Il Presidente francese Francois Hollande ha chiesto all’Unione
Europea di togliere l’embargo delle armi con la Siria, per permettere di
aiutare i ribelli che da due anni lottano per rovesciare il regime di
Bashar al Assad. “Siamo pronti a supportare la ribellione. Dobbiamo
prenderci le nostre responsabilità” ha dichiarato Hollande in arrivo a
Bruxelles per un vertice con i leader europei.
Gli attivisti dell’opposizione hanno chiesto a Parigi e Londra di
rifornirli di armamenti pesanti per rompere la situazione di stallo che
si è creata dopo due anni dalla rivoluzione.Il governo di Assad ha
risposto a questa richiesta francese dichiarando che qualsiasi consegna
di armi all’opposizione sarà vista come una “flagrante violazione” del
diritto internazionale.
"Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono" Al Hajj Malik al Shabbaz aka Malcolm X
giovedì 31 ottobre 2013
Turchia: velo islamico in parlamento
La stampa turca l'ha gia' definita una giornata 'storica': quattro deputate del partito islamico Akp del premier Recep Tayyip Erdogan sono entrate oggi in parlamento, per i lavori della Grande Assemblea di Ankara, indossando il velo, un fatto senza precedenti dalla fondazione della repubblica laica turca nel 1923. Le quattro sono state accolte dalle grida di alcuni settori dell'opposizione, ma secondo un sondaggio il 72% dei turchi é favorevole al velo in parlamento e uffici pubblici.
Marocco/Algeria: visita diplomatica di Kerry a novembre
Il Ministro degli esteri americano John Kerry visiterà durante la
seconda settimana di novembre il Marocco e l’Algeria per rafforzare i
rapporti tra Stati Uniti e questi due paesi.
La visita avviene in un momento di grande tensione sulla questione del Sahara occidentale, proprio per cercare di acquietare gli animi.
Gli Stati Uniti hanno l’abitudine di effettuare visite diplomatiche combinate in un paese e nell’altro per evitare squilibri dato l’attrito tra i due paesi sulla questione del popolo arabo-berbero Saharawi.
Hillary Clinton durante il suo mandato ha già effettuato vari viaggi in Marocco tanto da essere considerata come la paladina dei diritti marocchini più in vista in assoluto nell’amministrazione americana.
La visita avviene in un momento di grande tensione sulla questione del Sahara occidentale, proprio per cercare di acquietare gli animi.
Gli Stati Uniti hanno l’abitudine di effettuare visite diplomatiche combinate in un paese e nell’altro per evitare squilibri dato l’attrito tra i due paesi sulla questione del popolo arabo-berbero Saharawi.
Hillary Clinton durante il suo mandato ha già effettuato vari viaggi in Marocco tanto da essere considerata come la paladina dei diritti marocchini più in vista in assoluto nell’amministrazione americana.
Egitto: no dell’”Assemblea dei 50″ ai partiti su base religiosa
L’Assemblea dei 50 ha approvato la modifica della Costituzione, nella sua seduta che si è conclusa oggi, giovedì.
Ha dichiarato l’impossibilità di creare partiti su base religiosa.
L’articolo che è stato approvato recita che: ”I cittadini hanno il diritto di formare partiti politici attenendosi alle prescrizioni di legge. Questi non possono essere fondati sulla religione o sulla discriminazione dei cittadini su base di genere, di origine, o di provenienza geografica, sul settarismo, o sull’esercizio di attività segrete o ostili ai principi democratici o che abbiano un’impronta militare. Inoltre i partiti non si possono sciogliere se non con decreto legislativo”.
Marocco: è il più grande produttore di vino nel mondo arabo
Con oltre 40 milioni di bottiglie l’anno, è proprio il Marocco il più
grande produttore di vino nel mondo arabo. Sono 37 mila gli ettari di
terra destinati alla coltivazione di vigneti, che danno buoni frutti,
anche grazie al clima mite che è tra le condizioni ideali per la
produzione di vini pregiati.
Un umile coltivatore della zona di Meknes, che la è la regione in cui si trovano la maggior parte dei vigneti marocchini, ha dichiarato che la sua produzione di vino è paragonabile addirittura a quella di alcune zone europee. Tre quarti della produzione totale è destinata al vino rosso, il 20% al vino rosato e il restante al vino bianco. Le varietà di vini prodotti sono molte e cercano di soddisfare tutti i gusti: dal Merlot allo Chardonnay, si vogliono produrre molte qualità di vini al fine di essere sempre più competitivi.
L’industria del vino in Marocco è attualmente in forte espansione e guarda avanti verso nuovi potenziali mercati come la Cina, oltre a curare anche quelli tradizionali di Francia, Belgio e Paesi Bassi. (Arabpress)
Un umile coltivatore della zona di Meknes, che la è la regione in cui si trovano la maggior parte dei vigneti marocchini, ha dichiarato che la sua produzione di vino è paragonabile addirittura a quella di alcune zone europee. Tre quarti della produzione totale è destinata al vino rosso, il 20% al vino rosato e il restante al vino bianco. Le varietà di vini prodotti sono molte e cercano di soddisfare tutti i gusti: dal Merlot allo Chardonnay, si vogliono produrre molte qualità di vini al fine di essere sempre più competitivi.
L’industria del vino in Marocco è attualmente in forte espansione e guarda avanti verso nuovi potenziali mercati come la Cina, oltre a curare anche quelli tradizionali di Francia, Belgio e Paesi Bassi. (Arabpress)
Egitto: campione di Kung Fu sospeso per maglietta Rabaa
Al Masry Al Youm - La Federazione Egiziana di
Kung Fu ha deciso di sospendere Mohammad Youssef, medaglia d’oro ai
World Combat Games di San Pietroburgo dopo che l’atleta aveva mostrato
una maglietta con il famoso simbolo di Rabaa (le quattro dita ) durante
le premiazioni.
Il ministro delle Attività Sportive Abu Zeid e il Comitato Olimpico Egiziano hanno entrambi ammonito i giocatori a non mischiare la politica con lo sport.
Rabaa, che in arabo significa quarto, fa riferimento alla moschea di Rabaa El Adaweya, dove il sit-in dei pro Morsi fu sgomberato con la forza lo scorso 14 agosto.
Il ministro delle Attività Sportive Abu Zeid e il Comitato Olimpico Egiziano hanno entrambi ammonito i giocatori a non mischiare la politica con lo sport.
Rabaa, che in arabo significa quarto, fa riferimento alla moschea di Rabaa El Adaweya, dove il sit-in dei pro Morsi fu sgomberato con la forza lo scorso 14 agosto.
Siria:troppi profughi,in Bulgaria recinzione a confine turco
Barriera 30 km filo spinato e riassetto strade per 3 mln euro
La Bulgaria cerca di bloccare con
una barriera l'afflusso incontrollato di profughi siriani dalla
Turchia. Su disposizione del ministro della difesa, Anghel
Naydenov, ha preso il via l'operazione 'Sforzi comuni' che
prevede la costruzione di recinzioni nei pressi di Elhovo, la
zona più difficile da controllare lungo i 259 km di confine
turco, da dove passa in territorio bulgaro l'85% dei
clandestini, prevalentemente siriani.
L'operazione prevede il ripristino di 107 chilometri di
strade lungo il confine per agevolare gli spostamenti della
polizia di frontiera, e la costruzione di una rete di filo
spinato alta 3 metri e lunga 30 chilometri.
I lavori, per un costo di 5,7 milioni di lev (3 milioni di
euro), dovrebbero essere completati nel febbraio prossimo. In
Bulgaria vi sono già quasi 7 mila rifugiati dei quali circa
4.400 siriani. I centri di accoglienza ne possono assorbire non
oltre 5 mila.
Egitto: scontri in università Al Azhar, interviene polizia
Nuova giornata di scontri oggi
all'università di Al Azhar e in altri atenei egiziani. La
polizia è intervenuta con lancio di lacrimogeni all'interno del
campus di al Azhar, legata alla massima istituzione religiosa
sunnita, per dividere manifestanti pro e anti Morsi che erano
riusciti a penetrare anche all'interno dell'edificio che ospita
gli uffici amministrativi. Scontri si sono verificati, secondo
testimoni, anche all'interno dell'edificio.
L'intervento della polizia, secondo un comunicato del ministero dell'interno, e' stato chiesto dal rettore dell'ateneo per proteggere "persone e beni". Dal 2010 e' vietato alla polizia entrare nei campus universitari.
Sempre oggi le forze dell'ordine hanno arrestato 18 persone per gli scontri all'universita' di al Azhar e di Zagazig, citta' natale del deposto presidente Mohamed Morsi, dove nei tafferugli sono rimaste ferite 50 persone. Sedici i feriti ad Alessandria.
Il primo ministro egiziano Hazem el Beblawi ha detto di ritenere "imperativo" ristabilire la sicurezza nelle universita'. Durante il consiglio dei ministri il premier ha affermato che "la cosa importante e' di avere una presenza di sicurezza nelle universita'", che questa sia la security interna o altro.
L'intervento della polizia, secondo un comunicato del ministero dell'interno, e' stato chiesto dal rettore dell'ateneo per proteggere "persone e beni". Dal 2010 e' vietato alla polizia entrare nei campus universitari.
Sempre oggi le forze dell'ordine hanno arrestato 18 persone per gli scontri all'universita' di al Azhar e di Zagazig, citta' natale del deposto presidente Mohamed Morsi, dove nei tafferugli sono rimaste ferite 50 persone. Sedici i feriti ad Alessandria.
Il primo ministro egiziano Hazem el Beblawi ha detto di ritenere "imperativo" ristabilire la sicurezza nelle universita'. Durante il consiglio dei ministri il premier ha affermato che "la cosa importante e' di avere una presenza di sicurezza nelle universita'", che questa sia la security interna o altro.
Arabia Saudita:ambasciatore, Italia amica di tutti gli arabi
I rapporti economici tra Italia e
Arabia Saudita sono in continuo sviluppo: lo conferma
l'interscambio commerciale annuale che ha superato 11 miliardi
di euro. Lo ha sottolineato l'ambasciatore del Regno dell'Arabia
Saudita in Italia, S.A. Saleh Mohammad Al Ghamdi, in
un'intervista a ANSAmed, a margine delle celebrazioni a Roma per
gli 80 anni di relazioni italo-saudite.
Nonostante la recessione mondiale, l'economia del Regno è in crescita, sia per la produzione di greggio e derivati che per la politica di diversificazione industriale favorita da consistenti investimenti pubblici finalizzati alla realizzazione di moderne infrastrutture, come aeroporti, strade, porti e telecomunicazioni. Per la realizzazione di queste imponenti opere si riscontra una sempre più agguerrita concorrenza tra fornitori esteri e tra questi le imprese italiane hanno un ruolo da protagonista nei settori della petrolchimica, edilizia ed alimentare. "Proprio negli ultimi mesi, due gruppi italiani si sono aggiudicati importanti contratti per la costruzione della nuova metropolitana di Riyadh e per la progettazione della tratta ferroviaria che collega l'Est e l'Ovest del Regno", spiega l'ambasciatore saudita ricordando tra l'altro che l'Italia è una nazione amica del Regno Saudita "e di tutti gli arabi", auspicando che "il futuro delle relazioni tra i due paesi, in tutti i settori, si sviluppi ulteriormente con proficui risultati".
Nella cornice di tali rapporti privilegiati tra Italia e Arabia Saudita, si sono svolte qualche giorno fa le celebrazioni per gli 80 anni di relazioni diplomatiche tra i due paesi. Nei 5 giorni di manifestazioni a piazza del Popolo, i romani hanno assistito tra l'altro a spettacoli e danze folkloristiche, eventi di musica, gastronomia, turismo, moda, insieme a una mostra sull'arte calligrafica araba. Dal Regno è giunta anche una delegazione ufficiale composta da autorevoli esponenti istituzionali del mondo culturale, politico ed economico. "Alle celebrazioni ha partecipato anche una delegazione commerciale ad alto livello guidata dal presidente delle camere di commercio, la più grande organizzazione che gestisce il settore privato nel Regno - rileva Al Ghamdi- ed i componenti della delegazione si sono riuniti con i loro colleghi italiani; gli incontri hanno condotto ad eccellenti risultati per entrambe le parti".
Le relazioni tra i due Governi sono ufficiali e istituzionali dal 1932. "Con l'Italia, ci sono diversi accordi importanti - evidenzia l'ambasciatore - alcuni sono stati siglati in passato e altri ratificati durante la visita del Custode delle due Sacre Moschee nel 2007 e coprono molti settori: cultura, economia, scienza, sicurezza e salute". L'accordo del 2007 in particolare, nel settore della difesa, fornisce la cornice giuridica per la cooperazione in un settore chiave per l'Italia nei rapporti commerciali con l'Arabia Saudita, che ha dimostrato nell'ultimo periodo un peso politico e militare rilevante sulla scena internazionale. Quale unico paese arabo membro del G20 l'Arabia Saudita ha persino rinunciato ad entrare come membro non permanente nel consiglio della sicurezza dell'ONU denunciando l'organismo come "incapace di porre fine alle guerre e trovare una soluzione ai conflitti". (ANSAmed).
Nonostante la recessione mondiale, l'economia del Regno è in crescita, sia per la produzione di greggio e derivati che per la politica di diversificazione industriale favorita da consistenti investimenti pubblici finalizzati alla realizzazione di moderne infrastrutture, come aeroporti, strade, porti e telecomunicazioni. Per la realizzazione di queste imponenti opere si riscontra una sempre più agguerrita concorrenza tra fornitori esteri e tra questi le imprese italiane hanno un ruolo da protagonista nei settori della petrolchimica, edilizia ed alimentare. "Proprio negli ultimi mesi, due gruppi italiani si sono aggiudicati importanti contratti per la costruzione della nuova metropolitana di Riyadh e per la progettazione della tratta ferroviaria che collega l'Est e l'Ovest del Regno", spiega l'ambasciatore saudita ricordando tra l'altro che l'Italia è una nazione amica del Regno Saudita "e di tutti gli arabi", auspicando che "il futuro delle relazioni tra i due paesi, in tutti i settori, si sviluppi ulteriormente con proficui risultati".
