L'appello del sindaco di Lampedusa all'Unione Europea
18/06/2013
" Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio
ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene
consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza."
L'appello del sindaco di Lampedusa all'Unione Europea, viene diffuso da radio3.rai.it
Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa
Eletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21
cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e
questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme
fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la
Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa
sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi
disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto
deve essere grande il cimitero della mia isola?
Non riesco a
comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale,
come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che
11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13
anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un
viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita.
Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è sempre
di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.
Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti,
sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il
Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di
una vera e propria guerra.
Sono sempre più convinta che la politica
europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo
per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone
il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io
credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa motivo di
vergogna e disonore.
In tutta questa tristissima pagina di storia
che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono
quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a
140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi,
come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le
velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a
Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle
motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i
nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque
territoriali libiche.
Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i
suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che
dà dignità di esseri umane a queste persone, che dà dignità al nostro
Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri,
allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni
annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come
se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza...firmato: Giusi Nicolini
Lo Staff
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