Mantova - Ramadan per 20mila in provincia «Venite da noi nei centri islamici»
13/07/2013
Un mese di digiuno e preghiera. Il rappresentante della comunità apre le porte delle sedi mantovane Parlano i giovani musulmani: «Siamo integrati e vivere qui riempie di dubbi, ma rimaniamo fedeli»
È il mese di Ramadan per la maggior parte dei musulmani d’Italia (il calendario non è omogeneo per tutti) e anche per i 20 mila della nostra provincia. I problemi sorti negli anni scorsi, a causa del digiuno, tra i fedeli dell’islam e i loro datori di lavoro, hanno trovato soluzione grazie all’impegno di entrambe le parti: «In una società civile come la nostra, quando c’è dialogo aperto tutto si può risolvere», dichiara Hammadi Ben Mansour, rappresentante della comunità musulmana.
Ma, di fatto, come trascorrono i fedeli la giornata del Ramadan? «La pratica del digiuno – spiega la giovane musulmana Fatima Amaoui, che vive a Lunetta – va rispettata a partire dal sorgere fino al tramonto del sole, e non consiste solo nel non mangiare e non bere, ma rappresenta un allontanamento da tutto ciò che è terreno». Autocontrollo e tanta preghiera al tramonto e all’alba poi, a tarda sera, il ritrovo nei luoghi di culto di Porto Mantovano, Lunetta, Castiglione, Suzzara, Viadana.
Nel corso della giornata, ci si siede a tavola appena sceso il sole, al ritorno dai centri islamici e infine prima dell’alba ci si concede un altro pasto che dà le forze per affrontare la giornata. Tutto ciò si aggiunge a opere di beneficenza e alla donazione della quota chiamata “zakat”.
E in queste settimane di Ramadan i luoghi di culto dei musulmani si preparano ad accogliere anche chi non condivide la fede islamica: «Venite a trovarci – invita Ben Mansour – per condividere idee e pensieri, in nome del rispetto della cultura altrui. Le porte sono aperte».
E i giovani? Non pochi i ragazzi che nonostante il caldo, i vari impegni e la voglia di divertimento, in questo mese danno priorità alla loro fede. È il caso di Hajar Rahli di 22 anni, una delle cinque fondatrici del Gmi di Mantova, l’associazione dei giovani musulmani. La ragazza italo-marocchina vive in Italia da 19 anni e avverte l’influenza occidentale nelle proprie abitudini e anche nella mentalità. Ciò non ha però impedito che iniziasse la pratica del ramadan già all’età di 13 anni, secondo i dettami della religione: «Allora lo facevo con la gioia del bambino che vuole imitare l’adulto, oggi, invece, sono consapevole delle mie ragioni e per ogni domanda l’Islam mi ha dato la risposta che aspettavo».
La ragazza sottolinea, infatti, che vivere in un contesto occidentale può far venire dei dubbi sulle proprie credenze, ma il vero musulmano è colui che, convinto della propria fede, riesce in mezzo alla diversità a mantenere le sue tradizioni e la sua identità.
«Rispettare il Ramadan non è per niente facile, spesso si fa fatica a resistere, ma io ci credo profondamente», spiega Omar Fatnassi di 17 anni, di città. Il ragazzo italo-tunisino pratica l’arte del breakdance e continua gli allenamenti, vincendo la sfida con il caldo, anche nel periodo del digiuno: «La fede, se vera, ti dà forza».
Come lui anche Omar El Baachouchi, giovane cameriere di origine marocchina, e la sua connazionale Fatima Amaoui, che deve ancora finire gli studi: «In questo mese Dio ci concede la sua grazia, chiedendo solo di purificare la nostra anima e riflettere sulla vita terrena». (Lumy Stan)
Lo Staff
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