domenica 28 luglio 2013

Rabaa Adaweya - 27/7/2013 la testimonianza

 Rabaa Adaweya - 27/7/2013 la testimonianza

Mi diressi al Raba'a al-Adaweya sulle prime ore del 27 luglio, dopo aver sentito che il Ministero degli Interni aveva intenzione di rimuovere il sit-in. Ho pensato di recarmi  lì e documentare ciò che accade, aspettandomi il peggio, come quella volta  in cui le forze di sicurezza attaccarono i  manifestanti pro-Morsi alla Guardia presidenziale un paio di settimane fa.

 Quando ho raggiunto Nasr Street alle 02:15, il taxi era stato fermato da un cordone di polizia, costituito principalmente da forze speciali. Ci hanno chiesto di girare e andare oltre. Ho lasciato la cabina, e sono riuscito a raggiungere un secondo cordone più in alto su Nasr Street, vicino al Raba'a, dove ho visto molti volti noti, tra i tanti  giornalisti a cui  era stato anche impedito l'accesso. Quando sono arrivato, ho visto che gli scontri erano già iniziati, ma non potevo ancora capire che cosa aveva scatenato tutta quella violenza. Incapace di lavorare, ho camminato indietro e preso un altro taxi sperando che sarei riuscito ad entrare nel sit-in da un'altra parte, da al-Hay al-Saba'a.Un'ora più tardi, intorno a 3:00 sono arrivato a Rabaa, un sit-in nel quale ho avuto abbastanza familiarità,  a causa delle frequenti visite di lavoro, era chiaro che non era una notte normale. Alle 03:00, nessuno sembrava essere addormentato. Un uomo, dal palco col suo altoparlante e con voce chiara e scandita, sottolineava chiaramente che  tutti dovevano prepararsi ad aiutare i fratelli che si trovavano là fuori. La gente ha cominciato a creare delle corsie in mezzo alla folla brulicante. Prima che potessi nemmeno pensare perché facevano ciò, un ambulanza si è apparsa precipitosamente attraverso la corsia e la gente ha iniziato a urlare mentre un cadavere veniva scaricato dal retro.Cercavo di avvicinarsi agli scontri, su Nasr Street ma era buio.Il fumo bianco dei lacrimogeni si espandeva e gonfiava illuminato dalle luci lampeggianti delle ambulanze e delle moto che passavano a razzo, per la strada trasportando le vittime. C'era un rumore lontano ma continuo di armi da fuoco vivo. I sostenitori di Morsi cantavano Allahu Akbar, e gridavano  qualcosa contro i cecchini. Preoccupato per quanto stava accadendo di oscuro e pericoloso, sono tornato a Raba'a e mi sono diretto  verso l'ospedale di fortuna.All'ospedale è stato il caos. Alle 03:45 ho trovato la mia strada per ospedale, attraverso la massa di corpi e macchine fotografiche, stava diventando chiaro come la situazione era peggiorata in pochi minuti. Un medico mi ha detto che otto erano stati uccisi e oltre 500 feriti. Hanno provato a creare dei posti letto per le vittime in arrivo, ma ben presto si sono ritrovati a corto di spazio e hanno dovuto usare un'altra stanza. Nel corso della ore successive, ho visto almeno una trentina di casi di ferite da proiettile nel torace, gambe e testa. Pochi di loro ce l'hanno fatta.Poi alle 8 del mattino mi sono recato all'Obitorio, dove sono conservati i corpi, ed ho contato una ventina di uomini. Nella ia visita durata quaranta minuti, sono arrivate cinque nuove vittime, di cui uno che è stato considerato solo cerebralmente morto  è stato fatto tornare indietro alla clininca, lasciando il numero di morti che ho visto a ventiquattro. Almeno tre di loro erano irriconoscibili.Al sorgere del sole sopra Raba'a, la situazione sembrava più tranquilla alla testa del fronte. Mi diressi lì alle 6 del mattino, e ho notato i sostenitori di Morsi che  avevano creato tre linee di difesa con pareti fatte di mattoni, e stavano accovacciati dietro queste mura, mentre i proiettili volavano. Nel tempo che ho trascorso a Raba'a, ho visto che i sostenitori di Morsi  erano disarmati, avevano con se solo pietre e fuochi d'artificio, oltre ad occasionali lacrimogeni che ributtavano indietro alla polizia che li lanciava contro di loro. Mi sento in dovere, però, di non dubitare della possibilità che loro potessero essere  armati nella prima parte della notte, quando l'attacco è stato  più feroce e caotico.Gli infortuni su chi si è trovato in prima linea sono stati regolari e inevitabili.. Quasi ogni paio di minuti, un uomo è caduto. Nasr Street è una strada molto larga, il che rende impossibile sapere da dove arrivano le pallottole.. La sparatoria è stata indiscriminata e la polizia ha mostrato poco, se è il caso di dirlo, autocontrollo. Ho visto un uomo colpito nella  parte posteriore della sua testa e cadere morto, immediatamente, sul marciapiede su cui si trovava. Lui non era nemmeno vicino alle prime linee. E 'stato spaventoso.Ho notato che la polizia, era accompagnata  da civili armati che stavano dalla loro parte. Questi  civili sembravano un mix di residenti, che ho visto quando mi trovavo vicino al cordone di polizia, all'inizio della notte, così come quelli che sembravano essere teppisti pagati. Entrambi i civili e la polizia hanno sparato contro i  sostenitori di Morsi mentre mi trovavo lì. Impotenti, i sostenitori di Morsi per lo più hanno cercato di difendersi protegendosi dietro il muro e  lanciato pietre e fuochi d'artificio contro la polizia prima che uno è stato colpito e portato via. Questa immagine è stata trasmessa ripetutamente innumerevoli volte.Per quanto riguarda i militari, ho visto che non hanno preso parte durante l'assalto. Il loro coinvolgimento è stato solo occasionale e breve, quando i soldati come nel memoriale di Sadat hanno sparato colpi in aria,  sono riusciti a distanziare le due parti, prima che riprendessero di nuovo gli scontri.La mia conclusione in merito alla tragedia di Rabaa è che era chiaramente un attacco a senso unico, l'aggressione è stata ingiustificata, da parte della polizia che è stata accompagnata da civili armati, con il compiacimento da parte dei militari, che hanno fatto ben poco per fermare lo spagimento di sangue. Gli orrori della notte scorsa, come quello del massacro alla Guardia Repubblicana e come quelli di molte notti precedenti,  che durano ormai da troppo tempo,  stanno spezzando in due la nazione -  e il popolo che giorno dopo giorno, sta perdendo la sua umanità  trasformandosi in mostri. A livello personale, non posso che essere preoccupato, non vedo nessuna normalità nel dover lavorare intorno a sangue e cadaveri. Sembrava tutto così casuale e il mio distacco era inquietante. Mi sono reso conto che ho perso, come molti,   una grossa fetta di umanità lungo il cammino di questa rivoluzione autodistruttiva.

A questo link è possibile vedere le foto del report: http://www.flickr.com/photos/mosaaberising/sets/72157634814310842/

Lo Staff

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