giovedì 30 maggio 2013

"Io, imam, assisto chi prega e spera"

"Io, imam, assisto chi prega e spera"

30/05/2013

Sheikh Samir Jelassi Radouan, franco tunisino, 40 anni, è l'imam della moschea di Viganello è stato intervistato tempo fa dal giornale "il Caffé" sul tema dei detenuti musulmani  poichè è il  primo religioso islamico formato in Europa, che assiste i detenuti islamici nel canton Ticino.

Lei fa l'imam nel carcere La Stampa? "Diciamo che da una parte garantisco l'assistenza spirituale ai detenuti di religione islamica e dall'altra li aiuto a reinserirsi nella società, nel momento in cui verranno scarcerati. Condivido questo ruolo con l' associazione "Comunità islamica in Ticino".
Guida anche la preghiera del venerdì dentro il carcere? "Non esiste ancora una figura di questo genere incaricata ufficialmente dallo Stato. Il fenomeno dell'Islam nelle carceri è nuovo per la Svizzera rispetto ad altri Paesi europei. I direttori delle carceri ed i rappresentanti dei musulmani stanno cercando soluzioni, ma non è facile. Penso che la questione vada discussa a livello nazionale fra il Forum islamico ed il governo".
 Lei con quale frequenza va in carcere? "Di solito faccio delle visite durante le festività islamiche come il Ramadan. Un altro appuntamento è quello del venerdì, anche se non posso ancora guidare ufficialmente la preghiera, ed infine su richiesta specifica dei detenuti".
Quanti sono i carcerati islamici in Ticino? "Questo è un cantone di passaggio quindi in certi momenti possono essere una cinquantina, in altri solo trenta o di meno". 
Ed in percentuale i detenuti islamici in Svizzera? "Secondo le ricerche sarebbero attorno al 30% a livello nazionale, ma in alcuni carceri superano il 50% ed in determinati periodi arrivano anche al 70%".
 E gli imam che lavorano con gli istituti detentivi? "Al momento siamo pochi, circa una ventina, ma lavoriamo con grande difficoltà all'interno delle carceri. Il problema è che ci troviamo di fronte ad un vuoto legislativo. Dobbiamo ricordarci che il carcere è una realtà dura, dove le sofferenze ed il rancore possono portare alcuni musulmani a distorcere l'interpretazione corretta dell'Islam, e trovarsi di conseguenza a sostenere visioni distorte oppure estremiste. Il ruolo di una guida spirituale e la libertà della pratica del culto sono fondamentali per impedire queste derive. In secondo luogo l'imam ti aiuta a capire che commettere crimini ha una conseguenza anche nell'aldilà, e non solo nella vita terrena".  
In Inghilterra, Spagna e Francia esiste il pericolo del radicalismo islamico nelle carceri. Qual è la situazione nella Confederazione? "Tutte le ricerche dimostrano che la comunità musulmana in Svizzera è ben integrata e pacifica. Dentro il carcere non ci sono particolari segnali d'allarme, ma il vuoto esiste e può essere riempito da interpretazioni non equilibrate della religione. Bisogna lavorare per prevenire. Se non interveniamo ci saranno problemi. Chi risponderà domani se uscirà dal carcere gente con ideologie distorte? È già capitato in altri Paesi, come la Francia".






Lo Staff

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