18/07/2013
Il Consiglio Studentesco dell’Università di California a Berkeley ha votato Giovedì mattina a favore di una mozione che richiede all’amministrazione dell’Università di California di disinvestire dalle aziende che traggono profitti dall’occupazione israeliana.
In un incontro che è durato quasi dieci ore, il Daily Californian riporta che:
L’Auditorio Anna Head Alumnae è stato
invaso da centinaia di studenti, docenti ed esponenti della comunità
universitaria di Berkeley, che si sono impegnati in un controverso
dibattito riguardante la mozione SB 160.
SB 160, firmata dal membro di Azione
Studentesca George Kadifa, definisce il sistema dell’Università di
California come “terza parte complice” nella “occupazione illegale e
conseguenti abusi dei diritti umani” da parte di Israele e chiede il
disinvestimento di più di 14 milioni di dollari delle risorse
dell’Università di California dai titoli azionari Caterpillar, Hewlett-Packard
e Cement Roadstone Holdings (CRH). Secondo il documento, queste
compagnie forniscono equipaggiamenti, materiali e tecnologie
all’esercito israeliano, compresi bulldozer e sistemi di identificazione
biometrici.
Il voto finale, conclusosi proprio
prima delle 5.30 del mattino, è stato accolto da applausi, salti e grida
di gioia da parte dei sostenitori della mozione.
Il componenente indipendente del
Consiglio e co-fautore del documento Sadia Saifuddin ha detto che vedeva
il voto come il culmine di anni di lotta.
“Stanotte non è questione di
corporazioni,” ha detto, “Si tratta di chiedere a noi stessi prima di
andare a letto se il nostro denaro va verso la distruzione di case,
verso l’erezione di un muro. Sono una studentessa lavoratrice. E non
voglio che un centesimo del mio denaro vada ad alimentare l’occupazione
dei miei fratelli e sorelle.”
Dopo che la manifestazione di Angela Davis si concluse, alcuni partecipanti si incamminarono verso il vicino “campus” dell’Università di Berkeley, all’auditorium dove si stava votando la proposta di disinvestimento. Il Daily Californian ha riportato che Alice Walker, vincitrice del premio Pulitzer e attivista, era tra le centinaia di sostenitori nell’auditorium del campus.
Nell’iter che ha condotto al voto di disinvestimento, svariate affermazioni pro-BDS sono state citate nel Daily Californian, compresa una della matricola dell’Università di Berkeley Waj Bhatti, che paragonava le politiche discriminatorie di Israele alle leggi di Jim Crow nel sud degli Stati Uniti; e una forte dichiarazione dell’Organizzazione degli Studenti Africani del campus, che spiegava perché unanimemente sostenevano la mozione di disinvestimento.
L’iniziativa di disinvestimento dell’Università Californiana di Berkeley è venuta esattamente tre anni dopo che il Consiglio Studentesco di Berkeley votò a favore di una risoluzione simile, ma alla mozione fu posto il veto una settimana più tardi dall’allora presidente del Consiglio Studentesco Will Smelko. Prima che il Consiglio si riunisse di nuovo a votare per scavalcare il veto, si scoprì che dei Sionisti nel campus, aiutati da gruppi israeliani, avevano fatto pressioni e avevano intimidito i consiglieri per ribaltare il loro voto originale – e il veto rimase.
Tre anni più tardi, mentre la corrente di opinione nel paese e nel mondo continua a gonfiarsi in favore del disinvestimento, l’Università Californiana di Berkeley ha preso posizione per la giustizia, l’uguaglianza e i diritti umani.
Tweets sono stati inviati da ogni dove, congratulandosi con l’Università di Berkeley per il suo documento di disinvestimento.
Grazie al suo impegno l'attivista musulmana americana Sadia Saifuddin è stata nominata dopo il voto di Mercoledì primo studente reggente musulmano, per aver vinto contro i gruppi di ebrei che si opponevano al suo attivismo pro-palestina presso la prestigiosa Università di California a Berkeley.
"Sono molto eccitata per questa posizione", ha aggiunto raggiante, mentre camminava attraverso una folla in gran parte favorevole a questa sua nomina.
La sua nomina è stata ostacolata da gruppi di opposizione ebrei, tra cui in primo piano Simon Wiesenthal Center, citando il suo coinvolgimento in una campagna atta a chiedere la cessione dei fondi universitari che intrattengono relazioni con le aziende che hanno relazioni d'affari con l'esercito israeliano.
Hanno anche contestato la sua candidatura attraverso una risoluzione del Senato studentesco, il quale a seguito ha anche condannato un docente presso il campus di Santa Cruz poichè la risoluzione in se non conteneva altro che retorica islamofoba.
"La scelta di nominare qualcuno che ha polarizzato migliaia e migliaia di persone della Comunità del campus è scioccante" ha detto il rabbino Aron Hier del centro Wiesenthal, che ha richiesto ai reggenti di negare a Saifuddin il seggio nel Consiglio di amministrazione.
Ma nonostante la pressante opposizione, per il prossimo anno, Saifuddin sarà in grado di partecipare alle discussioni di tutti i reggenti, anche se non avrà diritto di voto, fino al suo termine di un anno che comincerà nel luglio 2014.
Lo Staff
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