Scoppia la protesta anche in Brasile
21/06/2013
La polizia di Salvador ha inondato di lacrimogeni decine di migliaia di persone che chiedevano scuole, sanità e servizi pubblici dignitosi, e lotta alla corruzione, scrive la giornalista Angela Lano che si trova sul posto.
"Quando i popoli si ribellano e vogliono giustizia, la reazione è sempre la stessa, in tutto il mondo: repressione."
"Mi chiedo: perché i media mainstream italiani non parlano di cosa sta succedendo in tutto il Brasile (Paese importante del BRICS), dove in oltre 100 città ci sono manifestazioni oceaniche per i diritti sociali di un intero popolo, mentre sulla Turchia ci hanno travolti con immagini della repressione del governo Erdogan?
Una rivolta è più degna di un'altra?
Eppure, tra le contestazioni in Brasile, promosse dalle classi medie e medio-basse e dai giovani, e quelle in Turchia, degli stessi ceti sociali, ci sono forti analogie e simili richieste.
Quella del Brasile è principalmente una rivolta delle classi medie, che con il boom economico hanno acquisto più forza e consapevolezza dei diritti sociali da rivendicare (libertà di espressione e manifestazione, partecipazione attiva alle scelte politiche e alle decisioni, sanità, scuola, servizi, ecc.). Niente a che vedere con altre rivolte, per esempio in Tunisia o Egitto.
Si sono lette "analisi" di tutti i tipi, sulla Turchia, alcune interessanti, altre davvero fantasiose, ma molte puramente astiose verso la componente "islamica" del potere turco.
Perché questi analisti ora non scrivono sulle proteste brasiliane? Perché non c'è un governo islamico contro cui prendersela?
Eppure qua il governo del PT (che aveva fatto un buon lavoro, per anni, ma che ora si è seduto a godersi il potere) rischia, il prossimo anno, di non essere più eletto. La rivolta non si fermerà così presto.
Lo Staff
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