Nella cornice di tali rapporti privilegiati tra Italia e Arabia Saudita, si sono svolte qualche giorno fa le celebrazioni per gli 80 anni di relazioni diplomatiche tra i due paesi. Nei 5 giorni di manifestazioni a piazza del Popolo, i romani hanno assistito tra l'altro a spettacoli e danze folkloristiche, eventi di musica, gastronomia, turismo, moda, insieme a una mostra sull'arte calligrafica araba. Dal Regno è giunta anche una delegazione ufficiale composta da autorevoli esponenti istituzionali del mondo culturale, politico ed economico. "Alle celebrazioni ha partecipato anche una delegazione commerciale ad alto livello guidata dal presidente delle camere di commercio, la più grande organizzazione che gestisce il settore privato nel Regno - rileva Al Ghamdi- ed i componenti della delegazione si sono riuniti con i loro colleghi italiani; gli incontri hanno condotto ad eccellenti risultati per entrambe le parti".
Le relazioni tra i due Governi sono ufficiali e istituzionali dal 1932. "Con l'Italia, ci sono diversi accordi importanti - evidenzia l'ambasciatore - alcuni sono stati siglati in passato e altri ratificati durante la visita del Custode delle due Sacre Moschee nel 2007 e coprono molti settori: cultura, economia, scienza, sicurezza e salute". L'accordo del 2007 in particolare, nel settore della difesa, fornisce la cornice giuridica per la cooperazione in un settore chiave per l'Italia nei rapporti commerciali con l'Arabia Saudita, che ha dimostrato nell'ultimo periodo un peso politico e militare rilevante sulla scena internazionale. Quale unico paese arabo membro del G20 l'Arabia Saudita ha persino rinunciato ad entrare come membro non permanente nel consiglio della sicurezza dell'ONU denunciando l'organismo come "incapace di porre fine alle guerre e trovare una soluzione ai conflitti". (ANSAmed).
Un uomo cieco si reca ogni giorno in moschea aiutandosi con una corda
Arabia Saudita. Un uomo cieco e molto vecchio che vive vicino a una moschea, va ogni giorno a fare le sue cinque preghiere quotidiane.
usando una corda, che dalla sua casa lo conduce fino allla moschea.
IL VIDEO
Narrò Abu Huraira radhiAllahu anhu: L’Apostolo di Allah ha detto,
“La preghiera congregazionale di chiunque di voi è più di venti (cinque o sette) volte in ricompensa della sua preghiera nella bottega o a casa sua, poiché se egli esegue l’abluzione completamente e poi va alla mosche con la sola intenzione di eseguire la preghiera, e nulla lo spinge a recarsi alla moschea se non la preghiera,allora,per ogni passo che fa verso la moschea,gli sarà elevato un grado o uno dei suoi peccati sarà perdonato. Gli angeli continueranno a chiedere il perdono di Allah e le benedizioni su di lui per tutto il tempo in cui rimane nel luogo di preghiera. Gli angeli diranno “O Allah,benedicilo” ‘O Allah, abbi pietà di lui!’ finché non fa Hadath o una cosa che dà problemi agli altri.” Il Profeta disse inoltre, “e non smette dell’essere in stato d preghiera per tutto il tempo in cui rimane in attesa che cominci una salat.” [Sahih Al-Bukhari]
usando una corda, che dalla sua casa lo conduce fino allla moschea.
IL VIDEO
Narrò Abu Huraira radhiAllahu anhu: L’Apostolo di Allah ha detto,
“La preghiera congregazionale di chiunque di voi è più di venti (cinque o sette) volte in ricompensa della sua preghiera nella bottega o a casa sua, poiché se egli esegue l’abluzione completamente e poi va alla mosche con la sola intenzione di eseguire la preghiera, e nulla lo spinge a recarsi alla moschea se non la preghiera,allora,per ogni passo che fa verso la moschea,gli sarà elevato un grado o uno dei suoi peccati sarà perdonato. Gli angeli continueranno a chiedere il perdono di Allah e le benedizioni su di lui per tutto il tempo in cui rimane nel luogo di preghiera. Gli angeli diranno “O Allah,benedicilo” ‘O Allah, abbi pietà di lui!’ finché non fa Hadath o una cosa che dà problemi agli altri.” Il Profeta disse inoltre, “e non smette dell’essere in stato d preghiera per tutto il tempo in cui rimane in attesa che cominci una salat.” [Sahih Al-Bukhari]
Un ragazzo di 10 anni espulso dall'autobus per aver invocato Allah
Negli
Stati Uniti, un bambino di 10 anni, dopo aver recitato l'inizio della
Fatiha, al fine di chiedere ad Allah di aiutarlo a trovare il suo biglietto, mentre si trovava su un autobus urbano a
Brooklyn, è stato cacciato fuori dal conducente, perchè secondo lo stesso il ragazzo era un "terrorista ".
"Il bambino ha detto che ha recitato una preghiera, mentre lui cercava di trovare il suo biglietto", ha affermato Hyder Naqvi, l'avvocato della famiglia del bambino.
"E' un ragazzo, ma è anche abbastanza grande da sapere che cos'è la discriminazione', ha anche aggiunto.
L'incidente è avvenuto mentre il bambino è salito a bordo del bus B-39 sulla strada che da casa lo avrebbe portato a scuola, ha detto alla corte federale di Brooklyn. Il ragazzo confuso e frustrato per il fatto di non trovare il suo biglietto ha deciso di recitare una preghiera:
"Bismi Allahi alrrahmani alrraheem (In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso)"
Il bambino sconvolto, si è affrettato a raccontare l'accaduto ai suoi genitori, i quali hanno denunciato l'agenzia di trasporto ce autista per discriminazione religiosa e violazione dei diritti civili.
"Il bambino ha detto che ha recitato una preghiera, mentre lui cercava di trovare il suo biglietto", ha affermato Hyder Naqvi, l'avvocato della famiglia del bambino.
"E' un ragazzo, ma è anche abbastanza grande da sapere che cos'è la discriminazione', ha anche aggiunto.
L'incidente è avvenuto mentre il bambino è salito a bordo del bus B-39 sulla strada che da casa lo avrebbe portato a scuola, ha detto alla corte federale di Brooklyn. Il ragazzo confuso e frustrato per il fatto di non trovare il suo biglietto ha deciso di recitare una preghiera:
"Bismi Allahi alrrahmani alrraheem (In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso)"
Il bambino sconvolto, si è affrettato a raccontare l'accaduto ai suoi genitori, i quali hanno denunciato l'agenzia di trasporto ce autista per discriminazione religiosa e violazione dei diritti civili.
mercoledì 30 ottobre 2013
Egitto: arrestato n.2 partito Fratelli musulmani
El-Erian era uno dei pochi ancora rimasti a piede libero
Le forze di sicurezza egiziane hanno arrestato Essam el-Erian, vicepresidente del Fjp, il braccio politico dei Fratelli musulmani, e uno dei pochi responsabili di spicco della Confraternita ancora a piede libero. Lo riferisce la stampa locale. Erian è stato catturato in un appartamento del Cairo. E' accusato di aver incitato alla violenza nel corso degli scontri del 30 giugno scorso.(ANSAmed).
Cina, arresti per attentato Tienanmen
Sono di etnia uighuri, minoranza etnica musulmana del nordovest. Anche i tre autori dell'attentato sono della stessa etnia.
Cinque persone sono state arrestate per l'attentato di lunedi' scorso a piazza Tiananmen. "Gli arresti sono stati fatti dieci ore dopo i fatti, che ormai sono qualificati come attacco terroristico", ha sottolineato la tv Cctv. L'emittente ha aggiunto che i tre terroristi che erano a bordo dell'auto che ha preso fuoco su piazza Tiananmen dopo aver travolto la folla, sono stati identificati. Si tratta di una famiglia di uighuri: un uomo, sua moglie e sua madre insieme ad altre 2 persone.
A piazza Tiananmen, a Pechino, lunedì mattina un'automobile con tre persone a bordo ha sfondato le barriere di sicurezza e si è schiantata, prendendo fuoco, sotto il ritratto del fondatore della Repubblica Popolare Mao Zedong, tra la folla: il guidatore ed i due passeggeri della vettura sono morti sul colpo, mentre due turisti - una donna filippina e un cinese, sono deceduti in ospedale. Trentotto persone sono rimaste ferite. La Farnesina ha fatto sapere che non risultano coinvolti italiani. L'auto, una jeep bianca, ha percorso 400 metri e ha travolto le prime barriere prima di schiantarsi. "E' stato veramente terrificante", ha detto un testimone. La polizia ha chiuso al traffico per alcune ore la piazza e ha avviato un'indagine. Due reporter dell'agenzia France Press hanno affermato di essere stati "brevemente detenuti" mentre cercavano di avvicinarsi alla piazza. Il loro materiale fotografico è stato sequestrato.La dinamica dei fatti e le numerose foto comparse su Internet - e cancellate dopo pochi minuti come tutte le notizie e i commenti sull'accaduto - lasciano poco spazio all'ipotesi dell'incidente. La portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, ha affermato in una conferenza stampa che il governo cinese "non ha informazioni dettagliate" sull'incidente. Di conseguenza, ha aggiunto, al momento non è in grado di dire se si sia trattato di un attentato o di un incidente.
Commentatori su Internet non escludono che si sia trattato di una immolazione, cioè di un suicidio di protesta. Negli ultimi tre anni, 122 tibetani si sono immolati per protestare contro la politica della Cina verso il territorio e per chiedere il ritorno in patria del Dalai Lama, il leader religioso che vive in esilio dal 1959. Le immagini mostrano un'alta colonna di fumo che si alza dall'auto, ferma al di là dell'ultima barriera, in una zona abitualmente riservata ai pedoni, sul lato nord della storica piazza, sotto il ritratto del fondatore della Repubblica Popolare Mao Zedong e davanti all'ingresso principale della Città Proibita, la vecchia città imperiale meta ogni giorno di migliaia di turisti.
Spagna: in mostra la luce nella cultura e scienza islamica
MADRID - La parola araba Nur (luce) si associa sia
alla luce fisica che metafisica. La luce nell'arte e nella conoscenza,
in rapporto con la cultura islamica, come motivo unificatore nelle
civiltà islamiche di tutto il mondo, è il filo conduttore
dell'esposizione 'Nur: la luz en el arte y la ciencia del mundo
islamico', proposta dalla Fondazione Focus-Abengoa nella sua sede
dell'Ospedale dei Venerabili di Siviglia, fino al prossimo 9 febbraio.
Organizzata in collaborazione con il Museo d'Arte di Dallas (dove
sarà ospitata dal 30 marzo al 29 giugno 2014), la mostra propone un
itinerario attraverso 150 oggetti, alcuni esposti per la prima volta, di
diverse collezioni pubbliche e private d'Europa, Medio Oriente e Stati
Uniti e musei come il British Museum di Londra. Opere datate fra il IX
secolo e gli inizi del XX secolo, fra le quali manoscritti, gioielli,
strumenti chirurgici, mobili, ceramiche, preziosi manufatti in metallo
con incisioni in oro, orologi solari e astrolabi, tutti illustrativi
dell'influenza del mondo islamico sul Rinascimento e sul pensiero
scientifico. A selezionarli, la curatrice Sabiha Al Khemir, esperta
internazionale di arte islamica, ex direttrice del Museo di Doha (Qatar)
e consulente del Metropolitan Museum di New York e del museo di Dallas.
"Non è un'esposizione religiosa, si tratta nel 90% di oggetti secolari e
della vita quotidiana che non potrebbero essere esposti in una moschea,
pur avendo una profonda relazione con la cultura islamica", ha spiegato
ad ANSAmed nel corso della presentazione, oggi, alla Casa Araba di
Madrid.
"Gli 11 secoli e i 14 paesi rappresentati in Nur illustrano non solo la tradizione di talento e di artigianato che inonda il mondo islamico, ma anche la pura bellezza, frutto della cultura islamica, e il contributo di questa civilizzazione al coacervo culturale dell'umanità", ha aggiunto la direttrice scientifica dell'esposizione. Una mostra che avvicina il visitatore alla Spagna come ponte fra il mondo islamico e l'Europa, via d'accesso delle scoperte islamiche in campi come la medicina, la geometria o l'astronomia. L'inizio dell'itinerario esprime visivamente e simbolicamente l'idea della luce come metafora condivisa fra le religioni musulmana, cristiana ed ebraica, proponendo un'opera cristiana del XIX secolo proveniente dall'Iran, che combina calligrafia in copto e in arabo; accanto a un menorah ebraico, il candelabro a 7 bracci, proveniente dal Marocco, che dialoga con un tappeto per la preghiera musulmana, con al centro la lampada di una moschea "nel segno della luce nella cultura islamica", come ha sottolineato Al Khemir. Nella sezione dedicata a 'La pagina illuminata', alcuni tesori bibliografici, come il celebre Corano blu tunisino del secolo IX-X, unico esemplare esistente in pergamena blu, del quale sono esposte quattro pagine. O il raro e prezioso acquamanile prestato dalla Sovrintendenza di Pisa, in cristallo di rocca, uno dei sei conservati risalenti all'Egitto fatimi (969-1171) che giunsero in Occidente. La taracea, tecnica di incastonatura decorativa che conferisce agli oggetti una luce speciale e contrasti luminosi, è la protagonista di un'altra sezione, che propone manufatti in metallo con incisioni di oro e argenti provenienti dalle scuole di Jazira, Musul e Khorasam, datate nel XIII secolo. Fra i 'pezzi' finora mai esposti, un'opera iraniana del XIX secolo su carta, di due metri di lunghezza, in cui sono riprodotti i dodici segni dello zodiaco. Impressionante, inoltre, il manoscritto arabo più antico conservato nell'attualità, datato 1009-1010, del 'Trattato delle stelle fisse' di Abd al Rahman al-Sufi. "Una finestra del XV secolo proveniente dal Marocco e dall'Egitto presiede la sezione dedicata alla importanza della geometria in questa cultura", ha rilevato la curatrice. "E' presente in tutti i periodi e luoghi, riprodotta su tutti i materiali, legni o tessuti, dalla Spagna all'Asia centrale, un autentico linguaggio universale". L'itinerario espositivo si conclude con gli esempi più significativi dell'architettura islamica spagnola: dagli interni dei Santa Maria la Blanca di Toledo, la sinagoga decorata da maestri andalusi provenienti da Cordova all'Alhambra di Granada, a Medina Azahara, alla cupola dell'Alcazar di Siviglia, le opere d'arte, di ingegneria e di edilizia, che resero unico Al Andalus.(ANSAmed).
