martedì 29 ottobre 2013

Cina: Tiananmen, governo sospetta attacco suicida

(ANSA) - Il governo cinese sospetta che l'incidente di ieri a piazza Tiananmen, a Pechino, sia stato un attacco suicida: lo ha detto una fonte anonima all'agenzia stampa Reuters.
La polizia cinese segue la pista dei separatisti musulmani uighuri dello Xinjiang per l'incidente avvenuto lunedì in piazza Tiananmen, dove un'auto ha sfondato le barriere ed è finita sulla folla, facendo 5 morti e 38 feriti.

Secondo il quotidiano governativo Global Times, la polizia nell'ambito dell'inchiesta avrebbe identificato due abitanti di due distinte province dello Xinjiang e un veicolo 4x4 con una targa della regione. Gli investigatori, sempre secondo il giornale, hanno scritto a diversi alberghi della capitale per chiedere informazioni su clienti e veicoli sospetti provenienti dalla regione, relativamente a "un fatto importante avvenuto lunedì". Lo Xinjiang è una zona a maggioranza musulmana all'estremo ovest del paese, popolata da uighuri turcofoni e da una minoranza di cinesi han e scossa da tensioni e violenze separatiste.
A piazza Tiananmen, a Pechino, lunedì mattina un'automobile con tre persone a bordo ha sfondato le barriere di sicurezza e si è schiantata, prendendo fuoco, sotto il ritratto del fondatore della Repubblica Popolare Mao Zedong, tra la folla: il guidatore ed i due passeggeri della vettura sono morti sul colpo, mentre due turisti - una donna filippina e un cinese, sono deceduti in ospedale. Trentotto persone sono rimaste ferite. La Farnesina ha fatto sapere che non risultano coinvolti italiani. L'auto, una jeep bianca, ha percorso 400 metri e ha travolto le prime barriere prima di schiantarsi. "E' stato veramente terrificante", ha detto un testimone. La polizia ha chiuso al traffico per alcune ore la piazza e ha avviato un'indagine. Due reporter dell'agenzia France Press hanno affermato di essere stati "brevemente detenuti" mentre cercavano di avvicinarsi alla piazza. Il loro materiale fotografico è stato sequestrato.
La dinamica dei fatti e le numerose foto comparse su Internet - e cancellate dopo pochi minuti come tutte le notizie e i commenti sull'accaduto - lasciano poco spazio all'ipotesi dell'incidente. La portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, ha affermato in una conferenza stampa che il governo cinese "non ha informazioni dettagliate" sull'incidente. Di conseguenza, ha aggiunto, al momento non è in grado di dire se si sia trattato di un attentato o di un incidente.
Commentatori su Internet non escludono che si sia trattato di una immolazione, cioè di un suicidio di protesta. Negli ultimi tre anni, 122 tibetani si sono immolati per protestare contro la politica della Cina verso il territorio e per chiedere il ritorno in patria del Dalai Lama, il leader religioso che vive in esilio dal 1959. Le immagini mostrano un'alta colonna di fumo che si alza dall'auto, ferma al di là dell'ultima barriera, in una zona abitualmente riservata ai pedoni, sul lato nord della storica piazza, sotto il ritratto del fondatore della Repubblica Popolare Mao Zedong e davanti all'ingresso principale della Città Proibita, la vecchia città imperiale meta ogni giorno di migliaia di turisti.

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