mercoledì 22 maggio 2013

Israele non permette all' Unesco di verificare condizioni dei siti storici

Israele non permette all' Unesco di verificare condizioni dei siti storici

22/05/2013

L'ennesimo riinvio da parte di Israele nel permettere all'Unesco di verificare condizioni dei siti storici ha fatto infuriare  l’Autorita’ nazionale palestinese (Anp) che ha denunciato l’accaduto con toni molto duri.

”Israele ha chiaramente avuto paura dell’ispezione”, ha detto Nemer Hammad, un consigliere del presidente palestinese Abu Mazen. ”Questa decisione esprime la tradizionale posizione di Israele, che non rispetta le organizzazioni internazionali”, ha rincarato la dose. Lo scorso aprile Israele, i palestinesi e l’Unesco avevano concordato di rimuovere dall’agenda della istituzione cinque risoluzioni ritenute ”anti-israeliane”. In cambio lo Stato ebraico accettava che una delegazione gli ispettori internazionali dell’agenzia culturale dell’Onu visitassero la Citta’ vecchia e vi esaminassero il livello di restauro e di conservazione di diversi siti.

”Si trattava – ha precisato la portavoce israeliana – di sei siti ebraici, sei cristiani, e sei musulmani”. Fra questi: la Porta dei Leoni; la zona di Burj Laklak (nella Citta’ vecchia) e la Chiesa di S.Giacomo. Secondo Haaretz, per espresso volere d’Israele, la missione non avrebbe invece visitato la Spianata delle Moschee (per gli ebrei ‘il Monte del Tempio’) ne’ il ‘minacciato’ ponte provvisorio che conduce alla Porta dei Mugrabi. A irritare adesso Israele sono state alcune dichiarazioni del ministro palestinese degli esteri Riad al-Malki secondo cui la delegazione dell’Unesco era in realta’ ”una commissione di inchiesta incaricata di esaminare i tentativi israeliani di giudaizzare Gerusalemme”.

Un consigliere del presidente palestinese, Ahmad Rwiedy, ha poi affermato che, a quanto gli risultava, la delegazione dell’Unesco avrebbe effettivamente visitato la moschea al-Aqsa, sulla Spianata. Israele, a quanto pare, ha ricevuto informazioni secondo cui da parte palestinese si preparavano inoltre per la delegazione anche ”incontri politici”. Per questa ragione il governo Netanyahu ha preteso di rinviare la visita fino a quando i palestinesi ”torneranno ad accettarne il carattere tecnico”. Da parte sua Hammad ha contestato le ragioni della ”retromarcia” israeliana. ”E’ chiaro – ha concluso – che Israele non vuole far documentare all’Unesco le provocazioni, fra cui espulsioni, confisca di case e di terreni, a cui i palestinesi sono sottoposti a Gerusalemme”.

Lo Staff

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