"Gli 11 secoli e i 14 paesi rappresentati in Nur illustrano non solo la tradizione di talento e di artigianato che inonda il mondo islamico, ma anche la pura bellezza, frutto della cultura islamica, e il contributo di questa civilizzazione al coacervo culturale dell'umanità", ha aggiunto la direttrice scientifica dell'esposizione. Una mostra che avvicina il visitatore alla Spagna come ponte fra il mondo islamico e l'Europa, via d'accesso delle scoperte islamiche in campi come la medicina, la geometria o l'astronomia. L'inizio dell'itinerario esprime visivamente e simbolicamente l'idea della luce come metafora condivisa fra le religioni musulmana, cristiana ed ebraica, proponendo un'opera cristiana del XIX secolo proveniente dall'Iran, che combina calligrafia in copto e in arabo; accanto a un menorah ebraico, il candelabro a 7 bracci, proveniente dal Marocco, che dialoga con un tappeto per la preghiera musulmana, con al centro la lampada di una moschea "nel segno della luce nella cultura islamica", come ha sottolineato Al Khemir. Nella sezione dedicata a 'La pagina illuminata', alcuni tesori bibliografici, come il celebre Corano blu tunisino del secolo IX-X, unico esemplare esistente in pergamena blu, del quale sono esposte quattro pagine. O il raro e prezioso acquamanile prestato dalla Sovrintendenza di Pisa, in cristallo di rocca, uno dei sei conservati risalenti all'Egitto fatimi (969-1171) che giunsero in Occidente. La taracea, tecnica di incastonatura decorativa che conferisce agli oggetti una luce speciale e contrasti luminosi, è la protagonista di un'altra sezione, che propone manufatti in metallo con incisioni di oro e argenti provenienti dalle scuole di Jazira, Musul e Khorasam, datate nel XIII secolo. Fra i 'pezzi' finora mai esposti, un'opera iraniana del XIX secolo su carta, di due metri di lunghezza, in cui sono riprodotti i dodici segni dello zodiaco. Impressionante, inoltre, il manoscritto arabo più antico conservato nell'attualità, datato 1009-1010, del 'Trattato delle stelle fisse' di Abd al Rahman al-Sufi. "Una finestra del XV secolo proveniente dal Marocco e dall'Egitto presiede la sezione dedicata alla importanza della geometria in questa cultura", ha rilevato la curatrice. "E' presente in tutti i periodi e luoghi, riprodotta su tutti i materiali, legni o tessuti, dalla Spagna all'Asia centrale, un autentico linguaggio universale". L'itinerario espositivo si conclude con gli esempi più significativi dell'architettura islamica spagnola: dagli interni dei Santa Maria la Blanca di Toledo, la sinagoga decorata da maestri andalusi provenienti da Cordova all'Alhambra di Granada, a Medina Azahara, alla cupola dell'Alcazar di Siviglia, le opere d'arte, di ingegneria e di edilizia, che resero unico Al Andalus.(ANSAmed).
Si è sposato in Turchia Sultan Kosen, l'uomo più alto del mondo
Alto 2,51 metri, la sposa siriana ne misura 1,75
Ankara, 28 ott. (TMNews) - E' convolato a nozze il turco Sultan Kösen,
che con i suoi 2,51 metri è l'uomo più alto del mondo. Kosen, 31 anni,
ha sposato domenica nella sua città natale di Mardin, nel sud est della
Turchia, la ventenne siriana Merve Dibo, alta 1,75, la quale ha
dichiarato di aver trovato "l'amore della mia vita". "Sono felice di
aver finalmente trovato qualcuno che mi accetta e mi amerà" ha detto il
novello sposo alla stampa turca.
La crescita vertiginosa di
Kosen, consacrato dal Guinness nel 2011 l'uomo più alto del mondo, è
dovuta a un tumore dell'ipofisi. Nel 2010 è stata operato all'università
della Virginia, negli Stati Uniti. A seguito dell'intervento e di una
terapia farmacologica, nel 2012 è stata dichiarato guarito e non
crescerà più. Kosen è però obbligato a camminare con il bastone perchè
le sue articolazioni non hanno seguito lo sviluppo del resto del corpo.
I soldati musulmani uccisi nel 1914-1918 onorati a Lione
Un
monumento in memoria dei soldati musulmani che sono morti per la
Francia nel 1914-1918 nei pressi di
Lione, sarà esposto al pubblico Domenica 10 novembre, alla vigilia della data
commemorativa dell'armistizio che mise fine della prima guerra
mondiale.
La cerimonia sarà presieduta da Kamel Kabtane, rettore della Grande Moschea di Lione, Guy Barrett, sindaco di Mulatière in presenza di Jean-François Carenco, prefetto della regione Rodano-Alpi, che insieme renderanno omaggio ai 201soldati e lavoratori Musulmani che morirono in Francia durante la guerra.
Tre lastre con sopra incisi i loro nomi sono stati poi apposti insieme al memoriale su cui erano incisi i nomi dei lorocompagni in armi francesi., 90 anni dopo l'armistizio.
La cerimonia sarà presieduta da Kamel Kabtane, rettore della Grande Moschea di Lione, Guy Barrett, sindaco di Mulatière in presenza di Jean-François Carenco, prefetto della regione Rodano-Alpi, che insieme renderanno omaggio ai 201soldati e lavoratori Musulmani che morirono in Francia durante la guerra.
Tre lastre con sopra incisi i loro nomi sono stati poi apposti insieme al memoriale su cui erano incisi i nomi dei lorocompagni in armi francesi., 90 anni dopo l'armistizio.
martedì 29 ottobre 2013
Operazione 'Scafisti di terra': Polizia arresta un siriano in Toscana
In manette è finito un siriano 51enne siriano, fermato in un albergo vicino al casello autostradale di Incisa (Firenze). Era in compagnia di due siriani, già espulsi dalle autorità austriache perché avevano documenti falsi.
Con se aveva un biglietto per un volo con destinazione Romania in partenza oggi. Si è difeso dicendo di aver sempre operato per il bene dei suoi connazionali e di essere il presidente dell'associazione Ossmei (Organizzazione Siriana dei servizi medici di Emergenza in Italia).
Gli sono stati sequestrati 3.600 € e, nell'ispezione di un capannone che utilizzava, sono stati trovati scatoloni pieni di medicinali e vestiti in pessimo stato di conservazione. E' stato rinchiuso nel carcere di Sollicciano. (rimininews)
Libia: incriminati il figlio di Gheddafi e numerosi ex collaboratori del Colonnello
Euronews - Incriminati da un tribunale di Tripoli
per reati commessi durante la rivoluzione del 2011, il figlio di Muammar
Gheddafi, Saif al-Islam, l’ex capo dei servizi segreti Abdullah
al-Senussi, e l’allora primo ministro al-Baghdadi al-Mahmudi.
Insieme ad una trentina di ex collaboratori del Colonnello sono stati rinviati a giudizio davanti ad una corte penale.
Il portavoce dell’ufficio del procuratore al-Seddik al-Sur ha ricordato la “decisione storica” della Corte Penale Internazionale di autorizzare la Libia a processare al-Senoussi, il quale ha presentato ricorso.
Le accuse includono omicidio, sequestro di persona, incitamento e concorso nello stupro, saccheggio e attentato all’unità nazionale.
Amnesty International e diverse organizzazioni per la difesa dei diritti dell’uomo hanno contestato la possibilità di avere un equo processo in Libia. Un Paese che, in preda all’anarchia e alle violenze fra fazioni rivali, con la Cirenaica che si è dichiarata indipendente e si è data un governo autonomo, ha celebrato in un clima sommesso il secondo anniversario della liberazione.
Insieme ad una trentina di ex collaboratori del Colonnello sono stati rinviati a giudizio davanti ad una corte penale.
Il portavoce dell’ufficio del procuratore al-Seddik al-Sur ha ricordato la “decisione storica” della Corte Penale Internazionale di autorizzare la Libia a processare al-Senoussi, il quale ha presentato ricorso.
Le accuse includono omicidio, sequestro di persona, incitamento e concorso nello stupro, saccheggio e attentato all’unità nazionale.
Amnesty International e diverse organizzazioni per la difesa dei diritti dell’uomo hanno contestato la possibilità di avere un equo processo in Libia. Un Paese che, in preda all’anarchia e alle violenze fra fazioni rivali, con la Cirenaica che si è dichiarata indipendente e si è data un governo autonomo, ha celebrato in un clima sommesso il secondo anniversario della liberazione.
Egitto, giudici rinunciano a processare capi Fratellanza: "Disagio a proseguire"
Gli imputati, che oggi non erano presenti in aula, sono accusati di avere incitato a uccidere manifestanti e di essere stati in possesso di armi ed esplosivi durante una manifestazione contro Morsi a giugno
I tre giudici della corte d'assise del Cairo hanno rinunciato al loro incarico nel processo per incitazione alla violenza nei confronti della guida della Fratellanza Mohamed Badie e ai suoi due vice: Khairat el Shater e Rashad al-Bayoumi. I giudici hanno invocato "disagio" a proseguire all'inizio dell'udienza fissata per oggi. I tre giudici hanno tuttavia ordinato di mantenere agli arresti gli accusati (che sono in tutto 35) prima di annunciare il passo indietro.
L'ordine di arrestare la guida suprema dei Fratelli Musulmani risale allo scorso luglio. L'accusa a carico del leader del movimento islamista è di incitamento alla violenza e di possesso di armi ed esplosivi, in relazione agli scontri avvenuti a Nasr City il 30 giugno scorso pochi giorni prima della destituzione del presidente Mohamed Morsi, davanti alla sede della Guardia Repubblicana. Scontri cui sono morte almeno 55 persone (77 secondo la Fratellanza). Per quelle violenze, sono sotto accusa circa 200 persone.
l processo nei confronti di Badie (nella foto) e degli altri alti dirigenti della Fratellanza ha preso avvio due mesi fa ed oggi è arrivato alla sua seconda udienza. Una fonte giudiziaria ha detto all'Ansa che l'autoricusazione dei giudici è da legare all'assenza in aula degli imputati, per motivi di sicurezza. Il 4 novembre è prevista l'apertura del processo nei confronti del deposto presidente Mohamed Morsi, imputato delle violenze scoppiate davanti al palazzo presidenziale lo scorso dicembre. In base alla legge egiziana l'imputato deve essere presente in aula per la prima udienza per ascoltare i capi d'imputazione. (LaRepubblica)
I tre giudici della corte d'assise del Cairo hanno rinunciato al loro incarico nel processo per incitazione alla violenza nei confronti della guida della Fratellanza Mohamed Badie e ai suoi due vice: Khairat el Shater e Rashad al-Bayoumi. I giudici hanno invocato "disagio" a proseguire all'inizio dell'udienza fissata per oggi. I tre giudici hanno tuttavia ordinato di mantenere agli arresti gli accusati (che sono in tutto 35) prima di annunciare il passo indietro.
L'ordine di arrestare la guida suprema dei Fratelli Musulmani risale allo scorso luglio. L'accusa a carico del leader del movimento islamista è di incitamento alla violenza e di possesso di armi ed esplosivi, in relazione agli scontri avvenuti a Nasr City il 30 giugno scorso pochi giorni prima della destituzione del presidente Mohamed Morsi, davanti alla sede della Guardia Repubblicana. Scontri cui sono morte almeno 55 persone (77 secondo la Fratellanza). Per quelle violenze, sono sotto accusa circa 200 persone.
l processo nei confronti di Badie (nella foto) e degli altri alti dirigenti della Fratellanza ha preso avvio due mesi fa ed oggi è arrivato alla sua seconda udienza. Una fonte giudiziaria ha detto all'Ansa che l'autoricusazione dei giudici è da legare all'assenza in aula degli imputati, per motivi di sicurezza. Il 4 novembre è prevista l'apertura del processo nei confronti del deposto presidente Mohamed Morsi, imputato delle violenze scoppiate davanti al palazzo presidenziale lo scorso dicembre. In base alla legge egiziana l'imputato deve essere presente in aula per la prima udienza per ascoltare i capi d'imputazione. (LaRepubblica)
Cina: Tiananmen, governo sospetta attacco suicida
(ANSA) - Il governo cinese sospetta che l'incidente di ieri a piazza
Tiananmen, a Pechino, sia stato un attacco suicida: lo ha detto una
fonte anonima all'agenzia stampa Reuters.
La polizia cinese segue la pista dei separatisti musulmani uighuri dello Xinjiang per l'incidente avvenuto lunedì in piazza Tiananmen, dove un'auto ha sfondato le barriere ed è finita sulla folla, facendo 5 morti e 38 feriti.
Secondo il quotidiano governativo Global Times, la polizia nell'ambito dell'inchiesta avrebbe identificato due abitanti di due distinte province dello Xinjiang e un veicolo 4x4 con una targa della regione. Gli investigatori, sempre secondo il giornale, hanno scritto a diversi alberghi della capitale per chiedere informazioni su clienti e veicoli sospetti provenienti dalla regione, relativamente a "un fatto importante avvenuto lunedì". Lo Xinjiang è una zona a maggioranza musulmana all'estremo ovest del paese, popolata da uighuri turcofoni e da una minoranza di cinesi han e scossa da tensioni e violenze separatiste.
