

La detenzione di Mubarak lo scorso giugno, ha rappresentato un momento storico, essendo stato  il primo sovrano ad essere rovesciato, dalle rivolte della primavera araba, per essere poi processato in prima persona. Ma il caso di Mubarak è complicato da gestire a causa delle difficoltà in cui versa la giustizia, in un paese il cui sistema giudiziario e le forze di sicurezza sono ancora in gran parte controllate da personaggi nominati nel corso della sua epoca. 

Sei alti ufficiali del ministero dell'Interno - due dei quali accusati di reati minori - sono stati assolti. L'accusa ha lamentato che il ministero aveva omesso di cooperare nel fornire elementi di prova. Il giudice ha condannato Mubarak e al-Adly sulla base della loro incapacità di fermare la strage, piuttosto che di averla ordinata.
 
Mina Khalil, professore di diritto presso l'Università americana del Cairo, ha detto ad Al Jazeera che c'è stato un cambiamento di responsabilità contro Mubarak. "Sembra che il giudice  abbia cambiato l’imputazione, che inizialmente era per  aver ordinato l’uccisione dei manifestanti e successivamente è stata cambiata in reato di omissione, cioè per  non aver fatto nulla per impedire che i manifestanti venissero uccisi"
Questa volta, l'accusa dovrebbe attingere ai risultati di una commissione d'inchiesta istituita lo scorso anno dal presidente Mohammed Morsi.
 
Il quotidiano britannico Guardian ha pubblicato questa settimana, quello che sono state definite fughe di notizie relative a un rapporto di indagine interne, dove sono emerse le responsabilità dei militari, che sono stati coinvolti in torture, uccisioni e sparizioni forzate durante la rivolta.
 
Ali Hassan, un membro del gruppo di ricerca, il cui figlio è stato ucciso nella rivolta, ha detto che il rapporto dovrebbe condannare Mubarak e i funzionari del ministero degli interni. "La punizione minima per loro dovrebbe essere la morte", ha detto.
 
Ma l'ex presidente non è in grado di affrontare la pena di morte. Secondo la legge egiziana, Mubarak  non può ricevere una condanna più dura di quella che sta già scontando dopo la condanna dell’anno scorso nel carcere di Tora, prima di essere trasferito in un ospedale militare a causa delle sue precarie condizioni di salute.
 

Nel frattempo i due figli di Mubarak, Gamal e Alaa, che erano stati scagionati dalle accuse nel primo processo , si vedono di nuovo indagati insieme al padre in uno nuovo, che li vede coinvolti in un’accusa di corruzione finanziaria, per aver indebitamente favorito un accordo sulle forniture di gas naturale con Israele.

Lo staff 

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