venerdì 27 settembre 2013

Turchia, Erdogan fa un passo verso i curdi: abolito il divieto di usare le lettere q, x e w

Turchia, Erdogan fa un passo verso i curdi: abolito il divieto di usare le lettere q, x e w 

 28/09/2013

Tre lettere per un processo di pace, quella tra Ankara, i curdi e il Pkk. Infatti una delle riforme che il premier turco Recep Tayyip Erdogan annuncerà lunedì prossimo per andare incontro alle richieste dei ribelli curdi del Pkk sarà l'abolizione del divieto di usare le lettere Q, X e W, introdotto 85 anni fa dal padre della Turchia moderna, Mustafa Kemal Ataturk.

All'inizio della Repubblica turca, il presidente Ataturk avviò delle riforme per occidentalizzare il paese e secolarizzarlo dopo la caduta dell'impero ottomano. Uno dei primi provvedimenti, nel 1928, fu il passaggio dall'alfabeto arabo a quello latino. Dato che queste lettere erano considerate  troppo 'arabeggianti' vennero escluse dal nuovo alfabeto a scapito della lingua curda che è ricca di quei suoni. Il loro utilizzo era stato esplicitamente vietato per legge dal parlamento di Ankara. Coloro che trasgredivano la legge utilizzando le lettere bandite su cartelli, brochure o nomi curdi, stando all'articolo 22, potevano essere condannati dai due ai sei mesi di detenzione. Molti furono i politici curdi ad essere incriminati per averle usate in documenti pubblici.

L'abolizione della norma sulle tre lettere rappresenta un passo avanti nel processo di pacificazione tra il governo turco e la nazione curda, rappresentata soprattutto dal Pkk. Ancora si sa poco sul resto delle concessioni, ma Erdogan ha sottolineato che "molti saranno sorpresi" dai provvedimenti in programma. Le trattative con il partito di Ocalan sono iniziate a dicembre, ma hanno subìto di recente una battuta d'arresto quando, all'inizio di settembre, i curdi hanno sospeso il ritiro dalla Turchia verso il nord dell'Iraq, previsto dagli accordi, accusando il premier turco di tradire gli impegni presi per una soluzione politica alla questione curda. Dopo alcune dichiarazioni che hanno fatto temere il peggio, Ankara e i rappresentanti curdi sono tornati al tavolo delle trattative per tentare di chiudere un conflitto che in trent'anni ha fatto circa 30mila vittime, soprattutto tra i curdi.
  (La Repubblica)

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