A piazza Tiananmen, a Pechino, lunedì mattina un'automobile con tre persone a bordo ha sfondato le barriere di sicurezza e si è schiantata, prendendo fuoco, sotto il ritratto del fondatore della Repubblica Popolare Mao Zedong, tra la folla: il guidatore ed i due passeggeri della vettura sono morti sul colpo, mentre due turisti - una donna filippina e un cinese, sono deceduti in ospedale. Trentotto persone sono rimaste ferite. La Farnesina ha fatto sapere che non risultano coinvolti italiani. L'auto, una jeep bianca, ha percorso 400 metri e ha travolto le prime barriere prima di schiantarsi. "E' stato veramente terrificante", ha detto un testimone. La polizia ha chiuso al traffico per alcune ore la piazza e ha avviato un'indagine. Due reporter dell'agenzia France Press hanno affermato di essere stati "brevemente detenuti" mentre cercavano di avvicinarsi alla piazza. Il loro materiale fotografico è stato sequestrato.
La dinamica dei fatti e le numerose foto comparse su Internet - e cancellate dopo pochi minuti come tutte le notizie e i commenti sull'accaduto - lasciano poco spazio all'ipotesi dell'incidente. La portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, ha affermato in una conferenza stampa che il governo cinese "non ha informazioni dettagliate" sull'incidente. Di conseguenza, ha aggiunto, al momento non è in grado di dire se si sia trattato di un attentato o di un incidente.
Commentatori su Internet non escludono che si sia trattato di una immolazione, cioè di un suicidio di protesta. Negli ultimi tre anni, 122 tibetani si sono immolati per protestare contro la politica della Cina verso il territorio e per chiedere il ritorno in patria del Dalai Lama, il leader religioso che vive in esilio dal 1959. Le immagini mostrano un'alta colonna di fumo che si alza dall'auto, ferma al di là dell'ultima barriera, in una zona abitualmente riservata ai pedoni, sul lato nord della storica piazza, sotto il ritratto del fondatore della Repubblica Popolare Mao Zedong e davanti all'ingresso principale della Città Proibita, la vecchia città imperiale meta ogni giorno di migliaia di turisti.
La polizia cinese segue la pista dei separatisti musulmani uighuri dello Xinjiang per l'incidente avvenuto lunedì in piazza Tiananmen, dove un'auto ha sfondato le barriere ed è finita sulla folla, facendo 5 morti e 38 feriti.
Secondo il quotidiano governativo Global Times, la polizia nell'ambito dell'inchiesta avrebbe identificato due abitanti di due distinte province dello Xinjiang e un veicolo 4x4 con una targa della regione. Gli investigatori, sempre secondo il giornale, hanno scritto a diversi alberghi della capitale per chiedere informazioni su clienti e veicoli sospetti provenienti dalla regione, relativamente a "un fatto importante avvenuto lunedì". Lo Xinjiang è una zona a maggioranza musulmana all'estremo ovest del paese, popolata da uighuri turcofoni e da una minoranza di cinesi han e scossa da tensioni e violenze separatiste.
A piazza Tiananmen, a Pechino, lunedì mattina un'automobile con tre persone a bordo ha sfondato le barriere di sicurezza e si è schiantata, prendendo fuoco, sotto il ritratto del fondatore della Repubblica Popolare Mao Zedong, tra la folla: il guidatore ed i due passeggeri della vettura sono morti sul colpo, mentre due turisti - una donna filippina e un cinese, sono deceduti in ospedale. Trentotto persone sono rimaste ferite. La Farnesina ha fatto sapere che non risultano coinvolti italiani. L'auto, una jeep bianca, ha percorso 400 metri e ha travolto le prime barriere prima di schiantarsi. "E' stato veramente terrificante", ha detto un testimone. La polizia ha chiuso al traffico per alcune ore la piazza e ha avviato un'indagine. Due reporter dell'agenzia France Press hanno affermato di essere stati "brevemente detenuti" mentre cercavano di avvicinarsi alla piazza. Il loro materiale fotografico è stato sequestrato.
La dinamica dei fatti e le numerose foto comparse su Internet - e cancellate dopo pochi minuti come tutte le notizie e i commenti sull'accaduto - lasciano poco spazio all'ipotesi dell'incidente. La portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, ha affermato in una conferenza stampa che il governo cinese "non ha informazioni dettagliate" sull'incidente. Di conseguenza, ha aggiunto, al momento non è in grado di dire se si sia trattato di un attentato o di un incidente.
Commentatori su Internet non escludono che si sia trattato di una immolazione, cioè di un suicidio di protesta. Negli ultimi tre anni, 122 tibetani si sono immolati per protestare contro la politica della Cina verso il territorio e per chiedere il ritorno in patria del Dalai Lama, il leader religioso che vive in esilio dal 1959. Le immagini mostrano un'alta colonna di fumo che si alza dall'auto, ferma al di là dell'ultima barriera, in una zona abitualmente riservata ai pedoni, sul lato nord della storica piazza, sotto il ritratto del fondatore della Repubblica Popolare Mao Zedong e davanti all'ingresso principale della Città Proibita, la vecchia città imperiale meta ogni giorno di migliaia di turisti.
Onu allarme per la "segregazione" dei musulmani in Birmania
Tomás Ojea Quintana, relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Birmania, Venerdì 25 ottobre durante una conferenza stampa, si è detto allarmato per la "segregazione" che sta affrontato la minoranza musulmana Rohingya.
"Tutti gli aspetti della vita sono colpiti dalla discriminazione, in particolare nell'accesso alla sanità e all'istruzione" e "questa segregazione comporta anche limitazioni di movimento imposta alla comunità Rohingya", si legge nela relazione per le Nazioni Unite.
Secondo il relatore speciale, "c'è un divario tra le misure adottate dal governo centrale e la volontà delle autorità locali di prendere parte a questi sforzi. Infine ha reso omaggio alle azioni eseguite da alcuni membri della comunità locale, per la promozione della "tolleranza religiosa, citando in particolare" un monaco buddista che aveva accettato di accogliere 1.000 musulmani in fuga dai combattimenti che si stanno svolgendo nella provincia di Kachin. " Un gesto per molti versi "notevole", considerato che molti monaci buddisti in Birmania, sottoscrivono e sostengono attivamente la campagna di odio lanciata contro i musulmani.
Egli ha anche lamentato che la nuova Costituzione del Myanmar, dà al governo centrale, lo stato di diritto di proprietà, sui terreni delle campagne, permettendogli così di condurre la confisca e espropriazione dei terreni a suo piacimento.
"Tutti gli aspetti della vita sono colpiti dalla discriminazione, in particolare nell'accesso alla sanità e all'istruzione" e "questa segregazione comporta anche limitazioni di movimento imposta alla comunità Rohingya", si legge nela relazione per le Nazioni Unite.
Secondo il relatore speciale, "c'è un divario tra le misure adottate dal governo centrale e la volontà delle autorità locali di prendere parte a questi sforzi. Infine ha reso omaggio alle azioni eseguite da alcuni membri della comunità locale, per la promozione della "tolleranza religiosa, citando in particolare" un monaco buddista che aveva accettato di accogliere 1.000 musulmani in fuga dai combattimenti che si stanno svolgendo nella provincia di Kachin. " Un gesto per molti versi "notevole", considerato che molti monaci buddisti in Birmania, sottoscrivono e sostengono attivamente la campagna di odio lanciata contro i musulmani.
Egli ha anche lamentato che la nuova Costituzione del Myanmar, dà al governo centrale, lo stato di diritto di proprietà, sui terreni delle campagne, permettendogli così di condurre la confisca e espropriazione dei terreni a suo piacimento.
Forum per la finanza islamica in Inghilterra
"Un mondo che cambia, nuove relazioni." Questo è il tema della nona edizione del World Islamic Economic Forum (WIEF) che da Martedì 29 ottobre fino al 31 si svolgerà a Londra.
Più di 1500 persone provenienti da tutto il mondo, tra cui capi di
stato e ministri sono attesi per la manifestazione di tre giorni che si
svolgerà per la prima volta al di fuori del mondo musulmano a 9 anni dalla sua esistenza.
La presenza attiva della comunità musulmana è una forza trainante per l'Inghilterra, e in occasione della WIEF, il Consiglio musulmano della Gran Bretagna (MCB), la più grande organizzazione musulmana del Paese, ha pubblicato Lunedi 28 ottobre una relazione, nella quale viene evidenziato il ruolo positivo dei 2 8 milioni di musulmani nell'economia del Regno Unito.
Dal titolo "Il libro musulmano: come i musulmani aggiungono valore alla prosperità britannica" , apprendiamo che la comunità genera oltre 31 miliardi di sterline (36 miliardi di dollari) per l'economia britannica.
Nella sola Londra, sono state registrate 13.400 imprese di proprietà di musulmani . Solo loro creano 70.000 posti di lavoro, secondo il rapporto del MCB. "I Musulmani britannici sono stimati a 20,5 miliardi sul potere d'acquisto" (€ 24000000000), in particolare nel settore alimentare halal, la loro presenza pesa più di 1,2 miliardi nel paese.
"La presenza del WIEF a Londra, riconosce la posizione del Regno Unito come un importante centro della finanza islamica. La Finanza islamica sta già svolgendo un ruolo importante nel nostro "capitale economico e fisico, ha detto Boris Johnson, sindaco di Londra, e insieme con l'MCB, ha ricordando che la finanza islamica ha consentito il rinnovamento urbano della città. Egli cita la torre Shard, la torre più alta d'Europa, o il Villaggio Olimpico, entrambi costruiti con fondi islamici". Il libro mette in evidenza anche i massicci investimenti nel mondo musulmano in Gran Gran Bretagna.
Oggi la finanza islamica è quotata a 1.200 miliardi di dollari (1.400 miliardi) e si prevede raggiungerà i 1 870 miliardi entro il 2015, secondo il WIEF. Attraverso i suoi stretti legami con il mondo musulmano, specialmente in Asia, e il suo crescente coinvolgimento del settore, la Gran Bretagna gode di notevoli vantaggi economici per il suo sviluppo.
La presenza attiva della comunità musulmana è una forza trainante per l'Inghilterra, e in occasione della WIEF, il Consiglio musulmano della Gran Bretagna (MCB), la più grande organizzazione musulmana del Paese, ha pubblicato Lunedi 28 ottobre una relazione, nella quale viene evidenziato il ruolo positivo dei 2 8 milioni di musulmani nell'economia del Regno Unito.
Dal titolo "Il libro musulmano: come i musulmani aggiungono valore alla prosperità britannica" , apprendiamo che la comunità genera oltre 31 miliardi di sterline (36 miliardi di dollari) per l'economia britannica.
Nella sola Londra, sono state registrate 13.400 imprese di proprietà di musulmani . Solo loro creano 70.000 posti di lavoro, secondo il rapporto del MCB. "I Musulmani britannici sono stimati a 20,5 miliardi sul potere d'acquisto" (€ 24000000000), in particolare nel settore alimentare halal, la loro presenza pesa più di 1,2 miliardi nel paese.
"La presenza del WIEF a Londra, riconosce la posizione del Regno Unito come un importante centro della finanza islamica. La Finanza islamica sta già svolgendo un ruolo importante nel nostro "capitale economico e fisico, ha detto Boris Johnson, sindaco di Londra, e insieme con l'MCB, ha ricordando che la finanza islamica ha consentito il rinnovamento urbano della città. Egli cita la torre Shard, la torre più alta d'Europa, o il Villaggio Olimpico, entrambi costruiti con fondi islamici". Il libro mette in evidenza anche i massicci investimenti nel mondo musulmano in Gran Gran Bretagna.
Oggi la finanza islamica è quotata a 1.200 miliardi di dollari (1.400 miliardi) e si prevede raggiungerà i 1 870 miliardi entro il 2015, secondo il WIEF. Attraverso i suoi stretti legami con il mondo musulmano, specialmente in Asia, e il suo crescente coinvolgimento del settore, la Gran Bretagna gode di notevoli vantaggi economici per il suo sviluppo.
lunedì 28 ottobre 2013
Primarie centrosinistra, appelli sul web ed sms tra gli ebrei romani: "Fatelo per Israele, votate Renzi"
Huffingtonpost: Saranno stati i dubbi espressi sul riconoscimento da parte dell’Onu della Palestina come Stato Osservatore o l’aver portato alla luce l’atteggiamento “anti-israeliano della sinistra”.
Fatto sta che, negli ultimi giorni, sui forum e siti considerati vicini
alla comunità ebraica, la campagna elettorale ha virato in maniera
netta a favore di Matteo Renzi.
Un’indicazione ufficiale di voto non c’è – e, anzi, il presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, è pronto a smentire chiunque gliene attribuisca una – ma una larga fetta degli ebrei romani sembra avere le idee chiare. Del resto basta leggere il testo di un sms che, da alcune ore, sta circolando a tamburo battente di cellulare in cellulare. Un appello al voto, “per Israele”.
“Dopo le ultime affermazioni di Bersani su Israele - recita il messaggio - dopo il riconoscimento della Palestina come osservatore all’Onu e dopo i recenti conflitti con Hamas pensi che ad Israele serva perdere un alleato prezioso come è stata sempre l’Italia?”. A preoccupare gli ebrei è Vendola: “Serve ad Israele un futuro presidente del consiglio che stringerà un’alleanza con Vendola – si chiedono – che parla di sofferenza dei palestinesi, ma non spende una parola per i bambini israeliani sotto i missili qassam ogni giorno?”. Per questo, si scrive, il voto deve essere per Renzi: “Domenica si vota. Bersani al momento è in vantaggio. Fai la tua parte, impedisci che vinca. Vai a votare. Se non lo fai per l’Italia fallo per Israele”.
“Come presidente della comunità ebraica romana non do indicazioni di voto, né a partiti politici diversi e né a esponenti dello stesso partito – ha detto Pacifici - Questa è da sempre la mia linea”. “Quello che però ho notato, navigando sui forum e sui siti vicini alla comunità – aggiunge il leader degli ebrei della capitale - è che c'è in queste ore una schiacciante mobilitazione per Renzi".
