martedì 9 luglio 2013

Egitto: strage di musulmani, appello a rivolta

Egitto: strage di musulmani, appello a rivolta

 09/07/2013

IL CAIRO - L'Egitto non è mai stato vicino come stamani alla guerra civile. L'esercito ha sparato all'alba contro una manifestazione di sostenitori del deposto presidente Morsi davanti a una caserma del Cairo, facendo una strage (42 morti secondo l'ultimo bilancio) scrive Ticinonline.

 Il partito Libertà e Giustizia di Morsi (espressione dei Fratelli musulmani) ha lanciato un appello alla sollevazione popolare.

Pesante anche il bilancio dei feriti che sarebbero almeno 300 secondo il ministero della Salute. I Fratelli musulmani, parlano di circa 500 feriti.

I fatti sono avvenuti all'alba e le versioni sono discordanti. Per l'esercito, un "gruppo terrorista armato" dà l'assalto a una caserma della Guardia repubblicana. Un ufficiale rimane ucciso, una quarantina di militari feriti, sei dei quali in modo grave. Soldati e poliziotti reagiscono con le armi e riescono a impedire agli assalitori di invadere la caserma, mettendoli in fuga. Il ministero della Salute parla di 35 morti, ma più tardi la tv di stato e un responsabile dei servizi di soccorso aggiornano il bilancio a 42. Non si sa ancora quanti sono i militari caduti e quanti i manifestanti.

Completamente diversa la versione dei sostenitori di Morsi. I manifestanti, in presidio davanti alla caserma, si preparavano alla prima preghiera dell'alba, quando soldati e poliziotti hanno cominciato a sparare contro di loro con lacrimogeni e "proiettili veri". Alcuni testimoni parlano di militari in divisa che miravano in aria e gente in borghese che puntava contro la folla. Morti e feriti tra i dimostranti sono stati portati in una clinica di fortuna al presidio del partito islamico.

La risposta di Libertà e Giustizia (e quindi della Fratellanza) è durissima. Il partito in un comunicato fa appello a una "sollevazione del grande popolo dell'Egitto contro coloro che tentano di rubargli la sua rivoluzione con i carri armati". I Fratelli Musulmani, da cui proviene Morsi, hanno giurato che le proteste pacifiche continueranno fino a quando il presidente Morsi non verrà ripristinato.  La formazione di Morsi chiede alla comunità internazionale di intervenire per impedire "l'apparizione di una nuova Siria nel mondo arabo".

Veicoli militari hanno isolato il traffico in una vasta area intorno al Rabaa Adawia, la moschea dove isostenitori di Morsi guidati da alti dirigenti della Fratellanza stavano protestando pacificamente contro  la sua estromissione.

L'esercito ha anche chiuso due dei principali ponti sul fiume Nilo con veicoli blindati, hanno detto testimoni.

L'esercito ha già dovuto affrontare un vuoto politico dopo i colloqui sulla formazione di un nuovo governo inciampato dopo che il partito Al-Nour  ha respinto due candidati liberali proposti come premier  dal capo di stato provvisorio Adli Mansour.

Al-Nour, il secondo più grande partito islamico in Egitto,  ha detto che si era ritirato dalle trattative per protestare contro il massacro avvenuto nella caserma della Guardia Repubblicana.

"Abbiamo annunciato il nostro ritiro da tutti i negoziati come risposta a cio' che è avvenuto nella caserma della Guardia Repubblicana," ha comunicato il portavoce del partito Nader Bakar  su Facebook.

Almeno 90 persone sono state uccise da quando i sostenitori e gli oppositori di Morsi si sono scontrati nelle diverse aree del Cairo.

Nonostante i nuovi decessi, i sostenitori pro-Morsi sono determinati a continuare il loro sit-in davanti alla caserma della Guardia Repubblicana.

"Non lasceremo fino al ritorno di Morsi," ha detto Hanim Ahmad Ali Al-Sawi, 55 anni, che è accampato li da tre giorni con i suoi cinque figli, nonostante il caldo, ha detto a Reuters.

"Altrimenti moriremo da martiri".

Lo Staff

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