venerdì 12 luglio 2013

Casale «Moschea, nulla di fuorilegge»

Casale «Moschea, nulla di fuorilegge»

12/07/2013

Replica del Centro culturale islamico al sindaco Parmesani: arbitrarie le sue leggi

Il presidente El Mourabaa: il Comune ci indichi un’area più idonea
Casalpusterlengo - Il sindaco di Casale dice no alla tensostruttura del Centro culturale islamico ma l’architetto Ferdinando Fanchiotti, tecnico dei musulmani, ribatte: «Le leggi di questo amministratore sono arbitrarie, noi rispettiamo le regole e non c’è nulla di fuorilegge in zona Lever». Infuria la polemica e si preannuncia una nuova battaglia legale tra i contendenti della “questione moschea”, già lo scorso maggio si erano alimentate le tensioni a causa di una lettera con cui il sindaco Flavio Parmesani chiedeva all’autorità giudiziaria di utilizzare strumenti tecnologici per poter ‘spiare’ i fedeli islamici e verificare se all’interno dello stabile di via Fugazza si svolgesse o meno attività di culto, esiste. Sembra che il documento risalga ad alcuni mesi fa, anche se il contenuto è rimasto lettera morta: di fatto, non esiste alcun presupposto giuridico che possa giustificare l’utilizzo di microtelecamere o altri apparati con l’obiettivo di verificare se un gruppo di persone stia pregando.

 Dopo anni sembrava pace fatta ma l’altro giorno il sindaco ha dichiarato che «la struttura realizzata sulla proprietà del Centro nell’area industriale della città lì non può stare». E la bufera è tornata. «Siamo molto stupiti che il sindaco abbia criminalizzato la stessa composizione che è stata fatta nel 2012 e senza contestazioni tecniche da parte dei preposti uffici. Quindi vorremmo sapere cos’è cambiato da allora. Forse la legge non è sempre uguale? E gli strumenti urbanistici in vigore? » commenta il presidente del centro Culturale islamico Abdellah El Mourabaa. «Tra l’altro - aggiunge - i provvedimenti del Comune non possono prevedere alcun abbattimento e noi non abbiamo ancora ricevuto nessuna notifica. Però ci rammarica constatare che, in questi tempi di ristrettezze e solo per colpa di qualcuno, i cittadini pagheranno di nuovo a loro spese inutili battaglie legali sull’argomento quando avremmo speso più volentieri soldi per proporre iniziative culturali aperte a tutti». E l’affondo: «Dato che, piaccia o no al sindaco Parmesani, le due comunità musulmana e cristiana a Casale devono convivere. E noi vogliamo difendere i nostri diritti». L’architetto Fanchiotti, poi, precisa: «Non c’è nessun abuso e al massimo si tratta di una struttura dove potremo stipare materiale edilizio per la riqualificazione del nostro stabile in zona ma non far entrare persone». Il dubbio del sindaco era, appunto, che in vista del ramadam la struttura sarebbe servita come luogo di culto «che però in quella zona, destinata ad altri usi, con presenza di ferrovia e polo industriale, non può esistere». Il presidente del Centro islamico ha poi proseguito: «In questi anni abbiamo lavorato per il bene comune e stretto buoni rapporti con le forze dell’ordine, che spesso fanno sopralluoghi, senza mai dare problemi. Siamo quindi basiti per queste discriminazioni. Tra l’altro negli ultimi mesi abbiamo più volte cercato di incontrare Parmesani che si è sempre negato». Infine la promessa: «Se il Comune, magari con l’avvallo dello stesso sindaco, ci indicasse un’area più idonea, ce ne andremmo e costruiremmo una grande moschea, riferimento nella zona per tutti i fedeli».

Lo Staff

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