Il sito della comunità ebraica romana aveva titolato, lo scorso 20 novembre, su una frase del sindaco di Firenze che viene spesso citata sui social network come esempio della vicinanza del sindaco al popolo israeliano: “La sinistra ripeta che Israele ha diritto di esistere”. E ancora: “Troppo spesso c’è stato un atteggiamento della sinistra anti-israeliano inconcepibile e insopportabile. Israele è un Paese che è circondato da realtà che vogliono la sua distruzione, a partire dall’Iran”. Parole che bastano a far scoccare la scintilla tra gli ebrei e lo sfidante di Bersani. Che, lo scorso mese ottobre, si è anche trovato a fare i conti con le più becere teorie da "complotto giudaico massonico", con tanto di tesi su degli occulti finanziatori israeliani. Chiacchiere della peggiore specie, alle quali il comitato Renzi ha sempre risposto nell'unico modo possibile: "Tutti i finanziamenti sono stati pubblicati on-line".
Sulla pagina Facebook del "Progetto Dreyfus" – nata, poche settimane fa, su impulso di un gruppo di ragazzi, allo scopo di contribuire a fornire un’informazione corretta sul conflitto tra Israele e Palestina – viene ricordata un’altra dichiarazione-chiave per gli ebrei: “Io sono per due popoli e due stati - aveva detto Renzi - Il problema è che in una parte della sinistra c'è il desiderio di attaccare il popolo di Israele, non quello di difendere il popolo palestinese. E va ricordato che Israele si trova in una situazione in cui intorno ha popoli che vogliono sterminarlo". Seguita da decine di commenti di supporto per il sindaco. Con poche eccezioni. “Non sapevo che ci fosse qualcuno a sinistra che non fosse filopalestinese a priori. Meno male” afferma Daniele, con Franco che fa notare i commenti alle parole di Renzi da parte dei supporter dell’avversario: “Purtroppo ho letto reazioni rabbiose e violente da parte del popolo bersaniano. E poteva mancare il complotto giudaico massonico, che ha costretto - finanziandolo - Renzi ad esprimersi in quel modo?”. “Renzi è un uomo di sinistra occidentale. In Italia non si era mai visto”, osserva Sophie. E ancora, Emilia: “Ogni tanto c'è chi legge gli eventi senza pregiudizi”. "Non stiamo certo dicendo che Bersani sia anti-israeliano - commenta un esponente della comunità ebraica romana che chiede l'anonimato - ma è indubbio che Renzi ha sempre dimostrato di essere molto più vicino a Israele di lui".
Non manca, comunque, chi rimane, a fianco del segretario. E’ il caso di Emanuele Fiano, deputato del Pd che, pur apprezzando le parole del sindaco fiorentino, conferma il suo supporto per Bersani: "Alcuni esponenti dell’ebraismo italiano stanno tentando di dimostrare che esiste una motivazione ebraica per non votare Bersani alle Primarie in ragione del suo appoggio al voto italiano all’Onu sulla Palestina - ha scritto su Facebook il parlamentare - Non condivido affatto questa teoria, sia perché l’ebraismo italiano non può presentarsi come un blocco politico monolitico, sia perché è totalmente sbagliato individuare in Bersani un leader lontano dalla difesa di Israele e dei suoi diritti. Il leader del Pd, come moltissimi ebrei italiani che militano nel centrosinistra, ha ben chiaro il dovere primario di difendere il diritto di esistenza di Israele in pace e in sicurezza, ma ha altrettanto chiaro in testa che solo la pace tra i due popoli, con la costituzioni di due stati e due democrazie, potrà garantire definitivamente quei diritti". Tobia Zevi, Presidente dell’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas, nelle ultime ore ha condiviso un appello al voto, per Bersani, firmato da Gad Lerner: “I leader dell’ebraismo italiano non facciano giochetti ridicoli come il voto anti Bersani contro la scelta del governo”, ha scritto in un tweet il popolare conduttore.
Fonte
Un’indicazione ufficiale di voto non c’è – e, anzi, il presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, è pronto a smentire chiunque gliene attribuisca una – ma una larga fetta degli ebrei romani sembra avere le idee chiare. Del resto basta leggere il testo di un sms che, da alcune ore, sta circolando a tamburo battente di cellulare in cellulare. Un appello al voto, “per Israele”.
“Dopo le ultime affermazioni di Bersani su Israele - recita il messaggio - dopo il riconoscimento della Palestina come osservatore all’Onu e dopo i recenti conflitti con Hamas pensi che ad Israele serva perdere un alleato prezioso come è stata sempre l’Italia?”. A preoccupare gli ebrei è Vendola: “Serve ad Israele un futuro presidente del consiglio che stringerà un’alleanza con Vendola – si chiedono – che parla di sofferenza dei palestinesi, ma non spende una parola per i bambini israeliani sotto i missili qassam ogni giorno?”. Per questo, si scrive, il voto deve essere per Renzi: “Domenica si vota. Bersani al momento è in vantaggio. Fai la tua parte, impedisci che vinca. Vai a votare. Se non lo fai per l’Italia fallo per Israele”.
“Come presidente della comunità ebraica romana non do indicazioni di voto, né a partiti politici diversi e né a esponenti dello stesso partito – ha detto Pacifici - Questa è da sempre la mia linea”. “Quello che però ho notato, navigando sui forum e sui siti vicini alla comunità – aggiunge il leader degli ebrei della capitale - è che c'è in queste ore una schiacciante mobilitazione per Renzi".
Il sito della comunità ebraica romana aveva titolato, lo scorso 20 novembre, su una frase del sindaco di Firenze che viene spesso citata sui social network come esempio della vicinanza del sindaco al popolo israeliano: “La sinistra ripeta che Israele ha diritto di esistere”. E ancora: “Troppo spesso c’è stato un atteggiamento della sinistra anti-israeliano inconcepibile e insopportabile. Israele è un Paese che è circondato da realtà che vogliono la sua distruzione, a partire dall’Iran”. Parole che bastano a far scoccare la scintilla tra gli ebrei e lo sfidante di Bersani. Che, lo scorso mese ottobre, si è anche trovato a fare i conti con le più becere teorie da "complotto giudaico massonico", con tanto di tesi su degli occulti finanziatori israeliani. Chiacchiere della peggiore specie, alle quali il comitato Renzi ha sempre risposto nell'unico modo possibile: "Tutti i finanziamenti sono stati pubblicati on-line".
Sulla pagina Facebook del "Progetto Dreyfus" – nata, poche settimane fa, su impulso di un gruppo di ragazzi, allo scopo di contribuire a fornire un’informazione corretta sul conflitto tra Israele e Palestina – viene ricordata un’altra dichiarazione-chiave per gli ebrei: “Io sono per due popoli e due stati - aveva detto Renzi - Il problema è che in una parte della sinistra c'è il desiderio di attaccare il popolo di Israele, non quello di difendere il popolo palestinese. E va ricordato che Israele si trova in una situazione in cui intorno ha popoli che vogliono sterminarlo". Seguita da decine di commenti di supporto per il sindaco. Con poche eccezioni. “Non sapevo che ci fosse qualcuno a sinistra che non fosse filopalestinese a priori. Meno male” afferma Daniele, con Franco che fa notare i commenti alle parole di Renzi da parte dei supporter dell’avversario: “Purtroppo ho letto reazioni rabbiose e violente da parte del popolo bersaniano. E poteva mancare il complotto giudaico massonico, che ha costretto - finanziandolo - Renzi ad esprimersi in quel modo?”. “Renzi è un uomo di sinistra occidentale. In Italia non si era mai visto”, osserva Sophie. E ancora, Emilia: “Ogni tanto c'è chi legge gli eventi senza pregiudizi”. "Non stiamo certo dicendo che Bersani sia anti-israeliano - commenta un esponente della comunità ebraica romana che chiede l'anonimato - ma è indubbio che Renzi ha sempre dimostrato di essere molto più vicino a Israele di lui".
Non manca, comunque, chi rimane, a fianco del segretario. E’ il caso di Emanuele Fiano, deputato del Pd che, pur apprezzando le parole del sindaco fiorentino, conferma il suo supporto per Bersani: "Alcuni esponenti dell’ebraismo italiano stanno tentando di dimostrare che esiste una motivazione ebraica per non votare Bersani alle Primarie in ragione del suo appoggio al voto italiano all’Onu sulla Palestina - ha scritto su Facebook il parlamentare - Non condivido affatto questa teoria, sia perché l’ebraismo italiano non può presentarsi come un blocco politico monolitico, sia perché è totalmente sbagliato individuare in Bersani un leader lontano dalla difesa di Israele e dei suoi diritti. Il leader del Pd, come moltissimi ebrei italiani che militano nel centrosinistra, ha ben chiaro il dovere primario di difendere il diritto di esistenza di Israele in pace e in sicurezza, ma ha altrettanto chiaro in testa che solo la pace tra i due popoli, con la costituzioni di due stati e due democrazie, potrà garantire definitivamente quei diritti". Tobia Zevi, Presidente dell’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas, nelle ultime ore ha condiviso un appello al voto, per Bersani, firmato da Gad Lerner: “I leader dell’ebraismo italiano non facciano giochetti ridicoli come il voto anti Bersani contro la scelta del governo”, ha scritto in un tweet il popolare conduttore.
Fonte
Egitto chiude valico di Rafah in entrata e uscita a tempo indeterminato
Palestina: Le autorità egiziane Sabato hanno chiuso il valico di Rafah, che confina con la zona controllata da Hamas nella Striscia di Gaza, a tempo indeterminato, dopo la concessione di pass per i palestinesi di ritorno dall' Arabia Saudita dopo aver fatto il pellegrinaggio "Hajj".
L'Egitto aveva aperto il passaggio per una settimana fino a ieri. Una fonte egiziana ha detto che il passaggio sarà chiuso a tempo indeterminato fino a nuovo avviso.
Il
valico di Rafah è un punto di ingresso vitale per i
palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza assediata.
Il viceministro dell'economia del governo di Gaza, Hatem Oweida, ha comunicato che la distruzione dei tunnels sta colpendo negativamente tutti i settori della produzione, provocando enormi perdite nel commercio, nell'agricoltura, nel trasporto e nella costruzione, perdite che ammontano a circa 230$ milioni mensili (circa 170 milioni di euro).
Materiali essenziali per anni sono passati dall'Egitto attraverso i tunnels sotterranei, oltrepassando il blocco israeliano. La disoccupazione in Gaza potrebbe raggiungere un tasso del 43% se i confini continuano a rimanere chiusi.
Bangladesh: sciopero opposizione,2 morti Organizzato per chiedere le dimissioni del governo
Due morti e gravi danni materiali e'
il bilancio dell'inizio di uno sciopero di tre giorni decretato
dal Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp) per la richiesta
di dimissioni del governo della premier Sheikh Hasina. Le
vittime, si e' appreso, appartengono alla Jubo League, alla
giovanile del Bnp e sono stati uccisi in due diversi incidenti
nelle manifestazioni antigovernative. Lo sciopero, a cui
aderiscono 16 organizzazioni, coinvolge anche Dacca dove sono
state incendiate molte auto.
Cia ha spiato 7,8 miliardi di chiamate dei sauditi
La polemica continua a circondare il programma americano di sorveglianza,
Cryptome, dalla biblioteca digitale nella quale l'America ha accumulato documenti e materiali segreti, è emerso infatti che la CIA ha spiato ben 7,8 miliardi di chiamate nella sola Arabia Saudita.
Il rapporto Cryptome ha detto che "l'Arabia Saudita è stata il bersaglio di operazioni di spionaggio," insieme a diversi altri paesi in Medio Oriente e in Asia.
Un operatore esperto che lavora per un importante operatore di telecomunicazioni, che si è identificato come RK Hussain, ha detto che "tale controllo di telefonate, anche se non etico, è regolarmente svolto dai servizi segreti in diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti."
Hussain ha detto anche che molti "target" di chiamate internazionali, passano attraverso vettori degli Stati Uniti perché sono meno costosi e più accessibili.
Chiamate, messaggi e-mail o finestre di chat fanno dunque percorsi più economici, rendendo facile per un'agenzia monitorarne i contenuti. "Ma ci sono garanzie contro il controllo del telefono o intercettazioni, che possono essere applicate per evitare perdite", ha aggiunto.
Il sito web Cryptome ha detto che circa 124.800.000.000 operazioni di spionaggio sono state fatte dagli Stati Uniti su scala globale nel mese di gennaio 2013, e queste includevano anche l'Arabia Saudita, Giordania, Iraq, Egitto, Iran, Afghanistan e Pakistan.
Il rapporto afferma che l'Egitto è stato mirato con 1,9 miliardi di operazioni, la Giordania con 1,6 miliardi, l'Iraq con 7,8 miliardi, l'Iran con 1,73 miliardi e il Pakistan con 12.760 milioni. Le più grandi operazioni di spionaggio telefonico tuttavia si è avuto in Afghanistan, con 21.980 milioni operazioni.
India era un altro paese che ha registrato più di un miliardo di chiamate monitorate.
La CIA è un organismo indipendente incaricato di fornire l'intelligence sulla sicurezza nazionale agli alti responsabili politici americani.
Il rapporto Cryptome ha detto che "l'Arabia Saudita è stata il bersaglio di operazioni di spionaggio," insieme a diversi altri paesi in Medio Oriente e in Asia.
Un operatore esperto che lavora per un importante operatore di telecomunicazioni, che si è identificato come RK Hussain, ha detto che "tale controllo di telefonate, anche se non etico, è regolarmente svolto dai servizi segreti in diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti."
Hussain ha detto anche che molti "target" di chiamate internazionali, passano attraverso vettori degli Stati Uniti perché sono meno costosi e più accessibili.
Chiamate, messaggi e-mail o finestre di chat fanno dunque percorsi più economici, rendendo facile per un'agenzia monitorarne i contenuti. "Ma ci sono garanzie contro il controllo del telefono o intercettazioni, che possono essere applicate per evitare perdite", ha aggiunto.
Il sito web Cryptome ha detto che circa 124.800.000.000 operazioni di spionaggio sono state fatte dagli Stati Uniti su scala globale nel mese di gennaio 2013, e queste includevano anche l'Arabia Saudita, Giordania, Iraq, Egitto, Iran, Afghanistan e Pakistan.
