giovedì 14 novembre 2013

Islamofobia Francia: le madri velate discriminate

Una manifestazione è stata organizzata dal collettivo Mercoledì 13 novembre, presso la Direzione Dipartimentale della Pubblica Istruzione, a Bobigny. I membri di questo collettivo di madri velate, chiedono l'abrogazione  della  circolare "Chatel", che istituzionalizza la discriminazione nei loro confronti.

E' la prima volta che diverse madri velate vengono ricevute tutte insieme presso l'ispettorato dell'istruzione. Radunate  presso scuola le madri velate, conducono una lotta per rivendicare il loro diritto di genitori. Poiché dall'introduzione della circolare Chatel, che prende il nome dell'ex ministro dell'educazione nazionale, datata 27 marzo 2012, ad esse viene negata la possibilità di accompagnare gli studenti durante le gite scolastiche.

Il collettivo, l'associazione "Mamme tutte uguali", i centri sociali e il collettivo contro l'islamofobia in Francia (CFIC), hanno organizzato per mercoledì 13 novembre, ore 15, un raduno presso la Direzione Dipartimentale della Pubblica Istruzione, a Bobigny, Seine-Saint-Denis. * allo
stesso tempo, cinque membri del gruppo, accompagnat da Marie-Georges Buffet, ex segretario nazionale del Partito comunista francese, si incontreranno con un ispettore dipartimentale.

"Una circolare che discrimina i nostri figli".

Feruz Benamar, del centro sociale di Blanc-Mesnil (Seine-Saint-Denis) è una delle madri velate che inconteranno l'ispettore, e prevede di chiedere il "ritiro" della circolare Chatel, che vieta di indossare simboli religiosi - e quindi il velo - ai genitori che accompagnano i propri bambini durante le gite scolastiche. Questo testo è "discriminatoria", ha denunciato la signora Benamar. "Non solo discrimina le madri, ma discrimina anche  i nostri figli", dice.
Dopo l'introduzione della circolare,  si è creato "un muro tra di noi e gli insegnanti e i presidi," ha detto lei. "Prima, andavo a prendere i miei figli con gioia. Ora ho paura che vengano discriminati. Prima passavamo inosservati. Ora, ci sentiamo a disagio. ", Dice la madre. L'aria che si respira a scuola non è più la stessa. I "ciao" sono freddi, ci guardano da lontano", lamenta la signora Benamar.

La richiesta di abrogare la circolare Chatel è più che legittima: questo testo è all'origine di molte discriminazioni contro le donne musulmane. Ultimamente, questa situazione si è maggiormente aggravata a seguito della pubblicazione di una carta della laicità nelle scuole, introdotta nel mese di settembre.Il  CFIC segnala dopo l'introduzione di questa carta, di aver ricevuto molte segnalazioni di madri discriminate, arrivando oggi da tre a cinque rapporti a settimana.

"Questa carta ha seminato la confusione, e per quanto riguarda le madri velate e ha dato un pretesto per escluderle", dice Babacar Sene, l'addetto alle comunicazioni della CFIC. Appena dopo l'uscita della carta, a situazione è precipitata,   perché alle madri che indossano il velo è stato "sistematicamente"  impedito di partecipare all'educazione dei loro figli, aggiunge.

Dire di no a un'islamofobia istituzionalizzata

Ad oggi, Vincent Peillon e l'Osservatorio del laicismo non hanno contestato la circolare Chatel. 
La circolare Chatel non ha alcuna base giuridica, perché non è possibile applicare il principio di neutralità  ai genitori degli studenti che "non sono dipendenti" delle scuole, dicono i rapporti dell'associazione. Inoltre, gli avvocati della CFIC, comunicano che le mediazioni condotte,  caso per caso, contro le teste delle istituzioni, hanno dato ragione alle donne discriminate.
Fin dall'inizio dell'anno, il CFIC si è presentato ben quindici volte, presso
l'ispettorato dell'istruzione nazionale. 
 

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