lunedì 23 settembre 2013

PAKISTAN: STRAGE IN CHIESA, 78 MORTI

PAKISTAN: STRAGE IN CHIESA, 78 MORTI

 23/09/2013

Due kamikaze si sono fatti esplodere a pochi secondi di distanza l'uno dall'altro all'interno della chiesa subito dopo la fine della funzione religiosa.

 Un duplice attentato suicida ha causato la morte di almeno 78 persone e il ferimento di oltre 120 in una storica chiesa di Peshawar, nel nord ovest del Pakistan, affollata per la messa domenicale.

Due kamikaze si sono fatti esplodere a pochi secondi di distanza l'uno dall'altro all'interno della chiesa subito dopo la fine della funzione religiosa.
Il presidente Mamnoon Hussain ha dichiarato una ferma condanna e un messaggio di condoglienze alle famiglie delle vittime. Anche il premier pakistano Nawaz Sharif ha condannato l'attentato. In una nota inviata ai giornalisti si legge: "I terroristi non hanno religione, prendere di mira persone innocenti è contrario agli insegnamenti dell'islam e di tutte le religioni".
A seguito del sanguinoso attentato diverse proteste si stanno levando in varie zone del Paese: nella città nordoccidentale teatro dell'attacco i parenti delle vittime hanno bloccato le strade urlando slogan antigovernativi.
A Peshawar è stato proclamato lutto per 3 giorni e le scuole sono state chiuse per 3 giorni.
Il primo ministro Sharif ha convocato alla riunione i leader religiosi della comunità cristiana
 
La posizione dell'Islam  in merito a questi episodi:

 Disse l'Inviato di Allah (pace e benedizione su di lui): «Chiunque uccida ingiustamente [tranne che per leggittima difesa] una persona non-musulmana posta sotto la protezione dello Stato Islamico [dhimmī] non potrà sentire nemmeno il profumo del Paradiso - la Cui fragranza si può avvertire dalla distanza [pari ad un cammino] di quarant'anni». [Bukhārī]

E disse anche (pace e benedizione su di lui): «Di chiunque opprima una persona non-musulmana posta sotto la protezione dello Stato Islamico [dhimmī], o l'incarichi di un lavoro che è superiore alle sue forze, o gli sottragga qualcosa con la forza, io sarò suo nemico nel Giorno del Giudizio». [Abū Dawud]

 

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