Il rapporto afferma che l'Egitto è stato mirato con 1,9 miliardi di operazioni, la Giordania con 1,6 miliardi, l'Iraq con 7,8 miliardi, l'Iran con 1,73 miliardi e il Pakistan con 12.760 milioni. Le più grandi operazioni di spionaggio telefonico tuttavia si è avuto in Afghanistan, con 21.980 milioni operazioni.
India era un altro paese che ha registrato più di un miliardo di chiamate monitorate.
La CIA è un organismo indipendente incaricato di fornire l'intelligence sulla sicurezza nazionale agli alti responsabili politici americani.
Lega Nord, un referendum per vietare i concorsi pubblici agli extracomunitari
La Lega Nord promuoverà due referendum per l'abolizione della figura del
prefetto e contro l'ammissione degli extracomunitari ai concorsi
pubblici. Lo ha annunciato il segretario della Lega lombarda, Matteo
Salvini, a Lazzate durante l'inaugurazione di una piazza dedicata al
defunto sindaco Cesarino Monti.
"Promuoveremo un referendum per chiedere ai cittadini italiani l'abrogazione della figura del prefetto - ha spiegato , che è un'emanazione odiosa e antistorica ed è il simbolo di tutto quello che non va". Per quanto riguarda il recente provvedimento del ministero per l'Integrazione sui concorsi pubblici, Salvini ha aggiunto che "ora se non sei cittadino italiano hai gli stessi diritti e alcuni doveri in meno rispetto a noi". Per questo la Lega Nord, ha concluso Salvini "promuoverà un referendum per cancellare il provvedimento del ministro per l'Integrazione" Cecile Kyenge.
A Cesarino Monti, morto il 22 luglio 2012, senatore ed esponente della Lega Nord, è stata dedicata la piazza davanti al palazzo municipale di Lazzate, il Comune brianzolo che aveva amministrato come sindaco per tre mandati.
"Promuoveremo un referendum per chiedere ai cittadini italiani l'abrogazione della figura del prefetto - ha spiegato , che è un'emanazione odiosa e antistorica ed è il simbolo di tutto quello che non va". Per quanto riguarda il recente provvedimento del ministero per l'Integrazione sui concorsi pubblici, Salvini ha aggiunto che "ora se non sei cittadino italiano hai gli stessi diritti e alcuni doveri in meno rispetto a noi". Per questo la Lega Nord, ha concluso Salvini "promuoverà un referendum per cancellare il provvedimento del ministro per l'Integrazione" Cecile Kyenge.
A Cesarino Monti, morto il 22 luglio 2012, senatore ed esponente della Lega Nord, è stata dedicata la piazza davanti al palazzo municipale di Lazzate, il Comune brianzolo che aveva amministrato come sindaco per tre mandati.
Ribery, la famiglia e l'Islam
MONACO
DI BAVIERA - Il miglior giocatore del mondo nel 2013,
francese, musulmano, Bilal Franck Ribery del Bayern Monaco, ha
rivelato che l'Islam lo ha rafforzato, facendo di lui un giocatore più
responsabile e un buon padre di famiglia.
"La
religione è una questione mia personale. Sono un credente musulmano, e da quando mi sono
convertito all'Islam, sono diventato più forte, mi sono
rafforzato mentalmente e fisicamente", ha detto Ribery al World Bullettin Sabato, 26 ottobre.
"La religione non ha cambiato la mia personalità e la mia percezione del mondo", ha sottolineato.
Il
centrocampista del Bayern Monaco si crede sia tornato all'Islam nel
2006, dopo aver sposato una donna musulmana di origine marocchina.
Anche
se raramente parla della sua fede, Ribery ha recentemente detto alla rivista Le
Paris Match che si sente "sicuro" con l'Islam.
Il giocatore trentenne Ribery è stato nominato il miglior giocatore in Europa
nella stagione 2012/13 lo scorso agosto, battendo Lionel Messi del
Barcellona e Cristiano Ronaldo del Real Madrid .
Egli
è tra i contendenti insieme a Lionel Messi del Barcellona e Cristiano Ronaldo del Real
Madrid , a vincere il Pallone d'Oro il 13 gennaio 2014.
Il
sogno del giocatore musulmano è quello di vincere molti trofei e campionati, ma il sogno più grande è quello di vincere il titolo di Coppa del
Mondo.
"Ho più esperienza adesso che ho vinto la Champions League mi rimane la Coppa del Mondo . Che è il mio sogno", dice.
Egli ha anche elogiato la vittoria storica per la Bosnia-Erzegovina.
Ci sono quasi sei milioni di musulmani in Francia, il numero più grande d'Europa.
Offrendo
un modello per i giovani, francesi musulmani, il calciatore Franck Ribery
ha aperto un bar, chiamandolo "O'Shahiz", prendendo il nome dalle due figlie di Ribery Shahinez e Hizya, e al suo interno interno non si vendono e non si servono alcolici ma solo succhi di frutta.
venerdì 25 ottobre 2013
Vicenza, uccide il genero per impedire rito islamico del Sacrificio
Di origine yemenita, l'uomo voleva far assistere i bimbi piccoli all'uccisione di un agnello e il suocero gli ha sparato
Un uomo di origini napoletane e residente a Vicenza ha ucciso il genero, Haidar Rohay Ahmaed Al-Tawil con un colpo di pistola al torace. Nel giorno del rito islamico del Sacrificio la vittima, Al-Tawil, di origine yemenita, voleva far assistere i due figli, ancora molto piccoli, all'uccisione di un agnello secondo la tradizione del suo Paese. Il suocero per impedirglielo gli ha sparato uccidendolo.
La discussione è presto degenerata in una furiosa lite culminata con un
colpo di pistola sparato in pieno petto al parente 29enne. A quel punto
Salvatore Cipoletta, 53 anni, si è allontanato, è entrato in un bar e ha
detto alla barista di chiamare i carabinieri. Quando i militari sono
arrivati, si è consegnato senza problemi.
Per i musulmani nel
giorno della Festa del sacrificio di Abramo si usa celebrare sgozzando
un montone, o un agnello. Un rito che in Italia è di norma riservato ad
alcuni centri autorizzati. Ma Haidar voleva farlo in casa, nel garage
adiacente all'abitazione. E qui è scoppiata la lite: il suocero si è
opposto in tutti i modi alla possibilità che i due nipoti assistessero a
un atto che riteneva troppo violento. La discussione si è infiammata
fino ad arrivare allo scontro fisico, con la moglie-figlia impotente
davanti all'alterco. L'omicida si era quindi allontanato in auto per poi
tornare sul posto, armato, e compiere il delitto.
Quando sono
giunti i soccorsi, l'auto con lo sparatore non c'era più e il corpo
della vittima era in una pozza di sangue tra i due alberi all'altezza
del cancello. L'omicida era poco distante in un bar dove si era fermato
subito dopo aver gettato la pistola a lato strada. Disperato, ha chiesto
alla barista di chiamare i carabinieri. I militari lo hanno arrestato e
recuperato anche l'arma del delitto. (tgcom24)
Brunei : Applicare la legge islamica
Bandar
Seri Begawan - Il regno islamico del Brunei ha annunciato la sua
intenzione di applicare la Shari `ah nel proprio codice penale il
prossimo anno.
"Per grazia di Allah, con l'entrata in vigore di tale normativa, il nostro dovere verso Allah è stato pertanto adempiuto," ha detto il sultano Hassanal Bolkiah che è stato citato dall'Agenzia France Presse (AFP) Martedì, 22 ottobre.
Dopo anni di preparativi, il sultano Bolkiah ha annunciato che nel Brunei la Shari'ah sarà applicata a partire da aprile 2014.
La nuova legge potrebbe includere la lapidazione per adulterio, il taglio degli arti per furto, e la fustigazione per violazioni che vanno dall'aborto al consumo di alcol, l'AFP ha citato una copia del codice.
"E 'a causa del nostro bisogno che Allah l'Onnipotente, in tutta la sua generosità, ha creato leggi per noi, in modo che possiamo utilizzarle per ottenere giustizia", ha detto il sultano, che ricopre anche la carica di primo ministro, secondo Reuters.
Definendola una forma di 'linee guida speciale' da parte di Allah, il sultano ha detto che il nuovo codice farebbe 'parte della grande storia' del Brunei.
L'ufficio del procuratore generale, per rassicurare i cittadini preoccupati, ha detto che l'applicazione della Shari`ah richiederebbe prove inconfutabili per i crimini, e le punizioni sarebbero a discrezione dei giudici.
Il Sultanato del Brunei ha una popolazione di meno di mezzo milione di abitanti, principalmente di origine malese, e il 90% di loro sono musulmani.
Per più di 14 secoli i musulmani hanno fatto ricorso alla Shari `ah come mezzo per governare le loro vite fino a quando le forze di occupazione occidentali invasero le terre musulmane.
Ci sono chiare hudud stabilite dal Corano come detto sopra, per quanto riguarda qisaas, qadhf, hirabah, e il furto.
Ci sono anche gli Zanni, che sono stati stabiliti dalla Sunnah, come ad esempio la pena per bere vino.
La Shari `ah governa i problemi nella vita dei musulmani, dalle preghiere quotidiane e il digiuno, fino alle controversie finanziarie in caso di eredità coniugale.
"Per grazia di Allah, con l'entrata in vigore di tale normativa, il nostro dovere verso Allah è stato pertanto adempiuto," ha detto il sultano Hassanal Bolkiah che è stato citato dall'Agenzia France Presse (AFP) Martedì, 22 ottobre.
Dopo anni di preparativi, il sultano Bolkiah ha annunciato che nel Brunei la Shari'ah sarà applicata a partire da aprile 2014.
La nuova legge potrebbe includere la lapidazione per adulterio, il taglio degli arti per furto, e la fustigazione per violazioni che vanno dall'aborto al consumo di alcol, l'AFP ha citato una copia del codice.
"E 'a causa del nostro bisogno che Allah l'Onnipotente, in tutta la sua generosità, ha creato leggi per noi, in modo che possiamo utilizzarle per ottenere giustizia", ha detto il sultano, che ricopre anche la carica di primo ministro, secondo Reuters.
Definendola una forma di 'linee guida speciale' da parte di Allah, il sultano ha detto che il nuovo codice farebbe 'parte della grande storia' del Brunei.
L'ufficio del procuratore generale, per rassicurare i cittadini preoccupati, ha detto che l'applicazione della Shari`ah richiederebbe prove inconfutabili per i crimini, e le punizioni sarebbero a discrezione dei giudici.
Il Sultanato del Brunei ha una popolazione di meno di mezzo milione di abitanti, principalmente di origine malese, e il 90% di loro sono musulmani.
Per più di 14 secoli i musulmani hanno fatto ricorso alla Shari `ah come mezzo per governare le loro vite fino a quando le forze di occupazione occidentali invasero le terre musulmane.
Ci sono chiare hudud stabilite dal Corano come detto sopra, per quanto riguarda qisaas, qadhf, hirabah, e il furto.
Ci sono anche gli Zanni, che sono stati stabiliti dalla Sunnah, come ad esempio la pena per bere vino.
La Shari `ah governa i problemi nella vita dei musulmani, dalle preghiere quotidiane e il digiuno, fino alle controversie finanziarie in caso di eredità coniugale.
Obama ha mentito, a Guantanamo si tortura ancora
Denuncia di un avvocato di un presunto terrorista basata su documenti
medici "Top Secret". La replica della Casa Bianca: «Come si permette a
rivelare segreti di Stato».
A Guantanamo si tortura ancora. Lo ha affermato James Connell, avvocato di Ammar al Baluchi, detenuto a Camp Delta. Eppure, quando il presidente Usa, Barak Obama, ha detto che il carcere speciale di Guantanamo non poteva essere chiuso, aveva almeno assicurato (con una legge) che la tortura gli Stati Uniti non l'avrebbero più praticata.
Connell basa le sue accuse (oltre che sulla testimonianza del suo cliente) su due documenti medici, classificati "Top Secret".
Immediata la risposta del direttore del ministero della Giustizia Clay Trivett: «Connell ha parlato a sproposito. Non aveva diritto di dire quello che ha detto, perché il suo assistito è accusato di essere un terrorista, e quindi sottoposto a regime speciale, protetto dal segreto di Stato».
L'Amministrazione Obama ha confermato la segretezza di tutti gli interrogatori praticati a Guantanamo, dei metodi utilizzati dalla Cia e sulle prigioni off-shore, che si trovano sulle navi militari statunitensi, ancorate in acque internazionali.
Ammar al Baluchi è cittadino yemenita. È stato arrestato in Pakistan il 29 aprile 2003 e detenuto illegalmente e torturato in una prigione segreta della Cia per più di due anni. È stato trasferito il 6 settembre 2006 a Guantanamo , dove è detenuto illegalmente da sette anni.
Secondo l'accusa, Ammar al Baluchi avrebbe comprato i biglietti aerei dei dirottatori dell'11 settembre, fornendo loro informazioni sulla vita negli Stati Uniti per i dirottatori.
Fonte
A Guantanamo si tortura ancora. Lo ha affermato James Connell, avvocato di Ammar al Baluchi, detenuto a Camp Delta. Eppure, quando il presidente Usa, Barak Obama, ha detto che il carcere speciale di Guantanamo non poteva essere chiuso, aveva almeno assicurato (con una legge) che la tortura gli Stati Uniti non l'avrebbero più praticata.
Connell basa le sue accuse (oltre che sulla testimonianza del suo cliente) su due documenti medici, classificati "Top Secret".
Immediata la risposta del direttore del ministero della Giustizia Clay Trivett: «Connell ha parlato a sproposito. Non aveva diritto di dire quello che ha detto, perché il suo assistito è accusato di essere un terrorista, e quindi sottoposto a regime speciale, protetto dal segreto di Stato».
L'Amministrazione Obama ha confermato la segretezza di tutti gli interrogatori praticati a Guantanamo, dei metodi utilizzati dalla Cia e sulle prigioni off-shore, che si trovano sulle navi militari statunitensi, ancorate in acque internazionali.
Ammar al Baluchi è cittadino yemenita. È stato arrestato in Pakistan il 29 aprile 2003 e detenuto illegalmente e torturato in una prigione segreta della Cia per più di due anni. È stato trasferito il 6 settembre 2006 a Guantanamo , dove è detenuto illegalmente da sette anni.
