sabato 13 luglio 2013

Manifestanti Pro-Morsi riempiono le strade del Cairo

Manifestanti Pro-Morsi riempiono le strade del Cairo

13/07/2013

IL CAIRO - Con una bandiera egiziana in una mano e una copia del Nobile Corano  nell'altra, migliaia di persone hanno riempito le piazze dell'Egitto sotto il sole cocente di Ramadan, Venerdì 12 luglio, per sostenere il deposto presidente Mohamed Morsi, organizzando anche un Iftar a piazza Tahrir.

"Continueremo a resistere. Resteremo uno o due mesi, o anche uno o due anni", ha detto Safwat Hegazi  alla folla, e riportato dall'agenzia  France Presse (AFP).

"Non ce ne andremo da qui fin quando il nostro presidente, Mohamed Morsi, non ritorna.

"Resteremo in piazza. Noi siamo rivoluzionari liberi e continueremo il nostro cammino », ha continuato.

Accampati fuori dalal moschea di Rabaa al-Adawiya del Cairo nel  quartiere Nasr City nel corso degli ultime due settimane, i sostenitori pro-Morsi hanno chiamato la gente a protestare in massa.

Le proteste, a cui si sono uniti migliaia di persone da tutti i governatorati egiziani, hanno chiesto il ripristino del primo presidente liberamente eletto in Egitto, elezioni politiche immediate, e un comitato per la sorveglianza del  piano di riconciliazione nazionale.

I manifestanti Pro-Morsi sono arrivati ​​da tutto il paese per unirsi in centinaia, già accampati presso la moschea di Rabaa al-Adawiya.

Altri sostenitori si sono uniti  alla manifestazione di massa svoltasi a piazza Nahda presso l'Università del Cairo e  il palazzo presidenziale Ittihadiya.

"Sono sicuro che Morsi tornerà alla sua posizione", ha detto Ibrahim Mohamed studente dalla provincia del Delta del Nilo di Sharqiya.

"Ogni ingiustizia ha una fine."

Rispetto alle centinaia di migliaia di sostenitori di Morsi a Rabaa, alcune decine di manifestanti si sono riuniti in piazza Tahrir, sotto un sole cocente di mezzogiorno, fermamente convinti che la folla li avrebbe raggiunti più tardi.

"E 'a causa del caldo e del Ramadan" ha dichiarato Gamal, 48 anni, all' AFP.

"Durante il giorno, le persone rimangono a casa, ma questa sera, la gente verrà a Tahrir."

Sottolineando la profonda divisione nelle  reazioni internazionali, la Germania ha chiesto il rilascio di Morsi, da svolgersi in un "luogo sicuro, per la sua sicurezza"

"Chiediamo di porre fine alle restrizioni sulla sorte di Morsi", ha detto un portavoce del ministero degli esteri tedesco ai giornalisti.

Il portavoce del ministero tedesco ha detto a un "istituto di fiducia", come il Comitato internazionale della Croce Rossa deve essere concesso di poter incontrare  Morsi.

"Noi siamo del parere che ogni apparenza di giustizia selettiva in Egitto deve essere evitata e non ci deve essere alcuna persecuzione politica", ha detto.

La nuova posizione tedesca arriva parallelamente a quella del dipartimento di stato degli Stati Uniti, che ha esortato la leadership egiziana a  fermare gli arresti "arbitrari" delle autorità e dei membri della Fratellanza musulmana, mettendo in guardia dall'essere contro il prendere di mira un gruppo in particolare.

Un portavoce del Dipartimento di Stato ha detto che gli arresti erano "non in linea con la riconciliazione nazionale", che il governo ad interim e i militari dicono di volere, aggiungendo infine che se avessero continuato su questa linea dura «è difficile che vedranno l'Egitto uscire da questa crisi".

Il capo delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon ha anche messo in guardia contro l'esclusione di qualsiasi parte dal processo politico.

La polizia sta dando la caccia al capo della Fratellanza, Mohammed Badie e anche ad altri alti dirigenti sospettati di incitamento alla violenza mortale.

Tuttavia, l'amministrazione degli Stati Uniti dice che sta esaminando se il golpe militare costituisce un colpo di Stato - poichè la legge statunitense vieta l'invio di aiuti a un paese il cui leader eletto viene deposto da un colpo di stato militare.

Il Portavoce della Casa Bianca, Jay Carney ha detto che l'amministrazione americana non ha ritenuto opportuno sospendere immediatamente gli aiuti all'Egitto.

Washington ha dovuto inviare quattro jet F-16  da combattimento in Egitto, ma non ha pubblicamente confermato che la consegna sarà portata a termine.

Lo Staff

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