Secondo l'accusa, Ammar al Baluchi avrebbe comprato i biglietti aerei dei dirottatori dell'11 settembre, fornendo loro informazioni sulla vita negli Stati Uniti per i dirottatori.
Fonte
Turchia : La prima mosche nel rispetto dell'ambiente
Sorgerà a Bursa, nell’ovest del Paese, la prima moschea ‘verde’ della
Turchia, che coniugherà fede ambiente, producendo energia elettrica da
fonti rinnovabili. L’annuncio arriva dall’architetto che costruirà
l’edificio, Celik Erengezgin, il quale sostiene che la moschea, che sarà
completata nel 2015, rappresenterà un esempio per altri edifici
religiosi.
Il tetto sarà coperto da pannelli solari e una pala eolica verrà installata sul minareto. Inoltre pioggia e neve verranno raccolte per le le necessità idriche dei fedeli. Secondo Erengezgin, la moschea produrrà energia che potrà essere messa in vendita. “La moschea produrrà 120 chilowatt di energia e ne consumerà solo 50. Il resto potrà essere venduto allo stato” ha detto a Hurriyet.
Accoglienza positiva al progetto è stata data del Dipartimento affari religiosi di Ankara, giura Erengezgin, che mira anche a produrre elettricità anche con la pressione esercitata dai fedeli sui tappeti durante la preghiera. Produzione che non rientra nell’attuale processo, ma che potrà essere realizzata in un secondo tempo, precisa l’architetto. “Diremo ai fedeli: poeter ricarcare qui i vostri cellulari, perchè avete prodotto l’energi necessaria, pregando”.
Ates Ugurel, partner di iRES Energy, sostiene che bastano 80 moschee turche opportunamente attrezzate per produrre 400 megawatt di energia rinnovabile. “Una cifra molto vicina ai 600 megawatt di energia solare che saranno autorizzati quest’anno”.
Il tetto sarà coperto da pannelli solari e una pala eolica verrà installata sul minareto. Inoltre pioggia e neve verranno raccolte per le le necessità idriche dei fedeli. Secondo Erengezgin, la moschea produrrà energia che potrà essere messa in vendita. “La moschea produrrà 120 chilowatt di energia e ne consumerà solo 50. Il resto potrà essere venduto allo stato” ha detto a Hurriyet.
Accoglienza positiva al progetto è stata data del Dipartimento affari religiosi di Ankara, giura Erengezgin, che mira anche a produrre elettricità anche con la pressione esercitata dai fedeli sui tappeti durante la preghiera. Produzione che non rientra nell’attuale processo, ma che potrà essere realizzata in un secondo tempo, precisa l’architetto. “Diremo ai fedeli: poeter ricarcare qui i vostri cellulari, perchè avete prodotto l’energi necessaria, pregando”.
Ates Ugurel, partner di iRES Energy, sostiene che bastano 80 moschee turche opportunamente attrezzate per produrre 400 megawatt di energia rinnovabile. “Una cifra molto vicina ai 600 megawatt di energia solare che saranno autorizzati quest’anno”.
Russia: Attacco a una moschea
Volgograd - Una moshea è stata incendita nella provincia meridionale russa di Volgograd,
un uomo di cui ancora non ancora identificato, ha gettato una molotov attraverso la finestra giovedì.
"Verso le 02:00 della notte di Giovedi, uno sconosciuto ha gettato una bottiglia riempita con una sostanza non ancora identificata, attraverso una finestra al piano terra di una moschea situata a Voroshilovsky nel distretto di Volgograd," lo ha reso noto il Ministero degli Interni, attraverso un comunicato stampa citato da Interfax News Agency il 24 ottobre.
La polizia ha aggiunto che è in corso una indagine penale, per distruzione intenzionale o danneggiamento di proprietà attraverso incendio doloso, nel tentativo di identificare l'uomo che ha cercato di dare fuoco alla moschea.
Gli attacchi hanno avuto luogo pochi giorni dopo che una presunta militante islamista del Caucaso del Nord Repubblica del Daghestan si è fatta esplodere all'interno di un autobus a Volgograd il 21 ottobre.
Sei uomini e una donna sono stati uccisi e diverse persomne sono rimaste ferite nell'attacco.
L'attacco alla moschea di Volgograd non è il primo episodio spiacevole indirizzato contro i musulmani questa settimana.
Due giorni fa, un altro attacco molotov ha preso di mira un centro islamico adibito a moschea.
L'Islam è la seconda religione in Russia, e rappresenta circa il 15 per cento della sua popolazione su un totale di 145 milioni di abitanti prevalentemente ortodossi.
La Federazione russa è la patria di circa 23 milioni di musulmani nel nord del Caucaso e nelle Repubbliche a sud della Cecenia, Inguscezia e Daghestan.
un uomo di cui ancora non ancora identificato, ha gettato una molotov attraverso la finestra giovedì.
"Verso le 02:00 della notte di Giovedi, uno sconosciuto ha gettato una bottiglia riempita con una sostanza non ancora identificata, attraverso una finestra al piano terra di una moschea situata a Voroshilovsky nel distretto di Volgograd," lo ha reso noto il Ministero degli Interni, attraverso un comunicato stampa citato da Interfax News Agency il 24 ottobre.
La polizia ha aggiunto che è in corso una indagine penale, per distruzione intenzionale o danneggiamento di proprietà attraverso incendio doloso, nel tentativo di identificare l'uomo che ha cercato di dare fuoco alla moschea.
Gli attacchi hanno avuto luogo pochi giorni dopo che una presunta militante islamista del Caucaso del Nord Repubblica del Daghestan si è fatta esplodere all'interno di un autobus a Volgograd il 21 ottobre.
Sei uomini e una donna sono stati uccisi e diverse persomne sono rimaste ferite nell'attacco.
L'attacco alla moschea di Volgograd non è il primo episodio spiacevole indirizzato contro i musulmani questa settimana.
Due giorni fa, un altro attacco molotov ha preso di mira un centro islamico adibito a moschea.
L'Islam è la seconda religione in Russia, e rappresenta circa il 15 per cento della sua popolazione su un totale di 145 milioni di abitanti prevalentemente ortodossi.
La Federazione russa è la patria di circa 23 milioni di musulmani nel nord del Caucaso e nelle Repubbliche a sud della Cecenia, Inguscezia e Daghestan.
Islam: domani apre nuova moschea in provincia di Siena
Siena, 24 ott. - (Adnkronos) - E' nata una moschea in provincia di
Siena. Domani, venerdì 25 ottobre, alle ore 11, la nuova sede del
centro culturale islamico di Colle di Val d'Elsa aprirà le sue porte a
tutti, con il saluto del presidente dell'associazione Comunità dei
Musulmani di Siena e provincia, Feras Jebareen, dell'imam della comunità
islamica di Firenze e presidente dell'Ucoii (Unione delle comunità
islayuo pmiche d'Italia), Izzeddin Elzir e del sindaco di Colle di Val
d'Elsa, Paolo Brogioni. Alla giornata inaugurale della nuova sede del
centro culturale islamico sono state invitate autorità civili e
religiose a livello locale, provinciale e regionale.
L'apertura ufficiale della nuova sede del centro culturale islamico - la cui costruzione ha suscitato dibattiti negli ultimi dieci anni e in particolare a partire dalla sua costruzione, nel 2006 - sarà anche l'occasione per presentare gli otto membri del Comitato scientifico di garanzia, nominati in maniera paritetica dalla Comunità dei Musulmani di Siena e provincia e dall'amministrazione comunale colligiana.
Il Comitato avrà il compito di proporre, gestire e coordinare le diverse iniziative ospitate all'interno del centro in un'ottica di interculturalità e conoscenza reciproca, nel rispetto del protocollo d'intesa siglato nel dicembre del 2004 fra l'Associazione comunità dei musulmani di Siena e provincia e il Comune di Colle di Val d'Elsa per una gestione condivisa della struttura
L'apertura ufficiale della nuova sede del centro culturale islamico - la cui costruzione ha suscitato dibattiti negli ultimi dieci anni e in particolare a partire dalla sua costruzione, nel 2006 - sarà anche l'occasione per presentare gli otto membri del Comitato scientifico di garanzia, nominati in maniera paritetica dalla Comunità dei Musulmani di Siena e provincia e dall'amministrazione comunale colligiana.
Il Comitato avrà il compito di proporre, gestire e coordinare le diverse iniziative ospitate all'interno del centro in un'ottica di interculturalità e conoscenza reciproca, nel rispetto del protocollo d'intesa siglato nel dicembre del 2004 fra l'Associazione comunità dei musulmani di Siena e provincia e il Comune di Colle di Val d'Elsa per una gestione condivisa della struttura
Inghilterra, la chiesa intitolata a San Pietro diventa moschea
Uno studio indipendente illumina gli effetti della secolarizzazione: islamici e atei crescono, cristiani in declino. I dati
La chiesa di San Pietro su Waterloo Road, a Cobridge, esisteva dal XVIII secolo. Era uno dei simboli del cattolicesimo anglosassone. La chiesa a luglio ha chiuso e al suo posto adesso sorgerà la moschea Madina. L’arcidiocesi di Birmingham l’ha venduta alla comunità islamica, che ha fatto l’offerta più generosa quando la chiesa è stata messa in vendita.“La parrocchia di Cobridge ha una lunga storia, ma negli ultimi tempi il numero dei cattolici che vivono nella zona si è ridotto a tal punto che coloro che frequentano la messa in San Pietro non erano semplicemente più in grado di avere un sacerdote e gli edifici ecclesiastici”, ha detto l’arcivescovado in una conversazione con il Times. “La chiesa è stata messa in vendita sul mercato aperto. Sono pervenute un numero di offerte la comunità musulmana ha fatto l’offerta migliore”.
Gli esperti parlano di un declino della cristianità nel Regno Unito tale che si sta raggiungendo il “punto di non ritorno”. Lo studio accademico indipendente, intitolato “Intergenerational transmission of islam in England and Wales: evidence from the Citizenship Survey”, analizza la secolarizzazione del Regno Unito alla luce dell’appartenenza religiosa. Risultato? “Il 77 per cento dei musulmani praticanti ha successo nel passare la fede alla generazione successiva, contro il 29 per cento dei cristiani”.
A causa della scarsa partecipazione, 18 mila chiese inglesi saranno costrette a chiudere e i cristiani come gruppo religioso saranno minoranza nel 2018. Lo studio “Religious Trends” evoca uno scenario da eclissi del cristianesimo: i frequentatori di chiese anglicane, cattoliche o di altre denominazioni cristiane nel Regno Unito stanno diminuendo a una tale velocità che entro una generazione il loro numero sarà “tre volte inferiore a quello dei musulmani che vanno regolarmente in moschea di venerdì”. L’Inghilterra si avvia a diventare un paese meno cristiano, più islamizzante e più ateo. Effetti della secolarizzazione. (Il foglio)
Il futuro sindaco di New York vuole vacanze scolastiche per le festività islamiche
Egli ha infatti espresso sostegno all'introduzione delle festività islamiche nel calendario scolastico.
Questa dichiarazione è arrivata come una boccata d'ossigeno per la popolazione musulmana troppo spesso denigrata dopo i fatti dell'11 settembre 2001.
Bill de Blasio, candidato democratico come sindaco di New York, sta cercando quindi il sostegno della comunità musulmana, dopo aver detto mercoledì scorso :
« Dobbiamo rispettare la fede di tutti in questa città. Ecco perché dobbiamo rispettare i musulmani, introducendo le vacanze nelle nostre scuole » e non solo lui, anche il candidato repubblicano, ha dimostrato particolare interesse verso le esigenze della comunità islamica.
La quota di allievi musulmani della città è salita del 13%! È quindi naturale che questi ottengano gli stessi diritti dei loro coetanei. Con questi numeri, possiamo capire perché l'elettorato musulmano è sotto l'attenzione di molti candidati quest'anno.
L’11 settembre e l’Operazione Gladio
“Più grosso del Watergate”: incontri ‘regolari’ degli USA con i
leader di Al-Qa’ida, documentate operazioni terroristiche sotto falsa
bandiera condotte dalla Casa Bianca, allo scopo di trasformare le
persone ‘in pecore’.
Il padre di una vittima delle Torri Gemelle ci dice perché
sostiene la campagna del movimento per la verità sull’11 settembre che
in questo mese viene esposta a Times Square e in altre parti del mondo.
Il calendario delle proteste per settembre.
Cerchiamo la verità nei fatti insieme a Bob Mc Ilvane, il cui figlio Bobby è stato ucciso nell’atrio della Torre Nord; con il dottor Daniele Ganser, autore del libro “Gli eserciti segreti della NATO”; con Elizabeth Woodworth, di ‘Consensus 911’; con il co-direttore editoriale del ‘Journal of 9/11 Studies’, il dottor Graeme Mac Queen; con il dottor Kevin Barrett, autore del libro “Questioning the War of Terror”; con l’ingegnere civile Jon Cole, di ‘Architects and Engineers for 9/11 Truth’; e con Rachel Maddow, conduttrice di “The Rachel Maddow Show”.
Trascrizione del video, trasmesso da RT in data 8 settembre 2013:
RT: Sono Daniel Bushell. Alti funzionari
dicono che la Casa Bianca stia dietro il terrorismo contro la stessa
popolazione americana, e nuove prove sull’11 settembre, restate con noi.
Voce fuori campo.
Ex funzionari dell’amministrazione hanno parlato degli incontri di funzionari americani con il vertice di Al-Qa’ida
Si mostra un’immagine del WTC 7 a Times Square
E il padre di una vittima delle Twin Towers ci racconta cosa significa essere attaccati dai media del mainstream.
RT: Per decenni, atti di terrorismo di cui si è
attribuita la responsabilità ad “estremisti” sono stati in realtà
pianificati e finanziati dalla Casa Bianca. Questo è quanto affermano
alti funzionari del Governo e della CIA. La campagna nota come Gladio,
secondo l’ex capo della CIA Bill Colby, è “un’operazione di primaria
importanza”.
Nel corso di una testimonianza sotto giuramento, uno dei
cospiratori ha confessato: “tu devi attaccare i civili, la gente, le
donne, i bambini, lontano da qualunque gioco politico, in modo che le
autorità possano dichiarare uno stato di emergenza”.
Dottor Daniele Ganser, autore del libro “Gli eserciti segreti
della NATO”, molte grazie per essere qui con noi. Allora, i media del
mainstream non ne parlano, ma è ormai provato e ufficialmente
documentato che decenni di attacchi terroristici contro la popolazione
sono stati in realtà organizzati dalla CIA e dalla Casa Bianca.
Dr. Daniele Ganser: L’operazione Northwoods, e le
prove sull’operazione Gladio, oggi noi disponiamo dei dati. E grazie ai
dati, la gente comincia a capire che questo è effettivamente avvenuto,
ma c’è ancora un momento psicologico in cui è molto difficile credere
che queste cose stiano ancora accadendo, perché si tratta di cattive
notizie. Di fondo, tutto questo significa che il terrorismo può essere
manipolato al fine di prendere il controllo della popolazione, e di
guidarla come se fosse un gregge di pecore, letteralmente. E se qualcuno
ti dice che sei una pecora, che ti hanno ingannato e manipolato con
operazioni terroristiche sotto falsa bandiera, bene, si tratta di cose
che nessuno davvero vuole sentirsi dire.
RT: Continuiamo ad imbatterci in questo termine: “strategia della tensione”, da parte della Casa Bianca. Qual è il suo significato?
Ganser: Strategia della tensione in realtà
significa che tu fai esplodere una bomba, e dici che è stato il tuo
nemico a farlo. Le prove di cui oggi disponiamo ci dicono che questa
strategia non è finita, e sta andando avanti ancora oggi.
RT: “Più grosso del Watergate”, ha detto
Dennis Saccher, dell’FBI, a proposito del supporto che gli USA hanno
dato ai leader di Al-Qa’ida fino al 2001, e Veterans Today scrive che la
cosa va avanti ancora oggi.
L’ex funzionario dissidente dell’FBI Siebel Edmonds ha svelato
la verità su gli “innumerevoli meeting” in cui, regolarmente,
rappresentanti del Governo USA e l’allora numero due di Al-Qua’ida, oggi
il suo leader, Ayman Al-Zawahiri, si incontravano fino a poco prima del
settembre 2001.
Luglio 2001: Agenti dell’FBI che stavano indagando sugli
attentatori dell’11 settembre sono stati esclusi dalle indagini, e
minacciati di procedimento disciplinare.
Nell’estate del 2001, dopo che alcuni agenti avevano arrestato
Mohammed Khalifa, direttamente collegato al terrorista Ramzi Yousef,
nella lista dei terroristi più ricercati dagli USA, il Segretario di
Stato in persona intervenne perché Khalifa fosse immediatamente
trasferito in Arabia Saudita, e rilasciato.
Il Dottor Kevin Barrett è l’autore del libro “Questioning the
War on Terror”. E’ un piacere incontrarla. Quindi, in realtà abbiamo dei
leader che ammettono che questi terroristi sono solo degli strumenti…
Kevin Barrett: E questo è esattamente quel che è
in realtà Al-Qa’ida. E’ il burattino delle agenzie di intelligence
dell’Occidente. Lo abbiamo sentito dire da Mohamed Heikal, che è il più
importante commentatore politico del mondo arabo, e che ci ha detto,
immediatamente dopo l’11 settembre, che la storia ufficiale degli
attentati alle torri era ridicola. Heikal ha detto che quando lui era ai
più alti livelli di governo in Europa, era la persona che aveva il
compito, essenzialmente, di operare come infiltrato e dirigere,
virtualmente, la cosiddetta Al-Qa’ida. Ci ha detto che Al-Qa’ida è piena
di gente dell’intelligence saudita, americana, israeliana e
naturalmente egiziana, e che come organizzazione terroristica, da sola,
non sarebbe in grado di fare praticamente nulla.
Nafeez Ahmed, uno dei più importanti studiosi di
terrorismo, ci ha parlato di un incidente avvenuto in Turchia – credo
poco prima dell’11 settembre. Uno che si riteneva fosse un importante
comandante di Al-Qa’ida era stato arrestato in Turchia, e le guardie
della prigione, che erano musulmane, avevano notato che non pregava e
che aveva chiesto di mangiare carne di maiale. Così, gli dicono
“pensavamo che tu fossi un musulmano integralista”, e lui si mette a
ridere, e dice “no, è solo una strategia della tensione”.
RT: l’11 settembre di quest’anno, i più
importanti fisici, piloti, ingegneri, appoggiano i parenti delle vittime
nella lotta contro il muro di silenzio dei media del mainstream.
Una grande insegna a Times Square e in molti altri posti del
paese sfida il fatto che la maggior parte degli Americani non sappia che
l’11 settembre un terzo grattacielo, che non fu colpito da alcun aereo, ècrollato collassando in caduta libera come le due torri.
Alle 5 e venti del pomeriggio, il WTC 7 improvvisamente, ordinatamente e simmetricamente, si è sgonfiato come un pancake.
Video “ReThink911”:
Roland Angle, ingegnere strutturale civile: Questa è fisica di alta scuola.
Jonathan Smolens, ingegnere strutturale: Un
edificio non può collassare in caduta libera con quarantamila tonnellate
di strutture di acciaio, e con tutti i suoi sistemi strutturali
interni, se non viene fatto esplodere con una demolizione controllata.
RT: La versione del Governo è che il fuoco
degli incendi sviluppatisi all’interno degli uffici ha fatto in modo che
l’acciaio delle 84 colonne si indebolisse e cedesse allo stesso
momento, ma ci sono altre versioni.
Jon Cole, uno delle migliaia di esperti indipendenti che fanno
parte di Architects and Engineers for 9/11 Truth, grazie di essere con
noi. Allora, chi è stato?
Jon Cole: Chi non è stato sono i diciannove
dirottatori che si dice abbiano dirottato gli aerei. È impossibile che
quell’acciaio possa essere stato fuso dagli incendi degli uffici, o dal
carburante degli aerei, o dal collasso stesso. È fisicamente
impossibile, non può essere riprodotto in via sperimentale. Sfida le
leggi della fisica.
Se mettiamo da parte la politica, le nostre credenze e la
religione, e ci limitiamo ad utilizzare il metodo scientifico, il WTC 7
è, di base, un classico caso di demolizione controllata in cui un
edificio collassa su se stesso in caduta libera, e precipita dritto
dritto sulla propria superficie di appoggio.
Questa è l’unica spiegazione che possa essere coerente con tutte le
prove disponibili: la nano-termite, le microsfere di ferro, le alte
temperature rilevate nelle macerie, la caduta libera, l’accelerazione
uniforme delle torri, che sono venute giù con velocità costante e
uniforme, senza strattoni o scatti neanche quando le parti superiori
cedevano su quelle sottostanti. Se non ci sono variazioni nella velocità
di caduta, la ragione non può che essere che qualcosa, all’interno, ha
fatto esplodere le torri, permettendo di accelerare uniformemente verso
il basso.
L’unica cosa che ha senso, dal punto di vista scientifico, è che le torri sono state fatte esplodere.
RT: Jon ha fatto una parodia dei siti del
mainstream National Geographics e Popular Mechanics, che hanno tentato
disperatamente di dimostrare come 80 kg di nano-termite militare non
avrebbero potuto spezzare le colonne d’acciaio della struttura delle
torri. Jon lo ha fatto, usandone appena mezzo chilo.
La nota ricercatrice Elizabeth Woodworth ci è venuta in aiuto
dal gruppo “Consensus 911”, e ci conferma che il loro metodo è quello di
utilizzare le migliori pratiche della comunità scientifica, e il più
rigoroso processo di revisione accademica. Grazie per essere qui con
noi. C’è un consenso assai elevato, tra gli esperti, circa il fatto che
la versione del Governo non possa essere vera.
Elizabeth Woodworth: Abbiamo tra noi alcuni dei
più grandi esperti nel campo, persone che hanno prodotto studi e
pubblicazioni scientifiche oggetto dei consueti processi di revisione
accademica e, sì, questi studi esistono, ma non sono raccontati dai
media.
Se le persone sapessero di queste ricerche, e le conoscessero, le
troverebbero convincenti. Il Dottor Griffin ha detto che non ha mai
visto nessuno che abbia esaminato queste prove e che non abbia condiviso
le conclusioni dei nostri studi, senza mai cambiare più idea.
RT: Il vostro gruppo di lavoro ha già
conseguito il risultato di fare cambiare la versione ufficiale del
Governo, che oggi ammette che il WTC 7 sia collassato in caduta libera.
Elizabeth Woodwort: esatto, David Chandler è uno
straordinario sviluppatore di modelli, fa parte del nostro gruppo, e ha
lavorato a un modello che ha consentito di dimostrare che i piani
superiori sono precipitati senza incontrare alcuna resistenza. C’è un
solo modo in cui ciò possa accadere, ed è quello di far sì che tutte le
84 colonne portanti siano rotte allo stesso momento esatto.
RT: Il Dottor Graeme Mc Queen ha potuto avere
accesso ai dati del Corpo dei Vigili del Fuoco di New York registrati
nei giorni dell’attentato. Grazie per essere con noi. Non è mai stato
riportato dai media del mainstream, ma più di cento testimoni hanno
parlato di esplosioni che hanno fatto crollare le torri gemelle.
Dr. Graeme McQueen, ricerca testimoni: Abbiamo
quasi diecimila pagine di materiale importantissimo, che raccoglie le
dichiarazioni di testimoni oculari, e tra questi ho potuto individuare 118 persone che hanno distintamente percepito esplosioni.
Lei sa, abbiamo vigili del fuoco che hanno dimestichezza con
incendi ai piani alti, e che sono abituati a incontrare fumo,
esplosioni, caldaie, e tuttavia anche loro usano parole come “bombe”. Sono parole che non corrispondono alle cose che ci si aspetterebbe di trovare in un incendio.
RT: Bob Mc Ilvane ha chiesto di avere
risposte, per sapere perché l’autopsia del corpo di suo figlio Bobby ha
stabilito che le ferite mortali per cui è morto nella Torre Nord non
siano coerenti con le fiamme di un incendio, ma con gli esplosivi.
Eppure la conduttrice di un programma mainstream, Rachel
Maddow, di recente lo ha deriso dicendo che non solo è un
cospirazionista perché fa domande, ma ha anche tentato di metterlo in
relazione con la violenza e con Al-Qa’ida.
Rachel Maddow: Tutte queste nefande cospirazioni
su trame del Governo per uccidere, e complottare, e nascondere
l’autentica verità, voglio dire, questa roba sarà ridicola, come è
sempre stata, ma è tanto ridicola quanto pericolosa.
RT: Il padre di Bobby è qui con noi… Come si sente dopo aver prima perso suo figlio, e poi essere dipinto come il cattivo?
Bob Mc Ilvane: Mio figlio è morto, ed è morto a
causa di un’esplosione. Posso provarlo oltre ogni ragionevole dubbio. Ma
se volessi dimostrarlo in un’aula di giustizia, queste prove non
potrebbero essere accettate. E qui è il punto in cui abbiamo il nostro
problema: quando io dico, “bene, questo è stato un lavoro dall’interno,
mio figlio è morto per un lavoro sporco della nostra amministrazione,
perché qualcuno ha messo delle bombe e le ha fatte esplodere”.
Io vorrei farla sedere in questa stanza, e farle vedere quello che ho fatto vedere a voi, e poi le direi: “tu, brutta str***a, adesso dimmi che sono un teorico della cospirazione”
Questo veramente dimostra quanto faccia schifo il nostro sistema
dei media. Non voglio definirla una puttana, ma è una puttana
dell’informazione. Guadagna più di un milione di dollari, e dice quello
che le ordinano di dire.
Una giornalista dell’area di Philadelphia è stata molto franca con
me. Mi ha detto, “Lo sai bene Bob, come reporter, io sono il problema,
perché noi perdiamo il posto. Se io porto questa piccola cosa che tu mi
hai appena detto al mio caporedattore, lui la cestinerà immediatamente.
Quindi ti dico molto chiaramente che io non posso prendere la tua storia
e scriverla”.
I padroni dei media non lo permetterebbero.
La stampa non ne parla, punto, perché parlarne significherebbe mettere un piccolo dubbio nella testa delle persone.
RT: Di chi è la colpa di tutto questo?
McIlvane:Il popolo degli Stati Uniti ha le sue
responsabilità, perché la gente vuole solo credere e sentirsi dire che
siamo brava gente, che siamo un paese eccezionale, ed è proprio questo
che fa il Governo, è molto machiavellico. E ora abbiamo la nostra Guerra
al Terrore senza fine.
Io so che cosa stanno passando queste persone in Iraq, Siria,
Libia, Afganistan, perché tutti loro stanno perdendo i loro bambini. E
alla fine, di questo si tratta – tutti stanno perdendo i propri
familiari. E’ inferno allo stato puro.
E questo è quanto, Daniel.
RT: Domani il Congresso voterà se bombardare
la Siria, l’ultima Guerra dell’era post-11 settembre. L’ex deputato
Kucinich ha detto che ora gli Stati Uniti diventeranno ufficialmente
l’aeronautica militare di Al-Qa’ida. Ma l’America ne ha avuto
abbastanza. Nove Americani su dieci sono contrari a questa invasione, la
più impopolare della storia. E a proposito dell’11 settembre, un
incredibile 84 per cento delle persone oggi dice che il Governo sta
mentendo.
Oggi disponiamo di precedenti documentati storicamente che
dimostrano come il governo sia pronto a commettere i peggiori crimini
contro la propria stessa popolazione.
Che cosa sia accaduto esattamente l’11 settembre potrà sempre
essere oggetto di discussione tra i cosiddetti cospirazionisti e le
autorità. Ma quel che è fuori discussione è che in occasione dell’11
settembre il mondo, ancora una volta, si unirà in raccoglimento per
piangere i quasi tremila innocenti che hanno perso la propria vita.
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